Capitolo due.

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Quando mi svegliai, erano le undici ed ero da sola, dov'era finita Emma? Alex ancora non c'era...
Non sapevo che fare, perciò continuai a rimanere stesa sul mio letto, a scazzeggiare sui social.
Andai su facebook e cercai "Lorenzo Cantarini", l'alunno che faceva da professore privato di greco ad Alex.
Lo trovai, e dopo un po' di tempo mi decisi a inviargli la richiesta d'amicizia.
Mentre continuavo a navigare su internet, mi arrivò una notifica da parte di Facebook. Ebbi paura di guardarla, ma comunque riuscì a vedere che era una notifica riguardo Lorenzo, sicuramente aveva accettato l'amicizia!
Sentii bussare la porta e per questo mollai il cellulare sul letto.
Aprii la porta e mi ritrovai lui.
«Hey ciao, Lorenzo!» lo salutai imbarazzata.
«Credevo stessi con Alex.» continuai.
«Alex è con Emma nel piano di sotto.» mi disse sorridendo.
«Ah, beh, allora come mai sei qui?» chiesi guardando in basso e poi alzando lo sguardo verso di lui.
«Volevo sapere se stasera venivi alla festa.» mi disse sorridendo.
«Oh, no no, non vengo, grazie.» dissi.
«Ah, peccato. Perché?»
«Non mi va e non sono granchè interessata.»
«Aaaah, non ti piacciono le feste?»
«Diciamo di si.» finì il discorso facendo rimanere il silenzio tra noi.
«Va bene.» disse. «Allora non so, ci vediamo sotto alle 12:30, che si mangia!» mi disse toccandosi la pancia, aveva fame probabilmente!
«Ah grazie mille Lorenzo.» dissi sorridendogli.
«Di niente.» finì il discorso andansone e salutandomi con la mano.

Era un Dio quel ragazzo.
Guardai l'orologio ed erano le undici e trenta. Passava così lentamente il tempo.
Però, pensare di rivedere Lorenzo alle 12:30 mi faceva più che piacere.

Passò un ora e iniziai a scendere le scale. Ma che fine avevano fatto quelle pazze delle mie compagne di stanza?!
Comunque, mentre scendevo, sentì dei passi pesanti scendere velocemente, e delle risate maschili. Erano due ragazzi che, probabilmente facevano la gara a chi arriva primo, per arrivare di sotto, mi spinsero e mi fecero cadere a terra, ma loro è stato come se non se ne fossero accorti.
Rimasi li, a toccarmi il polso dolorante, e nel frattempo mi alzavo.
Arrivata di sotto, finalmente, riconobbi quei due ragazzi e andai verso di loro.
«Allora?!» li guardai storto.
«Allora cosa?» chiese uno di loro.
«Fate più attenzione quando correte alle scale.»
«Ah sei tu la vittima che abbiamo fatto cadere?» chiese l'altro.
«Direi di si.» dissi.
«Mi dispiace, è colpa di Pierozzi!» disse il ragazzo.
«Mia?! Ma che cazzo dici? Sei stato tu a proporre la gara e lo sai che io non mi tiro mai indietro!» mugolò l'altro, Pierozzi.

Aspettate un secondo, lui era il famoso Pierozzi da sbattere al muro giorno e notte? Okay, su questo non gli diedi torto.

«È colpa tua!»
«No, tua!»
«Sei un deficente!»
«Leiner, sei un maleducato.»

Okay, Pierozzi e Leiner erano i deficenti allora.

«Sei uno stupido!»
«Ah si? E tu sei un babbeo!»
«E tu sei un' idiota!»
«Ragazzi...» cercai di chiamarli.
«Sei un mostro!»
«E tu sei un demente!»
«Ragazzi! Vi ho solo chiesto di fare più attenzione, datevi una calmata!» dissi alzando la voce.
«Hai capito Francè?! Fai più attenzione!» disse Leiner.
«Anche tu, è pure colpa tua se è caduta!» ribattè l'altro.

Mi allontanai lasciondoli nel loro mondo, erano bellissimi ma pazzi.

«Vedo che hai fatto amicizia!» mi disse ridendo Emma.
«E che amicizie...» commentai.
«Sono molto amici, lo fanno apposta.» disse Alex.
«Mhh.» mugolai guardandoli male.
«Vabbè, felici loro.» dissi ridendo.
«Vieni al nostro tavolo.» disse Alex prendendomi per, grazie a Dio, il polso "sano".

Al tavolo c'eravamo io, Alex, Emma, Lorenzo, Riccardo e un ragazzo di nome Alessandro.

«Buona la pasta oggi.» commentò Riccardo mangiando.
«Esatto!» si aggiunse Emma.
«Di solito fa schifo?» chiesi ridendo.
«Solitamente le prelibatezze che offre questa cucina, non sono adeguate alle mie papille gustative.» disse a modi di un professore facendoci ridere tutti.
«Parlerai sempre così?» chiesi ridendo.
«Va a momenti.» mi rispose Alessandro ridendo, è un ragazzo molto timido, non parla mai!
«Siete poco deficenti.» dissi ridendo mentre Riccardo si girò dall'altra parte facendo il finto offeso.
«Lorenzo, non mangi?» chiese Alex a lui.
«Ho mangiato.»
«Ma se il piatto è pieno!» disse Alessandro.
«Vabbè se vuoi mi sacrifico a mangiare quello che hai lasciato...» continuò ridendo Alessandro rubandosi il piatto.
«Tutto tuo.» disse lui con lo sguardo perso nel nulla.
«A che pensi?» chiesi.
«A nulla, Rita.»
«Sicuro?»
«Sicuro, tranquilla.»
«Va bene.» finì la conversazione.

Erano le due del pomeriggio quando noi tre, ovvero io, Emma e Alex, ritornammo in camera.

«Emma, Alex, che compiti ci sono per dopodomani?» chiesi.
«Scherzi?»
«No, Emma.»
«Poi vediamo domani, perchè tu verrai alla festa di stasera.»
«No Alex, non vengo!»
«E daje Rita!»
«Emma, no, non mi va.» gli dissi buttandomi sul letto.
«Vabbè, vedremo chi vincerà.» dissero in coro.
«Come volete.» finì.
All'improvviso mi arrivò una notifica: accesi il cellulare ed era di facebook. Lorenzo mi aveva scritto in privato.


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