Capitolo cinquantasette.

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«Rita! Sei già tornata!?» chiese sorpreso Malcolm.
«Tu che dici?» chiesi.
«Merda...» sentì sussurrare l'altro.
«Lorenzo...» sussurrai io «esci fuori da questa casa. Ora.» ordinai.
«Già, va' via.» disse il mio coinquilino.
«Non è come pensi.» disse avvicinandosi a me, Lorenzo.
«Senti, a me non importa proprio niente di te. Seriamente, hai talmente rotto le scatole, che alla fine non sento nemmeno il motivo per cui dovrei arrabbiarmi. Non mi devi niente. Non voglio sentire niente. Non voglio che tu mi prenda per una cogliona, ancora di più. Ora esci fuori, davvero, ti prego.» dissi.

Vidi lui andarsene lentamente, guardando me e poi lui. Poi uscì di casa.

«Io...»
«Sh. No. Non voglio sapere niente.» dissi sedendomi su una sedia.
«Sicura?»
«Abbastanza.»
«Ok. Com'è andato il lavoro?»
«Ah, bene. Sabato siamo invitati a casa di Lorenzo. Ti presento i suoi amici e la mia collega, a meno che tu non conosca già i Dear Jack.» dissi.
«Si, un po' si. Ma posso venire?»
«Certo. Basta che lui non faccia la puttana con te davanti ai miei occhi, perché sennò, mi butto da sola dalla finestra.» dissi poi alzandomi.
«Era lui il ragazzo per cui eri innamorata persa?»
«Si. Ma lui no. Non ricambiò mai il mio amore.» dissi sconsolata «chi è per te lui?» domandai.
«Vuoi veramente saperlo? »
«Si.»
«Un mio amante.» disse.
«Oh.»
«Già.»

Decisi di cambiar argomento, anche perché era una cosa abbastanza importante da sapere.

«Sai...ma che si mangia oggi?» chiesi.
«Ah, non lo so.» rise.
«Bello.» dissi «okay, preparo una frittata, ho capito.» dissi prendendo il necessario per farne una.
«Va bene, ti aiuto?»
«No, piuttosto, dimmi com'è andata a te.»
«Inizio col dirti che lavoro solo di pomeriggio. Gli altri orari non erano disponibili, ma si guadagna bene.» disse.
«Meglio così.» dissi.

Poco dopo un quarto d'ora ci ritrovammo a mangiare insieme ciò che avevo cucinato. Non dicemmo una parola.

«Okay, io vado su', a dormire. Okay?» mi disse lui.
«Come vuoi.» dissi.

Andò di sopra e sentì il rumore dei suoi passi sempre più lontano e cautelo.
La mia vita era una confusione:
inizamo dal fatto che mi ero innamorata inizialmente di un ragazzo per cui persi la testa, Lorenzo, poi mi convinse di lasciar perdere e quindi provai a stare con Riccardo, un ragazzo degno di stare accanto a me, ma io ero troppo poco per lui, in fondo. Già, lui meritava di meglio.
Come io meritava qualcuno che non era Lorenzo.
Un ragazzo molto strano, ma conosciuto soprattutto per il suo carattere misterioso e cinico.
Era imprevedibile.
Ma basta parlare di lui.
Io non riuscì mai a capire una cosa: perché dovunque andavo, c'era sempre lui? Era destino? Dovevamo stare insieme?

Non seppi mai rispondere.
Forse dovevo andarmene da lì e conoscere gente nuova.
Ma dovevo sempre fare avanti e indietro per lui? Si, per evitarlo.
Cosa c'è di più brutto?

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⏰ Ultimo aggiornamento: Jan 09, 2017 ⏰

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