epilogue.

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Alexus Irwin.

La gravidanza era spaventosa da morire. Al sesto mese stavo rivivendo un rapporto con Ashton al contrario e litigavamo più del solito. Era come se avessi ingoiato una pillola della rabbia e mi sfogavo su di lui mentre divoravo tutto quello che vedevo.

"Smettila di essere una stronza per cinque secondi." Mi supplicò mentre cercava di finire alcuni bilanci finanziari che in realtà aveva finito giorni fa. Stava solo cercando di passare il tempo.

"Sei tu ad essere uno stronzo." Sbottai e guardai della rabbia dipingersi sul suo viso mentre si alzava. Si incamminò verso la porta, il mio cuore mi sprofondò nello stomaco mentre lui afferrava le chiavi della macchina. "No, Ash, tesoro, sono solo i miei sbalzi d'umore."

"Occupati di questo da sola, Alex, ho chiuso." Sbottò, lasciandomi sola in questo appartamento enorme. Sussultai e mi passai una mano sulla pancia, sospirando.

"Va tutto bene, piccolo." Sussurrai, volendo rassicurare più me stessa che chiunque altro. "Papà tornerà a casa presto."

Stones venne verso di me e iniziò a girare intorno le mie gambe mentre Fletcher saltellava per la stanza, il mio respiro era spezzato mentre cercavo di mangiare qualcosa che poi avrei vomitato subito dopo. Mi mancava Ashton e sapevo di non poter fare a meno di fare così quando mi arrabbiavo.

Socchiusi le labbra mentre cercavo di pensare a qualcos'altro oltre al fatto che Ashton mi aveva lasciato. Sapevo che mi stavo comportando da stronza quindi quando lo chiamai e lui non rispose non mi arrabbiai. Andai nella camera da letto e mi addormentai, il mio corpo freddo mentre dormivo.

Quando mi svegliai era perché avevo sentito Ashton. Unì le labbra tra di loro mentre rimanevo in silenzio nel buio della stanza. Il suono delle sue scarpe che colpivano il pavimento risuonò nella stanza, la cerniera dei suoi jeans e poi sentì il suo corpo quasi nudo accoccolarsi accanto al mio.

"Sei sveglia?" Chiese, posando un bacio sulla mia nuca. Io sospirai e mi portai una mano sulle labbra, continuando a rimanere zitta. "Mi dispiace."

"No, okay? Sono io quella che deve calmarsi." I nostri anelli si scontrarono, le parole che ci eravamo detti sei mesi fa mi tornarono in mente mentre mi giravo e baciavo Ashton. "Ti amo."

"Ti amo anche io, piccola."

****

"Merda." Sussurrai, fermandomi in mezzo al supermercato. Ashton si fermò e mi guardò preoccupato mentre io mi portavo una mano tra le gambe per poi guardarlo. "Sta arrivando."

"Adesso?" Chiese, avvicinandosi a me. Io annuì e mi aggrappai al carrello mentre arrivava la prima contrazione. "Oh cazzo."

Io sussultai mentre lui mi prendeva in braccio e si affrettava verso l'ingresso del negozio. Lui era anche più nervoso di me, la sua voce rimbombava dappertutto mentre urlava alla gente di spostarsi. Mi aggrappai a lui, il mio respiro era affannoso, il mio corpo si contorse ancora una volta mentre mi metteva in macchina.

"Va tutto bene, gattina." Mi sussurrò mentre guidava, tenendomi la mano.

Quando arrivai in ospedale, lui chiamò tutti. Le mie mamme arrivarono insieme a Lauren ed Harry. Harry ci lanciò la notizia che anche lui stava aspettando un bambino, cosa per cui Ashton lo colpì dietro la nuca perché così lo faceva sentire vecchio.

Anne gli urlò contro per tre minuti buoni prima che Lauren le ricordasse che io ero in travaglio in quel momento davanti a lui e Ashton tornò da me mentre io supplicavo per avere quella merda per alleviare il mio dolore alla schiena. Piangevo mentre lui mi baciava la fronte, anche i suoi occhi erano pieni di lacrime.

Mr. Irwin } a.f.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora