"You're wearing our vintage misery. No, I think it looked a little better on me.
Alexus Campo
Mi spostai i capelli indietro, il nervosismo stava avendo la meglio su di me mentre me ne stavo seduta insieme alle varie donne che si erano presentate per questo lavoro. Erano tutte vestite con camicette che scoprivano le clavicole, gonne corte e capelli ricci mentre io me ne stavo seduta con la mia gonna lunghezza ginocchio e la camicetta abbottonata adeguatamente. L'unica cosa uguale a queste donne erano i tacchi. Oltre a questo ero il loro esatto contrario. Loro avevano rossetti luminosi, il mio era trasparente, il loro trucco era pesante, il mio era solo una linea di eyeliner per esaltare il verde dei miei occhi e del mascara.
Una donna uscì dall'ufficio e guardò la folla di ragazze mentre il cuore mi sbatteva nel petto.
"Alexus Campo." Il mio nome mi risuonò nelle orecchie un paio di volte prima che mi alzassi, cercando di sembrare il più professionale possibile.
La donna, con i suoi capelli neri tirati indietro in una coda elaborata, mi guardò prima di annuire e ordinarmi di seguirla. Il suono dei miei tacchi risuonò nella stanza. Cercai di ignorare le occhiate delle donne che non erano state chiamate. O sarei tornata a casa o avrei avuto il lavoro, non c'erano vie di mezzo e questo mi spaventava.
"Mr. Irwin, le ho portato la ragazza che voleva vedere." Disse mentre bussava. Ci fu una risposta borbottata dall'altra parte, i miei occhi si spostarono da lei alla porta aperta. "Siediti quanto ti viene detto, rispondi attentamente ad ogni domanda e non fare domande su quello che dice lui."
Io deglutì ed entrai nell'ufficio non appena lei si spostò. Il suo ufficio era grande, un quadro che potevo riconoscere come Primavera era l'unica cosa che portava colore all'ufficio scuro. Il pavimento era a scacchi neri e grigi. C'erano due poltroncine nere di fronte alla scrivania in legno nero. Sopra c'era un computer, delle carte e una targhetta in platino con il nome "Mr. Ashton Irwin' che mi fece chiudere lo stomaco.
Troppo presto incontrai i suoi occhi color nocciola, mascella tesa, capelli scuri e ricci tirati indietro e un paio di occhiali. Indossava un completo scuro, io spostavo il peso da un piede all'altro mentre aspettavo i suoi ordini. Lo guardai finchè la sua bocca si aprì. "Si segga, Miss Campo." La sua voce era profonda e si poteva notare un certo accento. "Il suo curriculum è eccellente, le sue raccomandazioni sono notevoli. Ha parlato con il preside di Harvard?"
Io annuì velocemente mentre mi sedevo in un delle poltrone. Lui guardò il mio fascicolo, i miei occhi guardavano le sue mani prima che lui incontrasse il mio sguardo.
"Ha delle domande sul mio curriculum?" Chiesi, domandandomi se avessi sbagliato a parlargli in modo diretto.
"Che cosa le piacerebbe fare, Miss Campo?" La mia gola si seccò alla domanda. Ovviamente ero qui perché mi piacevano gli affari, le mie mani si unirono mentre lui si poggiava contro lo schienale della sedia.
Accavallò le gambe mentre una mano si posava sul suo mento. C'erano momenti davvero importanti in cui avevo la risposta pronta e preparata, per impressionare l'uomo o la donna davanti a me.
Questo non era uno di quei momenti.
"Sono una persona moderata, Mr. Irwin." Riuscì a dire e deglutì. "E' un po' sconvolgente, ma non ho mai avuto altre se non un forte piacere verso gli affari."
L'uomo che se ne stava seduto di fronte a me con la mascella contratta ed un'espressione dura mi guardava attentamente. "Non sembra la tipa."
"Non penso che le sia permesso presumere qualcosa." I suoi occhi si illuminarono di divertimento, un piccolo sorriso si formò sul suo viso dopo le mie parole.
