Ashton Irwin.
Non sapevo quanto potesse mancarmi una persona fino al momento in cui mi ritrovai in un altro continente concentrato sul lavoro e senza tempo per chiamarla o anche solo per fare una videochiamata. E neanche lei aveva tempo. Era con mia madre e l'organizzatrice del matrimonio mentre cercava di gestire tutte le cose per il baby shower che stavano organizzando.
Alexus era tutto il tempo irritabile, ma cercava di mascherarlo con veloci baci così che io non fossi irritato con il mondo e non c'erano ragioni sufficienti per spiegare il mio amore per una donna che pensava costantemente agli altri. Ero in riunione quando ricevetti una telefonata.
Era la suoneria che avevo impostato per Alexus.
"Scusatemi." Mormorai, alzandomi e prendendo il mio telefono. "E' la mia fidanzata incinta."
Gli uomini annuirono, come se capissero anche se non era così. Loro non sapevano come fosse essere costantemente preoccupati per qualcuno perché avevano degli investigatori privati per quello. Io non avevo bisogno di uno, non quando la mia intera fiducia ruotava su Alexus.
"Ashton? Scusa, tesoro, ma sono solo di cattivo umore e ho davvero bisogno di sentire la tua voce." Disse non appena arrivai in corridoio, fuori dalla sala riunioni.
"E io sono grato che tu avessi bisogno di me. Mi stavo quasi per addormentare." Lei rise dall'altro lato della linea, facendomi sorridere. "Se finisco questa riunione in tempo potrei essere a casa questa sera."
"Ti prego." Lei sospirò e sapevo che si stava passando una mano tra i suoi bellissimi capelli marroni. "Mi manchi così tanto."
"E mia madre ti sta facendo andare fuori di testa?"
"Lo stanno facendo tutte. Penso che non capiscano la frase 'no, non voglio un baby shower e neanche Ashton'. Non la smettono neanche di parlarne quando dovremmo essere noi a discutere sui colori del matrimonio."
"Dovremmo usare colori invernali. Blu e bianco, si? Ma non solo blu, tipo blu cristallino." Feci una pausa. "E parlerò con mia madre. E' estremamente insistente, ma quando si tratta di chi è più spaventoso vinco io."
"Saresti il mio eroe." Sussurrò Alexus ed io non avevo mai voluto abbracciare qualcuno così tanto come in questo momento. "Ti amo così tanto. Ti aspetterò in aeroporto come sempre, okay, tesoro?"
"Non vedo l'ora di vederti, amore mio." Mi leccai le labbra. "Ti amo."
****
Cancellato. Il mio volo era stato cancellato ed era l'una del mattino quando toccai terra. Non sapevo cosa c'era di male nel mio aereo, ma quando arrivai apprezzai molto quello che vidi. Alexus era sostenuta e aveva un sorriso finto sul viso che mi diceva che non voleva parlare con la persona davanti a lei.
"Papà?" Lui mi sorrise, facendomi sussultare prima che Alexus mi distraesse. Le sue braccia mi circondarono, la sua faccia affondò nel mio collo mentre una settimana senza vederla o toccarla si faceva sentire.
La tenni stretta a me per quello che sembrò un secondo prima che lei si allontanasse per baciarmi una guancia. "Vado in bagno e tu puoi fare quello che devi fare."
Io deglutì e annuì prima di osservare mio padre. "Che ci fai qui?"
"Volevo parlare." Disse, spaventandomi. Sapevo che non dovevo essere spaventato.
Ero un uomo cresciuto. Non poteva più farmi male.
"Non ho idea di cosa dovresti voler parlare."
"Volevo dirti che mi dispiace." Disse. "Di tutti, di --"
"Non puoi scusarti per anni di abusi." Sbottai. "Non puoi solo presentarti qui e aspettare con la mia fidanzata incinta e aspettarti che io non sia arrabbiato. Tu, un uomo che ha sfregiato il mio corpo e che mi ha convinto che non potessi essere amato, non dovresti stare vicino a qualcuno che ha cambiato tutto per me."
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.