capitolo 9.

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« ma perché? Non mi lasci mai usciree»

Mi lamento, a gran voce, davanti alla donna.

« Chanell, basta. »

Alzo gli occhi al cielo e vado in camera mia, buttandomi sul letto e iniziando a piangere in silenzio.

Sta andando di bene in meglio.

Mi squilla il telefono e rispondo subito, non appena vedo la scritta Giulio.

*pronto?*

Parlo io.

** hey Chanell, come stai?**

Sembra felice.
Ma quant'è bipolare..

* bene, tu?*

**bene bene, stiamo venendo a trovarti, domani pomeriggio siamo da te, ci sta pure Sercho, è un problema?**

*nono, tranquilli, mi manchi*

Mi affretto a dire ed è la verità.
Mi sto affezzionando a questo ragazzo, troppo.

** vado, ciao piccola**

*ciao*

Chiudo la chiamata e metto il telefono sotto il cuscino e mi addormento.







Mi risveglio il giorno dopo.
Da notare il bene che mi vuole mia madre, da mandarmi a letto senza cena.

Lascio perdere e vado in cucina a pranzare, insieme a lei.
Nessuno parla.

« dopo mangiato devi pulire la casa»

« oggi pomeriggio vengono Giulio e Giorgio»

La informo, mentre lei mi guarda corrugando la fronte.

« chi sono questi?»

« i cantanti»

« ah, va bene, io devo andare a lavoro»

« lo so »

Finiamo di mangiare e mentre mia madre lava i piatti, io inizio a spazzare, poi a lavare la casa, mentre lei si sdraia sul divano con la scusa che poi deve lavorare e vuole riposare.

Ma spero che riposi per sempre.

Verso le due mamma se me va a lavoro, mentre io mi cambio, mettendo dei pantaloncini corti a vita alta con sopra una felpa enorme, che mi arriva sotto al sedere, grigia dell'adidas.

Mi metto i calzini lunghi fino alle ginocchia, sempre grigi e poi le vans nere come i pantaloncini.

Mi pettino i capelli e mi trucco un po', per poi prendere una bandana blu scuro e legarla attorno alla testa.

Verso le tre, suonano al campanello e io mi affretto ad aprire la porta.
I ragazzi salgono gli scalini ed entrano in casa e subito salto addosso a Giulio, che mi tiene stretta a se.

Gli do un bacio sulla guancia e mi allontano, abbracciando Sercho, il quale mi da un bacio sulla guancia.

Guardo Giorgio e lui guarda me.
Prende la mia mano e mi attira a se, cercando di baciarmi, ma io giro la testa e le sue labbra si posano sulla mia guancia.
Sta in quella posizione per alcuni secondi, poi si stacca, sorridente.

Li faccio accomodare in camera mia e li riempio di patatine e caramelle.

« posso fumare?»

Chiede Giulio.

« no, che poi mia madre rompe le palle»

Lui alza gli occhi al cielo e accende la tv.

« che ne dici di uscire?»

Chiede Sercho e, tutti d'accordo, usciamo di casa.
Andiamo, dietro casa mia, alla fermata dell'autobus e andiamo in centro.
Le strade sono affollatissime, piene di bambini insieme alle mamme che chiacchierano, nonni e adolescenti in skate.

Ad un tratto, mi si para davanti, un tizio con un cuore in mano.
Mi sorride e si mette in ginocchio.
Mi indica con il cuore, poi lo innalza in aria dicendomi gi guardare su, poi sorridente se ne va.

Ma che cazz..

Lascio perdere e continuano a camminare, andando ad un bar e sedendoci ad un tavolo.

Ordiniamo e poi chiacchieriamo sul successo dei ragazzi e, a quel punto, sentiamo dei urli.

Ci guardiamo attorno e, all'ingresso del bar, due ragazze che gi guardano.
Corrono verso di noi, guardando i tre ragazzi e chiedendo foto.
I ragazzi fanno le foto e le ragazze urlanti se ne vanno.

Usciamo dal bar e subito, un gruppo di ragazzi e ragazze ci assale, chiedendo foto ai tre ragazzi e in poco tempo ci circondano.

Iniziano a spintonarmi di qui e di li, per questo Mostro mi prende per mano ma la strattono via e prendo quella di Giulio.

Dopo mezzora di autografi e foto, riusciamo ad uscire dalla folla e ritorniamo a casa.
Stiamo in giardino, seduti suo gradini dietro casa a fumare.

« abbiamo scritto una nuova canzone»

Mi informa Giulio sorridente.

« e quando esce?»

Chiedo.

« tra una settimana, tra tre giorni la registriamo»

« ovviamente voglio l'anteprima quindi me la fai sentire»

I tre scoppiano a ridere.
Ma che c'hanno da ridere...

« dove stata sta sera?»

Chiedo, spegnendo la sigaretta sulla scarpa di Giorgio, che quando se ne accorge mi tira un coppino e io, a mia volta, una gomitata sullo stomaco.

Quando ci annoiamo, entriamo in casa e accendiamo lo stereo con le canzoni dei ragazzi ad alto volume e loro gironzolano nella mia stanza, aprendo armadi, cassetti e cassettini da per tutto.
Io, intanto, mi sdraio a pancia in giù sul letto.

« che cos'è questo?»

Chiede Sercho, sventolando il mio diario segreto, di quando avevo quattordici anni.
Corro verso di lui, cercando di riprenderlo ma lui lo alza in alto e io non riesco ad arrivarci, malmena se salto.

« brutta cosa la nanezza»

Mi fa notare e Giulio gli urla un fanculo s lui scoppia a rodere.
Gli do un pizzicotto e lui abbassa la mano e riesco a riprendere il diario.

Lo metto sotto il mio cuscino.



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