trois.

1.5K 71 4
                                    

Alexus Campo.

Mi svegliai il mattino dopo con la mano sulla pancia, la mia mente stava rivivendo la sensazione di lui. E poi c'era il fatto che oggi l'avrei rivisto. Mi alzai lentamente e cercai nel mio armadio qualcosa da indossare. Mi misi uno stretto ma innocente vestito blu e dei tacchi rossi, i lamenti di Kale vennero dalla cucina (e anche l'odore di caffè appena fatto).

"Non lasciare mai che sia Tai a ordinare da bere." Mormorò Kale, spingendo una tazza di caffè verso di me. "Neanche tu. Lei è fantastica con i drink, tu fai schifo."

Alzai gli occhi al cielo e mi portai il liquido alla bocca mentre prendevo l'iPad dalla mia borsa. Avevo dozzine di email, ad alcune delle quali potevo rispondere e il risultato fu averne ancora di più prima di spegnerlo e alzarmi.

"Vado a lavoro, ti prego non provare a cucinare perché per quanto io faccia schifo in tutto sono l'unica che sta come accendere un fornello." Kale annuì e si allungò per darmi un bacio sulla guancia.

"Vai a governare il mondo." Io uscì dal mio appartamento con l'iPad tra le braccia. Risposi alle email mentre camminavo, cercando di non pensare al fatto che Ashton Irwin mi aveva posseduto.

Ma ero sicura che se lui l'avesse saputo non mi avrebbe lasciato vivere in pace.

Quando arrivai in ufficio c'erano persone che si spostavano, donne che si affrettavano ed io ero completamente confusa. Mr. Irwin uscì dal suo ufficio per osservare la folla prima che i suoi occhi si posassero su di me. Occhi scuri, mani che si sollevarono per passare tra i suoi capelli. Andai verso di lui, nervosa su che cosa avesse in mente.

"Miss Campo." Disse e mi fece entrare nel suo ufficio.

L'atmosfera cambiò subito. La mia pelle tremò quando la sua mano si posò sulla mia spalla. Il cuore mi batteva all'impazzata contro il petto mentre il suo respiro mi colpiva la nuca. Mi stavo sciogliendo sotto il suo tocco e non aveva neanche iniziato a toccarmi propriamente.

Forse era perché avevo voluto che succedesse dal momento in cui la sua lingua aveva toccato il mio corpo. Ero già così frustrata verso l'uomo che pagava i miei assegni. Se sarebbe successo qualcosa avrei dovuto dire addio al mio lavoro.

"Mr. Irwin." Tossì, allontanandomi da lui. "Ha un incontro tra dieci minuti." I miei occhi si spostarono sull'iPad tra le mie mani. Ashton lo prese e lo lanciò sulla poltrona, prendendomi il mento con una mano.

"Miss Campo." Strinsi le gambe a quel suono. "Ho una proposta."

Mi posò l'altra mano sul fianco, la sua bocca pericolosamente vicina alla mia. Sentivo il cuore sbattere contro il petto mentre mi spingeva contro la scrivania. Le mie gambe erano aperte così che lui potesse sistemarsi in mezzo. Posai le mani sul suo petto, occhi color nocciola mi guardavano attentamente.

"Questo è inappropriato." Le sue lunghe dita tracciarono la forma della mia mascella, fino a tracciare piccoli cerchi sulla pelle delle mie clavicole. "Mr. Ir-"

"Ti voglio." Il mio respiro si fermò, i suoi occhi si chiusero per un momento. "Da quando tu e le tue fottute lunghe gambe siete entrate nel mio ufficio con quel broncio preoccupato ti ho voluto."

Questo era selvaggio. Era fottutamente sexy, ma non potevo lasciare che succedesse.

"Avere le tue fottute labbra intorno al mio pene." Le sue dita si posarono sul mio labbro inferiore, i miei occhi lo guardarono. "Possiamo fare un piccolo gioco."

"Vinco sempre nei giochi." Gli dissi sinceramente e cercai di allontanarmi da lui solo per essere spinta di nuovo contro di lui.

"Non mancherò di rispetto alle tue decisioni." Disse, allontanandosi da me. "Te lo chiedo perché ho visto donne distrutte da questo tipo di cose e non sarò la ragione perché la tua testa impazzisca."

Lo ascoltai. Aveva una morale. Era affascinando, era sexy.

"E' divertente." Dissi, vidi della rabbia nei suoi occhi. "Ti piace chiaramente il sesso, che tipo di sesso non è affar mio, ma mi spingi contro la tua scrivania come un selvaggio e poi mi dici che vuoi che tutto questo sia consensuale."

