capitolo 51.

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Sono passati un po' di giorni da quando ho litigato con papà.

Non sono mai uscita e non ho visto nessuno dei miei amici e sono rimasta in strettissima sorveglianza.
Mi hanno tolto tutto, TUTTO.

finalmente finisco i compiti e scendo al piano di sotto, dove Sara fa i compiti sul tavolo della cucina, mentre Silvia prepara qualcosa.

Senza fiatare apro il frigo e prendo un succo di frutta.

« devi portarmi a lavoro. »

Dico fredda e Silvia annuisce e posa il coltello con cui stava tagliando la frutta e si toglie il grembiule.

Prendo lo zainetto che prima avevo preparato e messo all'ingresso, mi metto il giubbotto e le scarpe.
Usciamo di casa e saliamo sulla macchina di Silvia e mi porta a lavoro.

È da un po' che non ci vado, dato che nessuna mi ha ingaggiata, ma ora si ricomincia e ho paura ma non per le foto, ma per Manu.

Non sono pronta a rivederlo.

« a che ore vengo a prenderti?»

Chiede dolcemente Silvia.

« tra due ore »

Rispondo secca e scendo dalla macchina chiudendo la portiera con forza e entro nell'edificio.
Percorro, a passo svelto, il corridoio principale ed entro nel mio camerino, nel quale ci sono i truccatori, i parruchieri e i costumisti e Manu, girato di spalle che si sfila la maglietta.

« Chan che bello vederti»

Mi saluta il mio truccatore e io lo saluti con due baci sulle guance e mi giro verso Manu, il quale mi stava già osservando.

« Chanell.. »

Mi saluta e io sorrido leggermente.

« Manu »

Subito la mia costumista mi mette in mano il primo vestito, a dir poco stupendo.
Entro nella cabina e mi cambio, poi mi fanno sedere sulla sedia, mi conciano i capelli e mi truccano, poi mi mandano a fare le foto, così per due ore.

Finito se ne vanno tutti dal camerino, tranne me e Manu.

« perché non sei più venuto l'altra sera?»

Chiedo e lui abbassa lo sguardo.

« senti, ero fatto non so cosa stavo dicendo»

« Manu, non me ne frega, mi hai detto che mi avevi fatto qualcosa, dimmi cosa?!»

« tua madre non è morta accidentalmente, sono stato io ad ucciderla»

Sussurra.
Non posso credere alle mie orecchie.

« ma noi nemmeno ci conoscevamo, perché lo hai fatto..?»

Chiedo, con la voce rotta.

« era una scommessa con i ragazzi, dovevo ucciderà una persona a caso e l'ho vista li, ero fatto»

« E NON HAI PENSATO CHE MAGARI AVEVA UNA FAMIGLIA?! »

urlo, facendo avanti e indietro per il camerino e con le mani tra i capelli.

« no »

Sussurra.

Mi avvicino a lui e gli tiro un pugno sul viso.

« CAZZO FA MALE »

si lamenta piegandosi e tenendosi la mano sulla guancia.

« APPUNTO PER QUESTO TI HO DATO UN PUGNO »

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