Si alzò rigidamente e mi guardò mentre io univo le mani per nascondere il fatto che stessero tremando.
"Posso fare molto più di quello che immagina, Miss Campo." Disse, le mani unite dietro la sua schiena. "Quindi credo di poter fare che diavolo voglio."
Il mio respirò si bloccò non appena lui si fermò davanti a me, la schiena poggiata contro la scrivania. Il mio cuore stava impazzendo, sollevai una mano per togliermi una ciocca di capelli dal viso.
"Mi scusi." Dissi, guardando verso il pavimento.
Mr. Irwin mi scrutò un'ultima volta prima di allontanarsi.
"Inizia lunedì, faccia un minuto di ritardo ed è licenziata." Sbottò, la mia bocca si spalancò.
Mi ci volle un minuto prima di alzarmi.
"Grazie, Mr. Irwin." Mi affrettai a dire, ma rimasi ferma lì.
"Non mi faccia pensare di aver scelto male." Disse. "Arrivederci, Miss Campo."
****
Il mio migliore amico era seduto sul divano, una mano gli infilava popcorn in bocca e l'altra teneva un bicchiere di vino. Glielo presi immediatamente e lo bevvi fino a sentirmi un po' meglio riguardo quello che era successo oggi. Ma anche dopo aver rubato il fiammeggiante drink dal mio migliore amico tutto quello a cui riuscivo a pensare era pelle abbronzata, occhi color nocciola e completo nero.
"Desumo che tu non abbia ottenuto il lavoro?" Chiese, guardandomi sedere accanto a lui per guardare vecchie puntate di America's Next Top Model.
"Oh, l'ho ottenuto." Dissi e mi passai una mano tra i capelli. "E' l'uomo per cui lavorerò che è così...E' così rigido ed esigente."
"Di già?"
"E' una vibrazione che ho sentito venire da lui, Kale." Spiegai e posai la testa sulla sua spalla. "Non so se voglio farlo."
"Hai provato per mesi ad ottenere un lavoro, ti mancano pochi mesi fino alla laurea e hai un corpo fantastico." Io arrossì per l'ultima frase e mi coprì il viso con le mani. "Ma non sai come usare il tuo bell'aspetto per avere dei vantagi."
"Penso di averlo fatto oggi." Sussurrai, chiudendo gli occhi. "Mi hanno chiamato mentre ero circondata da quel tipo di donna con cui fai sesso sulla scrivania."
"Beh, in realtà, non vorrei considerare di colpire un paio di fuoricampo per il team gay." Disse Kale e si allungò per riempire il bicchiere che io avevo bevuto.
Sospirai e mi accoccolai di più contro di lui che mi circondò istintivamente con il braccio. "Non voglio crescere."
"Allora vai a lavorare da Toys R Us." Suggerì lui e si portò il bicchiere alle labbra. "O in un asilo."
"Non adoro esattamente i bambini." Gli ricordai e sospirai prima di allontanarmi. "A volte penso che sarei dovuta rimanere nell'Essex e vivere la mia vita come una prostituta."
"Hai l'attrazione sessuale di un eremita e io lo vedo perché ti voglio bene." Kale rise e mi pizzicò il naso.
"Grazie per la botta di autostima, tesoro." Risi ed andai in cucina prima di fermarmi a chiedermi perché lui mi aveva assunto e perché aveva scelto proprio me tra tutte quelle ragazze.
Non era qualcosa a cui avevo ancora pensato fino ad ora, la testa iniziò a farmi male al pensiero.
Gesù, ero in qualche casino profondo.
A/N: Primo capitolo del secondo libro di questa serie, The CEO Series. Il primo libro si chiama Mr. Hemmings e, se non l'avete ancora letto, vi consiglio di farlo perchè, anche se non sono strettamente connessi, ci sono alcuni dettagli che potreste non capire se non avete letto Mr. Hemmings (sul mio profilo, ovviamente, c'è anche la traduzione). Come al solito, spero che questo libro vi piaccia e, niente, buona lettura.
Baci, Marta
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.