capitolo 36.

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Dopo essere scesi dall'aereo prendiamo un taxi e papà indica la via al taxista.
Siamo a Roma e io non conosco minimamente chi sia questo grande amico d'infanzia di mio padre.
Mi ha raccontato che non si sentivano da molto e si sono ritrovati non ho capito dove e come e nemmeno mi interessa saperlo e, dato che mio padre è u avvocato, ha voluto che lo aiutasse per non so che affare.

In mezzoretta arriviamo davanti alla casa, piuttosto enorme, ma non troppo.
Scendiamo dal taxi e suono il campanello, nel mente mio padre paga il taxista.

Il cancelletto si apre e io prendo la mia valigetta e percorro il vialetto che mi porta all'ingresso della casa.

La porta si apre e subito una signora ci accoglie con un caloroso abbraccio.

Appena entrati ci raggiunge il famoso amico di papà.
Il suo volto mi sembra famigliare, fin troppo famigliare.

Dopo i vari saluti ci accomodiamo in sala, dove ci offrono da bere e papà e quel signore chiacchierano.

« lei è mia figlia, Chanell»

Mi presenta e il signore mi fa dei complimenti.
A quanto pare mi ha vista da piccola, ma io manco sapevo della sua esistenza.

A interrompere la nostra chiacchierata è l'entrata in salotto di un ragazzo.
È altissimo e ha i capelli castano chiaro e ricci. Due occhi verde smeraldo e le labbra rosee.

Sorride a tutti e saluta mio padre.

« tu sei Chanell? Oddio quanto sei diventata grandee, ti ricordi di me? Sono Marco, giocavamo sempre insieme da piccoli»

Racconta entusiasto.
Lo guardo con un sopracciglio alzato.

« no.. Mi dispiace..»

Dico ridendo appena.

« vieni con me»

Mi prende per mano e mi trascina in una stanza, che penso sia la sua.
Inizia a rovistare in cassetti e finalmente trova quello che cercava.
Si siede sul bordo del letto e mi invita a sedermi vicino a lui e apre l'album di fotografie.
Inizia a sfogliare le pagine e nelle foto ci sono raffigurati un bambino e una bambina e quella bambina sono io da piccola.
In più nell'ultima pagina c'è la foto di un disegno, con due manine piccole piccole.

ORA RICORDO.

« oddioo, tu sei quello che facevo sempre cadere dall'altalena perché non mi volevi lasciare il posto!! »

« esatto..»

Dice guardandomi male, ma poi scoppia a ridere.

Decidiamo di andare di nuovo in salotto e Marco mette una mano attorno alle mie spalle.

« ti va di uscire sta sera?»

Non riesco nemmeno a rispondergli che sentiamo una porta sbattere e dei passi pesanti farsi sempre più vicini.
La persona alza lo sguardo abbassandosi il cappuccio e, come me, rimane sbalordito nel vedermi.

Guarda me e poi guarda Marco che ha ancora il braccio attorno alle mie spalle.

« oh, questo è mio figlio, Giorgio»

È un fottuto incubo...

« Giorgio, lo conosco, è amico di mia figlia, non sapevo avessi un altro figlio»

« e io non sapevo che Giorgio e Chanell si conoscessero»

Dice ridendo.

Giorgio saluta mio padre con una stretta di mano e poi si siede sul divano appoggiando i gomiti sulle ginocchia.

Mi siedo su una sedia e lui mi guarda negli occhi.

Ha gli occhi rossi ed è pallido.

Verso le sette e mezza andiamo in sala da pranzo a cenare e poi Marco mi fa vedere la mia stanza.

« ti lascio sola »

Lo ringrazio e poi se ne va chiudendo la porta.
Mi butto sul letto e scrivo a Giulio che sono a casa di Giorgio e ovviamente si è arrabbiato perché non gliel'ho detto.

*MA NON LO SAPEVO! MANCO MIO PAPÀ LO SAPEVA*

Lui risponde con un, va bene ti credo.

Blocco il telefono ed esco dalla stanza, curiosa di sapere chi sta urlando.
Mi avvicino alla stanza accanto che è semi aperta.

« NON LA TOCCARE CO LE TUE SUDICE MANI»

urla Giorgio.

« SENTI RAGAZZINO, IO FACCIO CIÒ CHE VOGLIO»

urla Marco.
Vedo Giorgio tirare un pugno a Marco.

Sussulto e con il mio scarso equilibrio cado a terra e la porta si spalanca.
I due si girano verso di me.

Mi alzo velocemente e vado a dividerli, portando Marco via di li.
Entriamo in camera mia e mi chiudo dentro.

« ma state insieme?»

Chiede.

« no, storia lunga»

Lui annuisce, si alza e mi abbraccia.

« l'uscita per sta sera è ancora valida eh»

Sorrido e gli do un bacino sulla guancia.
« allora esci che mi preparo»

Lui esce e chiude la porta.
Apro la valigia e prendo una gonna verde a vita alta e lunga fino a metà coscia e un top nero, corto e maniche lunghe.
Mi metto le calze lunghe fino alle ginocchia blu scure.
Mi metto gli stivaletti neri e poi mi pettino i capelli e metto un cerchietto piccolo e nero e mi trucco.
Prendo la giacchetta ed esco dalla stanza e busso a quella della camera di Marco.
Mi viene ad aprire e devo dire che è davvero un bel ragazzo, ma a me piace Giulio.

Lui sorride guardandomi da testa a piedi e sorride come un ebete.
Gli tiro uno schiaffetto sul braccio.
Salutiamo tutti e usciamo.
Saliamo sulla sua macchina e partiamo.

Ho scoperto che ha vent'un anni.

Nel mentre andiamo alla festa di un suo amico nessuno parla.

Appena arrivati parcheggiamo e scendiamo.
Mi affianco a Marco ed entriamo dentro la casa.
Inizia a presentarmi i suoi amici e delle sue amiche poi mi offre da bere e andiamo a ballare.

Non so perché ma ho la fottuta sensazione che qualcuno continui a guardarmi, ma non ci faccio caso e stanca chiedo a Marco di ritornare a casa.
Salutiamo i suoi amici e andiamo a casa.
Mi accompagna fino alla mia camera.

« grazie mi sono divertita»

Gli do un bacio sulla guancia e lui se ne va.
Mi giro verso la mia stanza, ma vengo attratta da un ombra alla fine del corridoio.
Spaventata entro in camera e chiudo la porta, mi svesto e mi metto il pigiama, poi mi sdraio sul letto.
Cerco di prendere sonno ma niente.
Mi giro nell'altro lato, ma urlo vedendo di nuovo un ombra vicino alla finestra.

Subito la porta della camera si spalanca ed entra Marco e anche suo padre ci raggiunge.
Quest'ultimo accende la luce e la finestra è spalancata.

Marco mi si avvicina a mi abbraccia, cercado di farmi calmare e mi addormento subito.


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