capitolo 22.

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Ero sdraiata sull'amaca in giardino, sotto il sole.
Mi dondolavo a destra e a sinistra, piano piano, tranquillamente.

Mi sembrava di essere in paradiso, ma ovviamente io non posso mai stare tranquilla.
Non riuscivo a capire bene cose stesse succedendo, so solo che mi coprirono la faccia, mi presero di pero e mi caricarono su una macchina o un furgone, non so di preciso.

Ora mi ritrovo qui, sdraiata per terra, legata ai polsi, alle gambe e agli occhi.
Ho paura, tantissima paura.
Non voglio morire o che mi stuprano.
Spero che qualcuno si renda conto della mia assenza e mi stiano già cercando.

All'improvviso si sente un rumore assordante.
Sussulto e mi faccio piccola piccola.
Una mano si posa sulla mia guancia e a quel tocco urlo dallo spavento.
Qualcuno mi tira su dalla collottola e mi fa avanzare.
Non vedo assolutamente niente e ho paura di inciampare su qualcosa e cadere.

Quella persona, misteriosa, mi ferma.
Si sentono poi dei passi, dei rumori e, infine, vengo spinta.
Cado, urlando, su un divano penso.
Respiro affannosamente, il cuore batte all'impazzata, la paura è troppa.

« chi sei?»

Urlo, disperata.

Nessuna risposta, solo dei rumori.

« bambolina, sta zitta »

È un uomo.

Dal timbro di voce non mi sembra per niente conosciuto.

Cazzo questo mi vuole stuprare e poi fare in mille pezzettini e poi bruciarmi viva e spargere le mie ceneri per fertilizzare il terreno..

« lasciami andare maniaco, lasciami!»

Continuo ad urlare, ma ciò che ricevo è solo una sonora sberla, così forte da farmi girare il capo.

Urlo dal dolore.

Non si sente più alcun rumore e la guancia mi pulsa.
Il respiro inizia a mancarmi e cerco di prendere più aria possibile ma invano.

Sto per morire, me lo sento nella pancia.

Mi preparo al mio ultimo, piccolo, respiro ma no.
Una forte ventata mi invade la faccia e grazie a quella riesco a ritornare a respirare tranquillamente.

Peccato..

Preferisco morire, che essere stuprata, magari da un sessantenne arrapato dal cazzo piccolo.

« che vuoi da me? »

Urlo un altra volta.
Beh, non rinuncio mai a una domanda che ho fatto.

« proprio non vuoi stare zitta, eh bambolina »

« lasciami andare, non farmi del male, che cosa vuoi? Soldi? Te ne darò quanti ne vuoi, ma non farmi nulla »

L'uomo misterioso scoppia in una sonora risata.

Ma che cazzo ha da ridere..

Aspetto una sua risposta in silenzio, ma non mi viene data.
Sento dei passi, che si fanno sempre più meno udibili.

L'uomo se ne andato, lasciandomi sola.
Beh, preferisco sola, che in compagnia di quel psicopatico.

Rimango per non so quanto tempo da sola, poi altri passi risuonano nella stanza o non so dove.

Una mano si posa sulla mia guancia, accarezzandola delicatamente.

Questo tocco, così famigliare..

« CHE COS'HANNO LORO CHE IO NON HO, EH? »

urla la persona avanti a me.

Non posso crederci..
NON VOGLIO CREDERCI!

non posso crederci che sia arrivato a tanto..

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