Alexus Campo.
Mi svegliai il giorno dopo con Ashton aggrappato a me. Il suo petto era premuto contro la mia schiena, il caldo mi stava consumando mentre gli accarezzavo il braccio. La sua faccia affondò di più contro il mio collo, un sorriso si dipinse sul mio viso stanco. Gli diedi un bacio sul braccio prima di girarmi nel suo abbraccio, accarezzandogli la schiena fino a toccargli il sedere.
"Buongiorno, futura moglie."
"Buongiorno, futuro marito." Sussurrai, baciandogli gentilmente il petto. "Penso che ieri sera tu mi abbia promesso del sesso mattutino."
"Ho bisogno di energia." Mormorò mentre gli baciavo il collo e il mento. "Per favore?"
"Pancakes?"
"Conosci sempre la strada per arrivare al mio cuore?" Chiese, sorridendo come un bambino. Gli accarezzai la natica sinistra prima di baciarlo. "Lo prendo come un si."
"Sarebbe completamente immorale se fossi troppo pigra per vestirmi e andassi a cucinare nuda?"
"Voglio dire, potrei sempre mangiare dal tuo corpo." Io arrossì e mi allontanai da lui, afferrando la sua maglietta e infilandola prima di uscire dalla stanza.
"Fai una doccia o rimani a letto. Torno tra mezz'ora." Dissi, lui annuì e affondò di nuovo tra i cuscini, addormentandosi di nuovo.
Fare i pancake era una delle cose più semplici. Tranne per il fatto che in cucina era tutto disordinato; qualcosa che mi dava molto fastidio. Ma alla fine iniziai a tornare al piano di sopra quando vidi un bigliettino attaccato al tavolo vicino le scale.
Grazie per tutto –Wendy x
Il battito del mio cuore aumentò, il mio corpo si irrigidì, ma continuai a salire le scale. Lui doveva avere una spiegazione, l'aveva sempre. Aveva sempre una giustificazione. E glielo dovevo di ascoltarlo prima di saltare subito a delle conclusioni. Era seduto e stava controllando il telefono quando entrai e gli rivolsi un piccolo sorriso.
Come faccio a togliere il discorso?
"Cos'hai?" Ashton mi distolse dai miei pensieri, un sorriso pigro sul viso. Nonostante avesse dormito una notte intera sembrava ancora stanco. Sei anni di notte piccole non sarebbero state sistemate in poche notti di buon sonno.
"Niente." Sussurrai, poggiando il vassoio sul letto. "Ho solo --" Feci una pausa, leccandomi le labbra. "Ho visto un biglietto sul tavolo vicino le scale ed era firmato da Wendy e non ti sto accusando di niente, è solo--voglio sapere se dovrei preoccuparmi."
Lui unì le labbra tra di loro, cercando di rimanere fermo mentre annuiva. "Si, è stata qui qualche giorno fa perché le serviva aiuto. Volevo dirtelo, ma con la compagnia e il fatto che ti stai comportando in modo strano me ne sono dimenticato."
"Okay." Gli tesi il piatto e sorrisi. "Pensi che mi stia comportando in modo strano?"
Annuì, ma aspettò di finire il pancakes prima di rispondere. "Stai molto male e non pensare che non me ne accorgo quando la notte ti alzi per vomitare. Ci ho pensato e –"
"Non sono incinta." Mormorai. "Voglio dire, non lo so con certezza, ma non posso essere incinta. Non sta succedendo."
"Piccola." Mi prese il mento con una mano e mi guardò. "Perché sembri terrorizzata? Non mi arrabbierò se lo sei."
"Non sono spaventata che tu possa arrabbiarti o cosa, ma non sono pronta per guardare un bambino e sentirmi chiamare mamma. Non so come ci si sente. Non so cosa voglia dire essere un genitore o essere lì per qualcuno. Non sarò una buona madre."
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.