trente-et-un.

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Alexus Campo.

Quel piccolo simbolo mi stava tormentando. Era rosa, sbiadito e nella mano dell'uomo che mi aveva promesso che ci sarebbe stato nonostante tutto. Occhi color nocciola mi guardavano intensamente mentre io processavo il piccolo segno a forma di più sul bastoncino. La sua mano libera teneva la mia, assicurandomi che era qui e che ci sarebbe sempre stato.

"Sono incinta." Sussurrai, guardandolo annuire.

"Nove mesi e poi esploderai." Io borbottai alle sue parole e gettai il bastoncino del cestino prima di affondare il viso contro il suo petto. "Stai bene?"

"Ovvio che no." Mormorai. "Sembrerò una mucca e mangerò come un maiale e –"

"E io mangerò tutto quello che mangerai anche tu, va bene? Ti ho messo io incinta quindi sarà un lavoro di squadra." Sollevò le mani e le posò sulle mie guance. "Non sarai sola in tutto questo."

"Ma non sarai tu ad ingrassare e ad avere i piedi gonfi." Feci un respiro spezzato. "Sembro così superficiale, ma sono spaventata che mi vedrai in modo disgustoso e mi lascerai."

"Questo è un insulto." Mi posò un piccolo bacio sulle labbra. "Mi sono innamorato della ragazza con la camicetta completamente abbottonata, la gonna lunga fin sotto le ginocchia e i capelli in disordine che si sforzava di trovare le parole. Non mi sono innamorato di una donna elegante che sa come gestirsi."

Il mio cuore era suo e lui lo sapeva.

"Ashton Fletcher Irwin, sei uno sciocco."

"Solo per te, amore mio." Mi sollevò, le mie gambe gli circondarono la vita mentre camminava. "Una festa di fidanzamento, una festa per il bambino e un matrimonio. Siamo delle persone impegnate."

"Non abbiamo neanche pianificato nessuna di queste cose." Sbuffai e gli baciai la mascella. "Ci presenteremo e saremo fantastici."

"Tu, tesoro, dovrai solo presentarti perché sei già fantastica." Mi fece stendere sul letto e mi baciò gentilmente. "Quando vuoi dirlo ai tuoi genitori e a mia madre?"

"Alla festa di fidanzamento? Voglio dire, è domani e –"

"Tutti saranno lì." Mi baciò di nuovo. "Amerei vedere la tua piccola pancia dentro un vestito da sposa, sarebbe fottutamente tenero."

"Oh totalmente." Dissi, la sua bocca lasciava baci lungo il mio collo. "Avere la mia pancia che si vede da un vestito è il sogno di ogni uomo."

"Beh, almeno è il mio." Adesso aveva poggiato la fronte sulla mia, le sue mani ai lati del mio collo. "La grande casa con lo steccato bianco, una grande famiglia e tornare a casa dai miei piccoli mostri e la mia bellissima moglie. Questo è il sogno."

"Non ti facevo un uomo di periferia." Sussurrai, spostandogli i capelli dal viso mentre parlavo. "Penso che sia qualcosa che anche io ho sempre voluto, ma mi spaventava. Tu mi hai aiutato a capire tante cose." Ammisi e arricciai una ciocca di capelli.

Lui sorrise.

"Non sapevo neanche che avrei voluto vivere con un altro uomo che non era Kale." Lui mi guardò intensamente. "Ma con te voglio tutto e per la prima volta nella mia vita voglio appartenere a qualcun altro."

"Tu non appartieni a me, Alex. Tu sei tu e io sono al tuo fianco per amarti e stringerti e mostrarti il mondo."

"Sono tua. Abito proprio qui." Gli posai una mano sul petto e feci un respiro profondo. "E sarà sempre così."

"Lascia che ti porti da qualche parte."

"Tipo per cena?"

"No." Ridacchiò e mi baciò il naso. "Intendo in India o in Spagna --potremmo stare in un castello-- o a Parigi."

Mr. Irwin } a.f.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora