CAPITOLO 5

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"is it too late now to say sorry?"
Justin Bieber

Parcheggio l'auto nel primo posto che trovo libero e entro nel supermercato dopo aver preso un carrello.

Può darsi che passando tra gli scaffali trovi un sacco di altre prelibatezze.
Non si sa mai..

Passo nel reparto surgelati e continuando a spingere il carrello in avanti, ci butto dentro tutto quello che mi sembra necessario o buono fino a sbattere contro qualcosa.

Giro la testa e due occhi scuri mi fissano con un sorriso a dir poco mozzafiato.
È un ragazzo castano, indossa una semplice t-shirt bianca e un paio di jeans neri.

Ero così occupata a guardare il cibo che non mi ero nemmeno preoccupata di guardare dove stessi andando.
A quanto pare anche lui.
O forse mi è venuto addosso apposta.
O forse, era fermo e io gli sono andata addosso.

-ciao Kim -mi saluta mettendo nel suo di carrello uno yogurt.

Yogurt! Come ho potuto dimenticarmi di.. un momento.

-ci conosciamo? -chiedo sorpresa

Non credo aver mai visto questo tizio prima d'ora e non mi sembra minimamente famigliare.. ah no, forse sì.
No invece,è la prima volta che lo vedo.
È la prima volta, vero? Ma a che cazzo serve il cervello certe volte, mi chiedo.

Forse sei tu il problema.
Taci, coscienza dei miei stivali.

-non ti ricordi di me? -è un pò deluso ma il sorriso gli è ancora rimasto.

-dovrei? -

-ci siamo conosciuti qualche anno fa, tanti anni fa, alle Hawaii. In estate.. -

Aggiunge particolari vedendomi ancora confusa. MA cosa vuole? È già tanto se ricordo cos'ho mangiato ieri e lui pretende che mi ricordi delle persone che ho visto anni fa?

-..sono il ragazzo del limbo-continua -anzi, più che ragazzo ero il bambino -ride leggermente.

Ahh.
-ehy, mi ricordo di te! -

O quasi.
Ma io alle Hawaii ci sono andata all'età di quattordici anni! E se non sbaglio dovrebbe avere la mia stessa età. Ma come cavolo fa a ricordarsi di me e del mio nome?

-sei cambiata -mi dice

-già -rispondo distrattamente -scusa ma non ricordo il tuo nome e non capisco come tu faccia a ricordarti di me se effettivamente sono cambiata -

-Nick -continua a sorridere per niente infastidito della mia dimenticanza -ti ho riconosciuta dal sorriso. Non chiedermi come abbia fatto -aggiunge subito dopo

Dal sorriso?
-all'inizio non ne ero sicuro. Ti ho vista anche alla lezione di scienze oggi ma eri troppo distratta per notarmi. Sembravi preoccupata -

-lezione? Scienze? Vivi qui? Cioè non al supermercato -

Stupida! L'ultima frase potevo anche risparmiarla!

-si, ora vivo qui -sorride ancora -sono venuto a terminare i miei studi -

Finii di prendere quello che dovevo comprare e dopo aver pagato uscii.
Nick è uscito prima di me e mi aspetta appoggiato a una macchina poco distante dalla mia.
Metto le buste della spesa in macchina e prima di entrare lo guardo curiosa.
C'è una domanda che non smetto di farmi da quando l'ho visto e per quanto sia banale è in qualche modo qualcosa a cui vorrei trovare risposta. -non ti fanno male i muscoli facciali a forza di sorridere sempre? -sputo

Beh.. non l'ho detto nel modo più formale ma insomma.. mi ha capita.

Sorride sempre. Ha sorriso anche a una donna che avrà avuto una quarantina d'anni ed era alla cassa con un broncio che a me ha fatto salire il crimine oltre ai suoi sbuffi e alle smorfie di ogni cinque secondi. Ma mi chiedo: chi cazzo le ha detto di fare quel lavoro?

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