Colpo di fortuna

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Tra i nostri passi non c'era tanta tensione. Camminavamo e non ci dicevamo nulla. Il suo volto non era più arrabbiato, ma tornò inespressivo. Io ero totalmente tranquillo, a parte qualche sorriso che mi spuntava quando la guardavo. Non capivo perché, ma nei miei pensieri era fissa lei. Ogni volta che la stavo per incontrare avevo una paura enorme, ma quando ci stavo insieme svaniva. Ormai a metà strada, decisi di rompere il silenzio dicendo
<< Ti fermi a lavorare in palestra?>>
<<Si>>
<<Ah...>> in quel momento mi venne in mente un lampo di genio. Avevo il metodo per riuscire a trovarmi un lavoro, ma allo stesso tempo divertirmi.
<<Sai, anche io cerco lavoro. La mia famiglia ha avuto un crack finanziario. Ho provato a cercare lavoro nei bar, ma pagavano male...non è che per caso c'è un posto per me nella palestra di lotta libera??>>
Lei mi guardò, spalancando gli occhi. Fece per dirmi qualcosa, ma annui solamente.
<<Quindi c'è? Grazie al cielo!>> mi sentivo sollevato ad avere un lavoro in cui avevo qualche conoscenza.
<< Guarda che non ti assicuro nulla. Parlo con John e vedo se ti fa entrare>>
<< Ok! Ma...che cosa si deve fare in una palestra? Cioè che lavoro ho da fare?>> chiesi
Lei fece un ghigno beffardo, poi rallentando il passo disse
<< Le opzioni sono 2: la prima è quella del trainer sportivo, ma devi essere qualificato è diplomato per farlo. La seconda è quello dell'operatore. Pulizie, servizio, lavoro alla sala, organizzazione...e questo quello che faccio io.>>
Io la guardai, sorpreso, da quante cose facesse. Avevo una gran voglia di scoprire la vita di Deborah, e il lavoro mi avrebbe sicuramente aiutato. Un telefono squillò, e siccome Deborah non aveva un cellulare, doveva essere il mio
<<Pronto>>
<<Jason sono io>> disse mio fratello
<<Edward! Ciao, che mi dici?>> dissi contento
<< Tutto bene. Ho saputo di quello che è successo...comunque ti volevo chiedere se hai le chiavi di casa perché non c'è nessuno in casa>>
<<Ma sei in città?!>> sperai
<<No, è solo che mamma mi ha chiesto di chiedertelo.>>
<<Ah...comunque no. Ma tranquillo, che tanto ho da fare oggi>> dissi triste. Speravo veramente fosse in città
<< Jason...mamma e papà ritornano tra una settimana>>
Mi passò un brivido lungo la schiena. Mi ero dimenticato che erano partiti per New York. Ora ero completamente solo e fuori casa!
<< No. No no! >> dissi incredulo
<<Invece si. Sai bene che io non posso venire in città. Chiedi ad un tuo amico se puoi dormire a casa sua. Poi vedo se domani riesco a venire. Fatti dire che sei un irresponsabile>> disse con tono da rimprovero
<<Concordo>> disse Deborah
<<Chi ha parlato?>> chiese Edward
<<Una mia amica>> dissi contento
Deborah non disse nulla a riguardo. Forse, non avendo risposto, mi considerava un amico.

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