capitolo 42

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Sto sdraiata sul letto, a guardare il soffitto mentre tra le quattro mura della mia camera, i Black Veil Brides, si fanno sentire.

Fino a non molto tempo fa ero in crisi perché pensavo di non riuscire mai ad incontrare un mio idolo nella vita, mentre ora mi ritrovo fidanzata con uno dei miei più grandi eroi.

È tutto così surreale che penso sia un sogno.

Magari se mi pizzico la guancia..

AUCH..
No, forse è tutto reale.

In più sono una modella, io, io che ho passato la vita a disprezzarmi, a farmi del male, a non curare assolutamente il mio corpo e guardatemi ora, modella famosa, dieta, palestra, maschere di bellezza e creme ogni giorno, cazzo forse i sogni prima o poi si realizzano.
Serve solo aspettare e sognare fino in fondo, senza mai smettere.

Anche se ho sofferto molto, ma in fondo se non soffri non vivi.

Ma basta pensare, poi mi va in fumo il cervello.
Mi alzo dal letto ed entro nel mio armadio.
Prendo dei jeans neri, una maglietta nera con un unicorno disegnato e una felpina con i bottoni e lunga fino alle ginocchia.
Mi lego i capelli in una coda alta e mi trucco.
Mi metto le orecchiette colorate e le vans nere.

Esco dalla cabina e prendo il telefono e le cuffiete, spengo la musica ed esco dalla camera recuperando lo skate dallo sgabuzzino.
Prendo le chiavi di casa ed esco fuori, ma fa un freddo cane e piove.
Fanculo madre natura.

Entro in casa e mi metto il giubbotto, sempre nero, non so se si è capito che amo il nero..
Mi metto il cappuccio ed esco di casa.
Poggio lo skate per terra e sfreccio verso il lavoro.

Appena arrivata, fradicia, entro velocemente e corro in camerino a cambiarmi e metto i vestiti nell'asciugatrice.

Mi vesto e Tiffany mi trucca e poi vado a fare le foto.
Manu non c'è dato che è in Canada a fare una sfilata.

Finito di lavorare mi rimetto i miei vestiti e cerco di ritornare a casa, ma piove troppo quindi mi rifugio sotto una fermata dell'autobus.

Mi siedo sulla panchina e aspetto che smetta almeno poco di piovere, non vedo nemmeno la strada con tutta sta pioggia.

L'autunno si fa sentire.

Odio l'autunno.

« vuoi un passaggio?»

Alzo lo sguardo e vedo Giorgio fermarsi avanti a me.
Lo guardo con un sopracciglio alzato e non gli rispondo, continuando a guardare il telefono.

« dai, devo passare da casa tua»

Sbuffo e mi alzo, salendo in macchina.

« solo perché piove a dirotto e sto morendo dal freddo»

Lui sorride e annuisce.
Mi allaccio la cintura e Giorgio parte. Man mano la pioggia cessa.
Stiamo zitti per tutto il tragitto e appena a casa di Giulio, lo vediamo che sta uscendo dalla casa, tutto imbaccuccato.

Giorgio parcheggia e io scendo subito dalla macchina e appena Giulio ci vede insieme serra i pugni.

« che ci fate insieme?»

« stava diluviando ed ero per strada e mi ha accompagnato»

Cerco di rassicurarlo e lui si avvicina a me, mi prende il braccio e mi trascina dentro casa, ma non prima di aver urlato a Giorgio di non avvicinarsi a me o sarebbe morto.

« GIULIO PERCHÉ NON MI CREDI?!»

urlo, buttando lo skate per terra.

« non è che non credo a te, non mi fido di lui.»

Alzo gli occhi al cielo e gli tiro uno schiaffo, così forte da fargli girare il viso di lato.

« È IL TUO FOTTUTO MIGLIORE AMICO, DOVETE SMETTERLA DI LITIGARE»

Cerco di fargli ragionare.

« NO, UN MIGLIORE AMICO NON RUBA LA RAGAZZA»

«ERA PRIMA, QUANDO NON STAVAMO INSIEME ORA NON MI VUOLE PIÙ»

« seh certo»

Sbuffo.

« facciamo così, io e te abbiamo rotto, finché non risistemi le cose con Giorgio io e te non stiamo più insieme»

Dico incrociando le braccia.

Lui mi guarda allibito.

« lurida puttana zoccola, porca Madonna ho capito, lo rivuoi attorno, ma vai ad aprire le gambe al primo che passa vai»

Lo guardo con un sopracciglio alzato.
Non mi hanno mai toccato gli insulti, non potrebbe fregarmene di meno degli insulti, anche se me li dice lui.

« io te le ho dette le mie condizioni, sta a te decidere»

Dico, prendendo lo skate e uscendo di casa, ritornando a casa mia.

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