capitolo 50.

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(Racconto in terza persona, dato che i due sono troppo fatti per pensare in modo sensato)


.

I due non smettono di ridere e sono in posizioni strane.
Mirko è sdraiato sul tappeto e continua a rotolarsi, mentre Chanell è sdraiata sul divano, con i piedi sullo schienale e la testa che tocca il pavimento.

Non riescono a ragionare, solo ridono a non finire e senza motivo.

« Mirkooo »

Urla la ragazza con voce acuta.
Lui smette di rotolarsi e la guarda.

« sai che sei così sexy?»

Dice, scoppiando a ridere

« lo soooo, sono bellissima! »

Si complimenta la ragazza, scoppiando a ridere.

« vieni qui idiotaa »

Urla il ragazzo, aprendo le braccia e lei senza pensarci due volte si alza dal divano e va verso il ragazzo, sdraiandosi sopra di lui.

« ti stuprò »

Sussurra ridendo il ragazzo, stringendole il culo.

« noo, maialee!! »

Urla, mettendosi seduta sopra di lui e tirandogli degli schiaffi sul petto.

« mh, così non risolvi le cose»

Dice divertito il ragazzo e Chanell si alza di scatto, sentendo la presenza del ragazzo sotto di lei.

Inizia a correre per il salotto, con le braccia aperte, come fanno i bambini per imitare gli aeroplani e ad urlare che sta per decollare, ma poi inciampa sul tappeto e cade per terra.

Mirko scoppia a ridere vedendo la ragazza che urla una bestemmia, essedosi fatta male, ma non riesce nemmeno ad alzarsi che qualcuno fa eruzione in salotto.

« Chanell!! »

Chanell, sentendo quella voce rizza in piedi.

« papà..»

Dice chiudendo gli occhi, dato che le gira la testa.

« che ti è successo, questo ragazzo ti ha drogata? Figlio di puttana io ti uccido »

Si avvicina minaccioso al ragazzo e lo prende per il colletto e lo fa alzare.

« noo, papà »

Urla la ragazza, mettendosi in mezzo ai due.

« lui non centra, la droga è mia »

Dice e il padre si allontana e la guarda delusa.

« a casa, subito! »

Urla, e la prende per il polso e la trascina, anche se la ragazza si ribella.

« NO, MIRKO AIUTOO»

Il ragazzo non se lo fece ripetere un altra volta e liberò dalla presa del padre.

« VA VIA PAPÀ, NON VOGLIO TORNARE A CASA DA QUELLE DUE PUTTANE, CHE TI ALLONTANANO SOLO DA ME »

urla la ragazza, scoppiando a piangere.

« figliola, possiamo arrivare ad un compromesso»

cerca di farla ragionare.

« no, loro ti hanno fatto il lavaggio del cervello! »

Urla ancora.

« ti dico di no. Come tu ami Giorgio, io amo Silvia, non ci puoi fare niente, ora basta, sono tuo padre e sei ancora minorenne e quindi fai ciò che ti dico»

Urla esasperato, prendendola con la forza e portandola fuori da quella casa e la carica in macchina.
Sale velocemente anche lui e parte, verso casa.

Appena arrivati, il padre la trascina dentro casa, dove ci sono anche Sara e Silvia.

« grazie Sara per avermi avvisato che mia figlia faceva uso di droghe»

Lei sorride mentre Chanell sputa per terra.

« lurida puttana zoccola»

Insulta, ma riceve uno schiaffo e data la sua poca lucidità cade a terra.

Non risponde e sta sdraiata per terra.

« sei un padre di merda lo sai?»

Chiede calma, guardando il padre e mettendo le mani sotto la testa.

« sai, di essere picchiata me lo aspettavo da tutti, tranne che da te. »

Inizia il discorso e si alza.

« sei un padre di merda, non ti sei mai preoccupato di me, non sei mai venuto nella mia scuola, non mi hai chiesto se stavo bene, non hai mai fatto il padre protettivo, sempre a lavoro.
non ti sei mai preoccupato di chiedermi se qualcuno mi dava fastidio.
Nemmeno mamma lo ha mai fatto.
Vi ho sempre disprezzati, sai eravate una coppia perfetta, tutti e due mostri»

Dice seria, guardandolo negli occhi, con i pugni serrati.

Il padre non resiste più e la schiaffeggia una seconda volta, facendola cadere di nuovo per terra, ma Chanell si rialza.

« per colpa vostra non ho avuto amici.
Per colpa vostra mi autolesionavo.
Per colpa vostra ero associale e venivo picchiata da tutti.
Non ti sei mai preoccupato di me, dei miei problemi adolescenziali.
Se sono quello che sono, è solo colpa vostra.
Ora te ne esci con un altra zoccola di strada? In più con una figlia?
E vuoi che la tratti come madre?
Mi fai solo schifo»

Urla, cominciando a piangere silenziosamente, ma si asciuga velocemente le lacrime con i palmi delle mani.
Indietreggia piano, per poi girarsi e correre a chiudersi in camera.
Si appoggia alla porta e scivola, sedendosi per terra, portandosi le ginocchia al petto e scoppia in un pianto isterico, finalmente si era liberata di tutti quel peso che si teneva dentro.

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