"Non sono un fottuto stronzo psicopatico." Sbottò Ashton, chiudendo le mani a pugno. "Sono un maledetto essere umano."

"Non scherzo." Sussurrai e mi raddrizzai, sistemandomi il vestito. "Adesso, Mr. Irwin, ha una riunione."

Ashton era livido, i suoi occhi erano fissi nei miei prima di girarsi e uscire. Io lo seguì in silenzio, chiedendomi che cosa sarebbe successo se gli avessi permesso di fare quello che voleva. Lui abbassò il viso per guardare il cellulare, la mascella testa mentre entravamo nella sala delle riunioni.

"Mr. Hemmings." Lo salutò Ashton, davanti all'uomo. I suoi occhi blu erano freddi, mi ricordavano quelli di Ashton mentre mi guardava.

"Tu devi essere la sua nuova assistente." Io annuì e strinsi la sua mano tesa.

"Alexus." Sussurrai, guardandolo per un attimo mentre annuiva. "Mr. Irwin, ha bisogno di qualcosa?"

Volevo solo andare via da qui. Non potevo sopportare la tensione tra lui e me. Era soffocante, mi faceva venire il mal di testa.

"Il pranzo, prendi qualcosa anche per te." Io annuì e mi allontanai.

New York era estremamente fredda, si vedevano segni di un indimenticabile inverno ed io non ero pronta. Comprai per me e Ashton del cibo italiano. Sollevai una mano per passarla tra i capelli e la busta con il cibo mi scivolò sul braccio fino a toccarmi la pancia.

Quando arrivai al suo piano tutto era calmo. I dipendenti stavano ancora scrivendo furiosamente sul computer, ma non correvano dappertutto come prima. La porta dell'ufficio di Ashton era semi aperta, la mia mano afferrò la maniglia per aprirla del tutto. Ashton era seduto sulla sua poltrona, Tai chiacchierava attivamente.

"Oh mio Dio!" Urlò quando entrai. "Stavo proprio dicendo ad Ashton che dovremmo tornare al club, magari quando il mio migliore amico non sembra il rigido uomo d'affari che è."

"Tai, sto cercando di lavorare." Borbottò Ashton, il suo sguardo si spostò per un attimo su di me prima di tornare sullo schermo. "Non verrò di nuovo al club."

Questa volta Tai alzò gli occhi al cielo e mi fece segno di avvicinarmi con il cibo. "Penso che sia un po' stressato." Lo giustificai, scioccata dalle mie stesse parole.

"Non gli è permesso di essere stressato, ha un centinaio di persone che lavorano per lui." Disse Tai e guardò nella sua borsa. "A te, d'altro canto, è permesso perché lavori per il mio amico maniaco del controllo e in più ti tieni al passo con la scuola."

"Non è tanto male." Feci spallucce e tesi ad Ashton un the in ghiaccio. "Di solito torno a casa, gestisco la maggior parte delle email e intanto faccio i compiti. Di solito Kale rimane sveglio con me per assicurarsi che non abbia degli attacchi a causa della mancanza di sonno e –"

"Hai attacchi di panico quando non dormi abbastanza?" Si intromise Ashton, spostando la sua attenzione su di me.

"Sono attacchi d'ansia." Dissi, il suo sguardo sembrava che mi stesse disidratando. "Li ho da quando facevo le superiori. Mi stresso troppo e quando non dormo abbastanza mi sento al limite e mi vengono attacchi d'ansia.

Ashton annuì, mordendosi il labbro prima di guardarmi. "Non avevi un lavoro prima di questo?"

"Certo." Posai sulla scrivania il secondo the. "Facevo la spogliarellista."

Tai sputò il suo the, Ashton spalancò gli occhi prima di alzarli al cielo. Aveva letto il mio curriculum. L'avrebbe saputo se avessi avuto un lavoro.

"Non è seria, Tai." Mormorò Ashton, ritornando al suo lavoro. "Non hai qualche sfilata a cui andare?"

"No, ma tu devi venire alla mia festa di compleanno."Tai si alzò e cercò qualcosa nella sua borsa prima di tendermi un invito rosa. "Ne ho già dato uno a Kale, ma amo come sono usciti questi invidi quindi voglio che tutti ne abbiano una copia."

"Quando è?" Chiesi, rispondendo da sola alla mia domanda quando lo lessi. "Domani?"

"Non preoccuparti, ho parlato con Kale, so che entrambi riuscirete a venire." Io annuì e guardai l'uomo che mi aveva osservato tutto il tempo.

Le mie interiora si sciolsero, il mio sguardo incontrò il suo prima di annuire.

"Ci sarò."


Mr. Irwin } a.f.i traduzione italianaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora