Sei la mia miglior paura

Viva o no

In ospedale la tensione aumentò. Eravamo io, Ellie, Soren, Meghan, Lian e Bree che aspettavamo notizie in sala da aspetto. Stavano intervenendo sulla ferita che era molto profonda e che secondo il dottore poteva aver danneggiato degli organi dato che era in alto bacino. Era in pericolo di vita. Aspettavamo pazientemente, io non piangevo più non avevo più la forza. Ero stremato, sembrava tutto un incubo che sarebbe dovuto finire lì! Lian e Bree mi consolavano, Meghan raccontava l'accaduto a Stephan per telefono mentre Soren e Ellie ascoltavano e si consolavano a vicenda.
Passò all'incirca un'ora, quando si vide un dottore passare per il corridoio e dirigersi verso di noi.
Si piazzò davanti Ellie e Soren, dove vicino a loro si formò una cerchia
<<La ragazza è molto forte e sta bene. Non vi mentirò, le ferite erano gravi a tal punto da morire, ma abbiamo fatto un buon lavoro. Non è in pericolo di vita. Ora è ancora sotto osservazione, ma appena potrà essere pronta per delle visite ve lo faremo sapere>>
Ci fu un secondo di realizzazione. Tirammo tutti un sospiro di sollievo ed io mi sentii leggero. Feci un sorriso incondizionato e mi sedetti sulle sedie di plastica
<<Ottimo lavoro, Deborah. Preparati per l'interrogatorio>> dissi ad alta voce.
Ora volevo solo incontrarla. Aspettammo all'incirca un'altra ora, ma l'aria non era tesa ma stanca. Ellie si era tranquillizzata e si era addormentata su Soren, che aspettava l'arrivo dei dottori. Lian, Bree e Meghan tornarono a casa sotto consiglio di Soren. Lo propose anche a me ma non avevano alcuna intenzione di uscire da quel ospedale senza Deborah. Ritornò il dottore facendoci cenno di seguirlo. Ellie si svegliò ed ebbe uno spasmo prima di alzarsi. Seguimmo il dottore e ci portò avanti una stanza. Vedevo Deborah dalla finestra della stanza. Era pallida i suoi occhi erano mezzi chiusi e mezzi aperti. Aveva una mascherina per respirare.
<<Ragazzo, lei può entrare invece chiedo ai genitori di pazientare. Devo farvi firmare delle scartoffie e parlarvi delle condizioni di Deborah se non vi dispiace>>
Io non esitai ed entrai subito. Deborah mi guardò e fece un mezzo sorriso. Io presi una sedia e mi sedetti vicino ad un lato del letto. Le presi la mano e me la misi sulla fronte e dissi
<<Non dire niente. Riposa>>
Poggiai la mia testa sulle sue gambe. Lei iniziò ad accarezzarmi i capelli debolmente.
Mi disse
<<Jason...>>
Non mi chiamava mai per nome ed appena lo fece girai la testa verso il suo volto continuando sempre a mantenere ila testa sulle sue gambe
<<...ti amo...>> continuò
Non mi aveva mai detto mai neanche quello. Mi scese una lacrima che finì sulle coperte. Non volevo piangere davanti a lei in quel momento ma fu inevitabile. Lei mi asciugò le lacrime e ritornò ad accarezzarmi la testa.
<<Ti amo anche io>> dissi calmandomi.
Entrarono in stanza Ellie e Soren. Soren rimase in piedi guardano Deborah contento, mentre Ellie si sedette sul letto di fianco a Deborah e gli strinse la mano sussurrandogli qualcosa. Io chiusi gli occhi e senza accorgermene mi addormentai. La tensione che avevo addosso era calata vertiginosamente, portandomi un'enorme stanchezza.
Aprii gli occhi vedendo il volto di Deborah. Aveva un volto un po' più acceso, era senza benda e gli avevano anche tolto la mascherina. Guardava fuori dalla finestra con un volto indifferente.
<<Deb>> dissi con un sorriso
Lei si girò verso di me, e mi guardò con sollievo
<<'Giorno>>
Io mi alzai: ero tutto indolenzito. Avevo dormito in una brutta posizione che non aveva fatto bene alla mia schiena.
<<Torna a casa. È inutile che rimani qui>>
<<Non ti preoccupare per me. Dimmi, come stai?>>
<<Bene...>>
<<Ti va di spiegarmi cosa è successo?>> cercai di mettergli meno pressione possibile
Lei esitò un secondo e fece un volto rassegnato, poi annuì dicendo
<<Come se non lo avessi già capito>>
Feci un volto serio e mi risedetti. Presi la sua mano e mi misi in posizione di ascolto.