Ashton Irwin.
Vederla così vivace e felice mi fece sciogliere le interiora. Il suo sorriso avrebbe potuto illuminare l'intera stanza ed era così fottutamente adorabile nel suo vestito nero e con i tacchi rossi che la rendevano più alta di quanto fosse in realtà mentre ringraziava delle persone prima di correre verso di me con una corona in mano. Era abbinata alla coroncina che aveva in testa e prima che potessi dire qualcosa lei me la mise in testa.
"Buon compleanno in ritardo, mio potente re." Mise per un attimo il broncio, quasi irritata dal fatto che non le avessi detto quando era il mio compleanno.
Mi circondò il collo con le braccia mentre io posavo le mani sui suoi fianchi, avvicinandola per baciarla.
"Buon compleanno a te, mia allettante regina." Sorrisi e la strinsi a me. "Io, d'altro canto, sto diventando vecchio."
"Non è vero." Mormorò lei e mi prese il viso tra le mani. "Sei ancora giovane e lo rimarrai finchè non inizierai a lamentarti dei tuoi fianchi."
Alzai gli occhi al cielo e feci un respiro profondo. Era bellissima, il modo in cui la luce le illuminava la pelle, i suoi occhi luminosi e vivaci mentre parlava animatamente di come Kale l'avesse fatta entrare nel vestito.
"Ha detto che possiamo allargare una parte dell'appartamento così se vuoi lasciare alcune delle cose nel mio armadio andrebbe bene –"
"Mi stai chiedendo di trasferirmi?"
Lei si congelò, la sua faccia diventò rossa mentre univa le labbra prima di sospirare.
"Non lo so." Mi prese la mano. "Possiamo aspettare finchè non ti abitui ai tuoi sentimenti. Fino ad allora puoi far finta che non abbia detto niente."
Le presi il viso tra le mani e guardai la sua espressione che diventava curiosa prima che io la baciassi.
"Tu." Mormorai contro la sua bocca. "Sono profondamente innamorato di te."
Le tremavano le mani mentre si sistemava tra le mie gambe e mi posava la testa sulla spalla.
Erano semplici gesti d'affetto come questo che mi provavano quanto l'amassi. Non l'avevo fatto solo perché lei non mi lasciasse. Il sentimento che avevo per lei era sincero. Il modo in cui mi aveva tra le dita era surreale, la semplicità del suo tocco mi faceva inginocchiare sul pavimento e mi faceva sentire come se fossi al settimo cielo allo stesso tempo. Lei era la bellezza nella sua forma più pura.
Nessuna donna poteva essere paragonata alla mia.
Nessuna. Mai.
Rimanemmo così, le sue braccia intorno al mio torno, le mie labbra premute sulla sua fronte mentre palavamo tra di noi a bassa voce nonostante la musica rumorosa.
"E' una brutta cosa se sono già estremamente stanca?" Chiese, le sue labbra sfiorarono il mio collo.
"Mm." Le baciai la fronte e le accarezzai la schiena. "Io sono costantemente esausto."
"Non è lo stesso." Rise.
"No?" Chiesi, spostandole i capelli via dalla spalla. "Siamo entrambi stanchi."
"Si, ma tu lavori troppo quando potresti solo pagare qualcuno che lavori per te." Sollevò la testa e mi guardò. "Lo sapevi che tu, Luke Hemmings, Michael Clifford e Calum Hood siete i più giovani e ricchi uomini d'affari del mondo?"
"Davvero?" Dissi con finta sorpresa, la sua espressione euforica mi fece aumentare i battiti contro il petto. "Non lo sapevo. Dove l'hai letto?"
"Ti ho cercato su Google." Fece spallucce e sorrise, baciandomi velocemente prima di sistemarsi la coroncina. "Balli con me?"
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Mr. Irwin } a.f.i traduzione italiana
Fanfiction[Secondo libro della 'The CEO Series'] "Abbiamo una cosa in comune, Miss Campo, ed è la mia maledetta lingua." Traduzione italiana della storia di @kingsofmuke, tutti i diritti e i meriti sono riservati a lei.