CAPITOLO 22

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"I can be your hero"
Enrique Iglesias

Ci guardiamo tutti.
Credo sia evidente il fatto che temiamo possa essere la madre di Jonathan.
E perché abbiamo paura poi?
Mi alzo e vado verso l'ingresso mentre prego in tutte le lingue che non sia la persona a cui sto pensando.
Guardo dallo spioncino e la persona che vedo dall'altra parte della porta non è di sicuro chi mi aspettavo.
-c'è qualche problema? -chiedo aprendo la porta

-sì. -entra di corsa -un grosso problema. Devi ass..-si blocca non appena arriva in salone e vede gli altri -oh..ciao ragazzi -

-buonasera signora Stev..-iniziano in coro ma si fermano anche loro accorgendosi che mia madre ormai non è più la signora Stevenson. Mi viene una fitta e mi giro cercando di nascondere quanto sia addolorata.
Già, mia madre non è più la signora Stevenson. A volte sembra che io abbia accettato la cosa ma bastano parole o ricordi a farmi capire che in realtà una parte di me non ha ancora digerito la questione.

-Helen -li corregge lei -chiamatemi semplicemente Helen-

Annuiscono ancora un pò imbarazzati e sicuramente sollevati.
Mia madre mi accenna con il capo la cucina e la seguo.
Cos'è successo di così grave da metterle tanta ansia.
Prende un bicchiere e lo riempie d'acqua.
-perché non hai usato le tue chiavi?-le chiedo.
In fondo questo resta casa sua.

Beve qualche sorso e si siede posando la borsa -le ho dimenticate. Kim, dove diamine hai il cellulare? -domanda

Credo d'averlo lasciato nella mia borsa che ora sarà da qualche parte.. nella casa.
In camera! Jonathan aveva messo via le sporte e la mia borsa appena eravamo arrivati. -in camera -le rispondo.
Scommetto che mi ha chiamata.
-in camera -ripete -quante volte ti ho detto di tenerlo sempre vicino? E non in silenzioso magari. Ci passi tutta la tua vita e quando ti chiamo non rispondi mai -mi rimprovera per l'ennesima volta per questa storia.

Non è colpa mia. Ho sempre il cellulare acceso e con me,quando il volume della suoneria è al massimo non mi caga mai nessuno, appena metto in silenzioso chiamano tutti, anche Obama.

-mi dispiace-ripeto per l'ennesima volta -che è successo? -

Sospira e dice: -ha chiamato tua nonna, domani verrà qui, anzi oggi -si corregge guardando l'orologio al polso.

Nonna =soldi e regali.
Non capisco perché lei sia tanto nervosa.
Io sono contenta. -il problema dov'è? Ma resta qui o da te? -

-non hai capito. Secondo te sarei triste se stessi parlando di mia madre? -mi fa notare.

Ah.
Ora capisco. Quindi se non è sua madre è.. -la mamma di papà? -

Annuisce -ne hai altre? -chiede ironica.-mi ha chiamata un paio d'ore fa. Mi avvisa sempre all'ultimo momento e sono sicura che lo faccia apposta. Pensavo anche che non avesse più il mio numero -
Ok. Fantastico!
L'ultima volta che l'ho incontrata è stato al funerale del figlio. Ha rivolto a mia madre uno sguardo gelido che se avesse potuto uccidere ci sarebbe riuscita. Non ha parlato con nessuno. Solo il nonno non er tanto arrabbiato. Lui e gli altri suoi figli.
Con i figli mia madre ha sempre avuto un buon rapporto. Io un pò di meno con i miei cugini. Sono quasi tutti più piccoli di me.
Con i figli dei fratelli di mia madre invece non mi sono mai sentita, insomma,dalla parte di mia madre conosco solo la nonna. Tutti gli altri sono come dei fantasmi. So che ci sono ma non li ho probabilmente mai visti, non che io sappia comunque.

-cosa vuole? -chiedo

-non lo so. Lo scopriremo solo vivendo. Sei libera di scappare se vuoi. Ho paura persino io di lei -

Mi prende in giro? -tu hai sempre paura -le ricordo -sei ansiosa per tutto. -

-non è vero! -si difende. Si alza e prende la su borsa -..non sempre. Come va con Jonathan?-cambia argomento

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