Increbibilmente...strana

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Presi la maniglia della porta ed entrai. Sentii la ragazza fermarsi un secondo, e poi ricominciare. Era ancora girata di spalle ed urlo << Chiudiamo alle 20:30, e sono le 21:00. Può tornare domani, apriamo alle 8:00.>>  continuando a tirare pugni più decisi, contro il sacco. Io risi  e le chiesi <<Allora tu cosa ci fai qui? È ingiusto che tu puoi rimanere fuori orario ed io no>>. La ragazza sospirò ed iniziò a dare pugni più forti contro il sacco << ...ho lavorato qui tutto il pomeriggio...>> sempre più forti <<...in questo merda di posto che puzza di sudore e con gente che ti pensa una schiava...>> i pugni erano diventati molto forti <<...ed io nella mia merda di vita non posso avere 5 minuti di sfogo?!>> disse urlando e continuando con una forza pazzesca <<...io ne ho il diritto!!!>>bucò il sacco. Io la guardai ,spaventato e non osai dire una parola. Era la prima volta che una ragazza mi rispondeva in quel modo. Dal sacco iniziò ad uscire un materiale simile alla sabbia. La ragazza, finalmente, si girò verso di me, e potei vederla in volto: notai subito che aveva un occhio verde e (quello destro) coperto da una bandana di colore rosso. Aveva dei capelli biondi chiarissimi con varie sfumature ed un ciuffo che le era sfugitto nel creare la sua coda e le scendeva delicatamente sul volto..Aveva una espressione facciale completamente indifferente. Era di statura medio-bassa e aveva un fisico allenato. Indossava un reggiseno sportivo bianco, con sopra una canotta molto larga, dei pantaloncini sportivi e delle normali scarpe ginniche. Mi guardò con quel suo occhio ed io, per la prima volta nella mia vita, non seppi cosa dire. Mi grattai i corti capelli castani e le dissi <<Scusa>> singhiozzando un po'. Lei si rigirò e guardò il sacco bucato dicendo << Il quinto oggi>> . Io azzardai domandargli <<Come ti chiami? Non sembra che ti si veda spesso in città >> Lei si avvicinò a me e mi disse << Deborah.>> . Poi prese un borsone ed IN CANOTTA DI INVERNO TUTTA SUDATA, uscì lasciando il sacco sul pavimento e aspettando che io uscissi. La guardai sbigottito.

Sei la mia miglior pauraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora