Alexus Campo.
Ashton era la persona più irritante del mondo quando si trattava del giorno di Halloween. Pensavo che fosse irritante durante la preparazione, ma non permise letteralmente alla truccatrice di andare a casa finchè il suo trucco da scheletro non fu perfetto (come il mio. Questo significava solo innervosirmi di più perché ero già arrabbiata o triste).
"Ashton, stai bene." Mormorai, cercando di nascondere la mia irritazione mentre continuava a mormorare 'che cosa mi sono dimenticato?', facendomi sospirare.
"So che manca qualcosa." Si stressò Ashton, facendomi borbottare mentre giocavo con la stoffa del vestito scuro che stavo indossando. Mi ricordava un vestito che avrebbe potuto indossare un mago di Harry Potter. "Puoi, per favore, aiutarmi?"
"Forse è la sigaretta dietro il tuo orecchio." Lui si fermò e si toccò l'orecchio, un sorriso luminoso si dipinse sul suo viso mentre annuiva. "Nessuna sorpresa. Possiamo andare adesso?"
"Potresti essere un po' più entusiasta." Ashton mise il broncio, facendomi alzare gli occhi al cielo.
"Hai passato quasi un'ora a cercare una sigaretta e io sono in continua lotta con me stessa perché non so se voglio piangere o urlare per un paio di ore." Ashton si zittì, prendendomi la mano mentre entravamo in macchina. Mi strinse al suo petto e mi baciò.
"Mi dispiace."
"Va bene." Mormorai e gli circondai il collo con le braccia. "Possiamo solo baciarci per un po'?"
Ashton ridacchiò e annuì, baciandomi di nuovo. (E nonostante il suo tentativo di mantenere intatto il trucco, lo rovinammo solo intorno alla bocca. Anche il nostro stupido tentativo di sistemarlo fallì alla grande).
Posò un ultimo bacio sulla mia bocca prima di sorridere. "Indovina?"
"Mmm?"
"Ho cercato su google l'intera storia del fare sesso mentre sei incinta." Il mio corpo si irrigidì al suono della parola. "Possiamo decisamente fare sesso mentre sei incinta."
Io ridacchiai e gli presi il viso tra le mani, baciandolo di nuovo. "Fantastico, perché sto letteralmente soffrendo per te."
"Soffrendo, huh?"
"E' una cosa di tutto il corpo." Chiarì, uno sguardo illeggibile sul suo viso.
"Andiamo alla festa prima che ti permetta di attaccarmi proprio qui."
****
Le persone si ubriacavano davvero velocemente e con 'persone' intendevo Ashton Irwin. Le donne indossavano vestiti striminziti, gli uomini le cose meno originali ed io me ne stavo con il mio vestito nero che era strappato in qualche punto con un paio di leggins, i capelli raccolti in una treccia disordinata. L'unica che non era coperta di trucco era la bocca, visto che non avevamo potuto sistemarle.
"Piccoooooola." Ashton rise, baciandomi gentilmente il collo mentre io cercavo di nascondere la mia stanchezza ed ero abbastanza sicura che i miei piedi stessero per arrendersi. "Lo sapevi che stai per avere il mio bambino?"
"Davvero?" Chiesi, fingendomi sorpresa. "Non ne avevo idea."
La puzza di tequila e vodka irradiava da lui, facendomi arricciare il naso mentre lui mi rideva in faccia.
"Bene bene." Ridacchiò e mi prese il viso tra le mani, baciandomi. Sorrisi contro la sua bocca e passai le dita tra i suoi capelli mentre continuava a baciarmi.
Io gemetti, le sue mani mi sollevarono sopra il bancone del bar. Dei bicchieri caddero sul pavimento, la mia presa tra i suoi capelli si intensificò mentre lui iniziava a baciarmi il collo. Piccoli gemiti lasciavano le nostre labbra gonfie, i suoi occhi incontrarono i miei.
"Penso che dovremmo prendere una stanza." Mormorò, rivolgendomi uno sguardo malizioso. "Adesso."
"E io penso che tu sia ubriaco ed eccitato." Sussurrai, baciandolo ancora una volta. "Ce ne andremo e torneremo a casa."
"Non sei divertente." Mise il broncio, aiutandomi a scendere dal bancone.
Borbottò e mi prese per mano. Sembrava così giovane, soprattutto nell'oscurità della stanza. Aveva un sorriso dipinto sul viso. Era come se anni di stress fossero stati cancellati e lui fosse tornato ad avere ventidue anni invece che ventisei. Ashton piegò la testa di lato e mi guardò con attenzione.
"Sta bene, piccola?" Mi posò un dito sotto il mento, il mio corpo si spostò verso il suo così che il mio petto toccasse il suo. "Stiamo bene?"
"Stiamo bene, Ash." Sussurrai, le mie mani sul petto mentre lui mi guardava. "Sto bene. Lo giuro. Tu stai bene?"
"Meglio di quanto mi sia sentito in sei anni." Ammise e posò la fronte sulla mia. "Dovevo solo aspettare te per sentirmi bene."
"Non dirlo." Sospirai, passando il pollice sul suo labbro inferiore. "Saresti potuto stare bene da solo. Pensi solo che sia stata io."
"Tu ti sei presa cura di me." Le sue labbra sfiorarono le mie. "Per tutto il tempo. Non lo noti neanche quando lo fai, ma tu ci sei sempre, Alexus, sempre."
"E' perché ti amo." Sussurrai, posando una mano sulla sua nuca e baciandolo. "Ti amo così tanto, Ashton."
"Ti amo anche io, Alexus, così tanto. Ti amo, così tanto, piccola." Disse, abbracciandomi mentre io lo baciavo di nuovo.
****
La mattina portò ad Ashton un terribile mal di testa. Era sconvolto, borbottò mentre si voltava di lato e imprecò, il che mi fece domandare che cosa avesse che non andava prima di ricordarmi che era assolutamente ubriaco la scorsa notte e che si era rifiutato di bere dell'acqua.
"Penso che sto morendo." Borbottò, circondandomi la vita con le braccia, avvicinandomi a se. "Puoi avere tutto tu."
"Non stai morendo." Mormorai e gli spostai i capelli dal viso, lasciando un piccolo bacio sulla sua fronte mentre lui sussultava leggermente. "Hai solo il mal di testa."
"Mm." Borbottò, allacciando le gambe con le mie. "Rimani a letto con me, per favore?"
"Non hai fame?"
"Tantissima, ma preferisco che tu rimanga a letto con me." Mi baciò una clavicola e fece un respiro profondo. "Saremo sposati tra meno di due mesi e mezzo."
"E' come una fune." Continuò. "Una fune che mi lega a te perché mi ricordo di quando mi ero allontanato da te solo per tornare da te. Il giorno in cui ti ho detto che volevo provare ad avere tutto questo con te, lo intendevo davvero ed era per quella corda che ero lì. Tu sei la fine della mia corda, Alexus."
Il cuore mi sbatteva nel petto, batteva solo per lui mentre mi guardava con quegli occhi che mi facevano affondare in quella fossa fatta di lui, perché non potevo fare a meno di lui. Lui era il vino che mi intossicava.
"Ti amo." E speravo che questo fosse tutto quello che aveva bisogno di sentire per capire quanto fossi innamorata.
Era il mio primo amore. Il mio primo vero amore.
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.