Ashton Irwin.
Svegliarsi accanto ad Alexus il giorno precedente al nostro matrimonio mi fece venire le farfalle allo stomaco. Il suo corpo era premuto contro il mio, il suo seno premuto contro il mio fianco e le sue braccia intorno alla mia vita e le sue gambe allacciate ad una delle mie. La sua testa stava usando un mio braccio come cuscino mentre le sue labbra erano socchiuse.
Il sole entrava dalla finestra, colpendole la pelle abbronzata mente la porta aperta del balcone (che avevo aperto durante la notte) faceva entrare aria fredda. Ero completamente innamorato del suo modo di essere. E non finiva mica qui il mio amore per lei, scorreva nelle mie vene e mi consumava.
Immagini della notte passata mi bruciarono la pelle, il suo corpo nudo pronto per essere dominato da me e solo da me. Il modo in cui si fidava così facilmente di me con la corda intorno ai suoi polsi mi portò una strana sensazione allo stomaco. A lei piaceva essere legata e scopata senza grazia.
L'amore della mia vita si stiracchiò accanto a me e si stese sulla schiena, le sue braccia si sollevarono sopra la sua testa, lasciando il seno in bella vista. L'aria fredda le fece irrigidire i capezzoli, la mia gola si seccò a quella vista mentre lei sbadigliava. Dio, alcune persone sembravano strane mentre sbadigliavano, ma Alexus no, lei sembrava bellissima in qualsiasi cosa facesse.
Il mio pene si quasi si irrigidì alla vista di lei così naturale e scopabile. Mi trattenni dal toccarla soprattutto perché era ancora indolenzita dopo la scorsa notte. Io invece mi voltai di lato e mi permisi di annegare nella sua bellezza.
"Buongiorno." Sussurrai, i suoi occhi si aprirono mentre io le baciavo una guancia. Un sorriso si formò sul suo viso.
"E non hai perso tempo, vero, Mr. Irwin?" La sua coscia mi sfiorò l'erezione, del rossore colorò i miei lineamenti di solito seri. Solo che non riuscivo ad essere serio vicino ad Alexus. Mi faceva sentire un ventenne, non un ventiseienne.
Il mio respiro si bloccò quando lei si voltò e spinse il suo inguine contro il mio. Mi posò le mani sulle spalle, baciandomi il petto.
Alexus di solito era così gentile a letto, la cosa più rude che aveva fatto era stata graffiarmi la schiena. O quando mi mordeva una spalla durante il suo orgasmo. Il mio corpo si irrigidì al pensiero di lei così naturale. Quello di ieri era solo l'inizio di quello che potevo farle a letto.
"Assolutamente no." Sussurrai, rispondendo alla sua domanda. "Ti voglio ogni secondo di ogni giorno."
La spinsi contro il materasso e le bloccai i polsi sopra la testa, i suoi occhi si chiusero mentre io le baciavo il collo. Muovendosi un po' cercò di liberarsi, io risi mentre la lasciavo andare e le posai le mani sul seno. Le mie dita sfiorarono i suoi capezzoli duri.
"Ashton." Ansimò, il suo corpo si inarcò verso il mio mentre le prendevo un capezzolo in bocca. La leccai. Un profondo gemito riempì la stanza, spaventandomi perché non era mai stata così rumorosa.
Mai.
Sospirai contro il suo capezzolo prima di sollevarmi di nuovo e baciarla. Le sue unghie affondarono nelle mie spalle, poi nella mia schiena, lungo la mia spina dorsale. Era un movimento che mi portò al limite. La sua lingua si mosse contro la mia, la mia spingeva contro la sua prima che lei mi leccasse il labbro inferiore.
"Gesù Cristo." Sussurrai, la sua piccola mano prese il mio testicolo destro. Mi strofinò, la punta del mio pene premuta contro la sua intimità. Un gemito scappò dalla bocca della donna sotto di me, aprì gli occhi per guardarmi.
"Fammi sentire quello che vuoi, Gattina." Gemetti, la sua bocca si aprì mentre mi prendevo il pene e lo strofinavo contro di lei.
Il mio nome lasciò le sue labbra.
"Papà, sono tua." Sussurrò. "Ti voglio tutto."
Senza pensarci due volte mi spinsi dentro di lei, la sensazione di lei così stretta mi fece impazzire mentre la mia bocca si vendicava sulla sua. Le sue unghie mi graffiarono la schiena, il letto scricchiolò per i miei movimenti rudi. I suoi gemiti risuonavano nella stanza, il suo corpo tremava per i miei movimenti senza grazia.
Le sue unghie affondarono nella pelle della mia schiena, trascinandosi in basso. La sensazione infuocante sulla mia pelle, i gemiti che lasciavano la mia bocca.
Afferrai i suoi fianchi con una mano e mi tenni in equilibrio con l'altra mentre continuavo a spingermi dentro di lei. Il suo corpo si irrigidì, il mio nome lasciava le sue labbra in urli che mi fecero venire.
Il suo corpo era morbido sotto il mio, posai le mani ai lati della sua testa mentre la baciavo pigramente e uscivo da lei. Alexus fece un respiro profondo e riuscì a ricambiare il bacio.
"Fammi vedere la tua schiena." Sussurrò, sedendosi. Mi misi a sedere anche io e mi girai per darle le spalle. "L'ho rovinata."
"Lo so." Risi, sussultando quando lei mi toccò i graffi. "Posso sentirlo."
"Mi dispiace, Ashton, io --"
"Non essere dispiaciuta per il fatto che ti piace essere scopata." Le dissi e le sollevai le gambe per farle allacciare intorno alla mia vita per accarezzarle la pelle mentre lei iniziava a baciarmi la schiena.
"Alexus!" La voce di Kale risuonò per tutto l'appartamento, io borbottai perché volevo davvero passare più tempo con Alexus.
Lei mi sorrise e mi baciò ancora una volta la schiena prima di baciarmi sulle labbra e alzarsi. Io mi stesi sul letto mentre lei si infilava le mutandine, un reggiseno senza fascette e un vestito blu con un paio di calza.
"Dove state andando voi due?" Chiesi, sedendomi mentre lei si sedeva sul bordo del letto per infilarsi i tacchi. Si spostò i capelli dalle spalle e si voltò per guardarmi.
"A fare shopping per la nostra luna di miele." Mi rivolse un sorriso eccitato e si avvicinò, prendendo una mia mano.
Mi guardò e io ero sicuro di essermi di nuovo innamorato di lei perché mi stava guardando come mi aveva guardato quando era entrata per la prima volta nel mio ufficio. Sembrava così sicura di se prima che io parlassi.
Mi ero sciolto al suono della sua voce, ma lei non aveva bisogno di saperlo.
"Ti amo." Sussurrai, baciandola. "Sta attenta, per favore."
Lei annuì e mi sorrise. "Ti amo anche io, Ash, tanto."
Lo sapevo che era così. Era la prima donna che mi dimostrava il suo amore invece che dirlo e basta.
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.