quatre.

1.6K 61 4
                                    


Alexus Campo.

Kale mi lanciò una maglietta nera, uno sguardo esasperato sul suo viso. Tutto quello che avevo nel mio armadio non era sexy, secondo le sue parole. Tutto quello che mi provavo era o da suora o qualcosa che avrebbe indossato mia zia di quarant'anni, anche se non ne avevo una. Quindi adesso avevo tra le mani la stoffa nera e feci un smorfia.

"Questa non mi copre neanche la pancia." Borbottai, pensando al mare di persone che ci sarebbe stato. Kale alzò gli occhi al cielo, indossava un paio di pantaloni marroni, una camicia bianca sotto una giacca nera.

I suoi capelli erano tirati indietro come al solito. Io, invece, ero una bambola da vestire nelle sue mani; per il momento almeno. Mi infilai velocemente la maglietta sopra il mio reggiseno senza spalline. Questa volta lui sorrise e annuì.

Dopo mi lanciò la mia donna nera che mi arrivava a metà coscia e i tacchi rossi che non indossavo da chissà quanto. Quando finì ed erano già le sette Kale decise che arrivare al party un po' brilli era una buona idea.

"Sei un idiota." Dissi, la sua mano spinse un drink verso di me. "Non mi ubriacherò con te."

Kale alzò gli occhi al cielo e bevve, sussultando prima di rivolgermi uno sguardo allegro. "Okay, possiamo andare a festeggiare."

Sorrisi per il mio amico entusiasta prima di aggrapparmi al suo braccio e scendere le scale del nostro appartamento. Kale non era completamente ubriaco, ma quando lo era, era un completo idiota che non sapeva quando stare zitto.

"Sai, quando ti ho incontrato ho pensato di diventare etero." Io ridacchiai e lo feci salire sul taxi che avevo chiamato. "E' vero!"

"Pensavo che fossi assolutamente e positivamente gay, per questo non ho fatto una mossa." Lo provocai e mi misi a sedere accanto a lui dopo aver detto l'indirizzo all'autista.

Kale sorrise come un bambino. "Puoi sentire il profumo di gay da un miglio."

"Magari da un'intera città, ma sai, qualsiasi cosa ti piace." Risi e gli strinsi la mano. Kale posò la testa sulla mia spalla.

"Sono grato di averti trovato mentre rubavi quegli occhiali da sole di Versace al negozio." Kale sospirò e intrecciò le nostre dita.

Ed ero grata anche io, ma non appena vidi la familiare macchina davanti a noi aspettai solo che la portiera di aprisse. Kale mi trascinò fuori dalla macchina prima che potessi dire niente e mostrò i nostri inviti al buttafuori prima di camminare verso la grande casa. Non appena arrivammo Mr. Irwin scese dalla sua macchina. Indossava una camicia con i primi bottoni sbottonati e un paio di jeans con degli stivaletti marroni.

Le mie interiora si contrassero, il cuore iniziò a sbattermi nel petto mentre lui mi guardava. Mi passai le mani sui fianchi prima di fare un passo avanti, cercando di mantenere l'equilibrio su questi tacchi.

"Miss Campo." Mi salutò e mi prese una mano, portandosela alla bocca. Le sue labbra si posarono sulle mie nocche, sentire le sue labbra mi mandò delle scariche elettriche nel corpo intero. "Sei adorabile."

"Posso dire la stessa cosa di te." Dissi e mi voltai verso Kale che mi aveva abbandonato per entrare dentro e iniziare a festeggiare. "Mi piacciono quegli stivali."

Lui ghignò prima di allungare un braccio verso di me. Rigidamente posai una mano sull'interno del suo bicipite e ci incamminammo dentro la casa di Tai.

Mentre camminavamo lui spostava ogni tanto lo sguardo su di me.

"Non sono mai riuscito a spiegarti la mia proposta." Mi ricordò, rivolgendomi lo stesso sguardo con cui mi aveva guardato in ufficio.

Mr. Irwin } a.f.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora