capitolo 49.

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Il risveglio è stato piuttosto brusco, dato che mio padre mi ha urlato di svegliarmi scuotendomi come se fossi un giocattolo per bambini.

Mi diede esattamente cinque minuti per scendere e così feci e ora mi ritrovo seduta sul divano, mentre Sara, Silvia e mio padre in piedi avanti a me.

Se mi vogliono fare una ramanzina ora penso non servi a nulla, dato che sono mezza addormentata e non capisco nulla.

Mio padre prende parola.

« Chanell, ormai stiamo diventando una famiglia e con Silvia abbiamo deciso di mettere delle regole a questa casa. »
Alzo li occhi al cielo e poggio la schiena sullo schienale del divano, incrociando le braccia sotto al seno.

« prima di tutto dovrai imparare a chiamare Sara sorella e Silvia mamma»

Fa una pausa, forse per vedere la mia reazione, che è neutra.

« seconda cosa se vuoi vedere i tuoi amici e se loro devono venire qui devi chiedere il permesso o a me o a Silvia »

Fa un altra paura e il mio sguardo è ancora neutro.

«poi dovresti uscire anche con tua sorella»

Interviene Silvia.

« io e lei? Con i miei amici? Non resisterebbe cinque minuti. »

Dico e Sara abbassa lo sguardo e mio padre mi fulmina con lo sguardo e io roteo gli occhi.

« poi il coprifuoco è sempre alle undici, anche sei giorni festivi »

Dice di nuovo Silvia.

« COSA? NO! COL CAZZO ALMENO NEI GIORNI FESTIVI LASCIAMI PIÙ TEMPO, SAI CHE IL SABATO TORNO SEMPRE TARDI »

Urlo alzandomi dal divano.

« queste sono le regole, argomento chiuso ora va a prepararti che dovete andare a scuola.»

Sbuffo e corro in camera mia, chiudendo la porta violentemente.
Mi giro contro essa e inizio a sferrarle una fila di pugni, fino a che le notte non sanginano e la porta si apre ed entra Sara.

Appena vede la mia mano, dalla quale gocciola il sangue, corre verso di me chiedendomi se stavo bene.

Strattono il braccio via da lei e la spingo lontano da me.

Non vale nemmeno la pena di insultarla.
Mi avvicino alla mia borsa e prendo una canna, la metto tra le labbra e la accendo.
Aspiro il fumo e poi lo butto fuori.

« ma che faii?!»

Urla Sara, correndomi in contro e prendendomi la canna dalla bocca e buttandola a terra e poi la schiaccia.

« MA CHE CAZZO FAI TU, COGLIONA SAI QUANTO COSTA QUELLA ROBA?!»

urlo, dato che era l'ultima canna di buon prezzo.

« era pure droghaa? Ma che cazzo ti rovini?!»

Sbuffo e raccolgo il rimanente per terra e lo butto dalla finestra che ho precedentemente aperto.

Vado dentro al mio armadio e indosso dei jeans neri a vita alta e un top a maniche lunghe grigio e le vans nere.
Mi pettino i capelli e senza nemmeno truccarmi torno in cameretta, prendo lo zaino il telefono e dei soldi dal cassetto che chiudo sempre a chiave.

Metto i soldi nel portafogli e poi esco dalla camera e poi ci casa.
Corro in garage e prendo la mia moto, ci salgo sopra e parto a tutta velocità, sorpassando i semafori rossi e sfrecciando tra le macchine.

Arrivo in un parchetto appena fuori città, sono sicuro che qui c'è il tizio che vende la droga a Giulio e Giorgio.

Fermo la moto e la parcheggio in un angolino nascosto da un albero e poi gironzolo per il parco e finalmente vedo una ragazza.

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