18.

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Mentre sta prendendo un cocktail al bar, mi avvicino furtivamente al ragazzo e faccio finta di cadergli sopra.
"Oh mio Dio. Scusami. Non ti avevo proprio visto!"
"Non ti preoccupare. L'importante è che non ti sei fatta male.
"Nono. Sto bene."
"Vuoi da bere?"
"Sì certo, perché no."
"Ecco tieni, un bel SEX ON THE BEACH per te."
"Grazie... È buonissimo!"
Mi lecco le labbra cercando di attirare ancor di più la sua attenzione.
Di punto in bianco mi viene tolto il calice di mano.
"Non dovresti bere con gli sconosciuti. Tuo fratello mi ha detto di tenerti d'occhio."
Evviva! Sta funzionando alla grande!
"Due cose: la prima è che non sto bevendo con uno sconosciuto. Lui si chiama... Ehm... Si chiama..."
"Mi chiamo Stefan."
"Ecco. Si chiama Stefan."
Mi guarda con una faccia soddisfatta, ma non gliela faccio passare liscia.
"La seconda è che mio fratello ti ha chiesto di tenere d'occhio anche Ale, non solo me, per esempio, dov'è adesso?"
Mentre sta per ribattere, mettono una canzone reggae e anche se non ne vado pazza, dico:
"Adoro questa canzone! Andiamo a ballare Simon?"
"Si chiama Stefan."
Cazzo è vero.
"È il SEX ON THE BEACH che comincia a fare effetto." Stronzo.
Prendo Stefan per mano e lo porto sulla pista. Inizio a muovermi il più sensuale possibile e sembra che la cosa faccia effetto. Non ho nemmeno iniziato a ballare che Christian mi ha già caricata in spalla. Urlo come una matta ma mi sta già portando in una piccola stanza al riparo da occhi indiscreti. Quel Coktail era veramente forte e mi ha già dato alla testa. Mi sono ubriacata con un solo bicchiere. Non ci credo.
Christian mi fa scivolare contro il suo corpo, sento i suoi muscoli guizzare sotto le mie mani e mi sento sciogliere.
"Tu. Sei. Mia. Chiaro?"
Un momento... Cosa?
"Io. Sono. Tua? Ma chi ti credi di essere? Io non sono proprietà di nessuno! E non sono tua solo quando lo vuoi tu! Chi è quella stronza che ti porti dietro? Èh? Rispondi! Fallo! Ora! Subito!"
Sto tirando pugni sul suo petto mentre urlo come una matta. L'alcol da un certo coraggio devo ammetterlo.
Si avvicina per baciarmi, ma io mi scanso. Se lo fa, perderò il lume  della ragione e lui lo sa. Devo sapere.
"Non posso dirti chi è. Non devi preoccuparti per lei, io sono completamente tuo."
"Mi dispiace, ma finché non ne saprò di più su quella Alexis, non voglio starti più a sentire, né toccare, né vedere."
"Come conosci il suo nome? Arya!"
Esco sbattendomi la porta alle spalle. Comincio a correre per le scale sentendolo arrivare mentre cerca di raggiungermi.
"Arya! Arya aspetta!"
Sto soffrendo di nuovo e non è quello che voglio.
Prendo Ale per un braccio, mentre sta parlando con una ragazza.
"Andiamocene ti prego."
Mi vede piangere e in un secondo sposta lo sguardo da me a Christian e comincia a correre, andandogli incontro. La fermo giusto in tempo.
"Ti prego non farlo. Potrebbero girare delle voci sulla scenata che stai per fare e arriverebbero a mio fratello. Lascia stare per favore."
Lei è scioccata.
"Ma... D'accordo. Ma devi dirmi cosa sta succedendo. Aspettami in limousine, saluto Sarah e andiamo."
"Ok."
Quindi quella ragazza si chiama Sarah. Deve essere simpatica.
Arriviamo a casa e dopo aver raccontato tutto ad Ale, cado in un sonno tormentato e malinconico.

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