Capitolo quarantasette.

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Mi svegliai sul suo petto nudo, la luce del sole penetrava dalla finestra debolmente e una mano mi accarezzava dolcemente la schiena.

Aprii gli occhi e lo guardai.

«Buongiorno dormigliona. Dormito bene?» mi chiese dolcemente.
Scossi la testa come risposta positiva e   girai la testa chiudendo gli occhi.

«Dai su, è ora di alzarsi. Sono le nove meno dieci. Andiamo a fare colazione?» chiese.
Mi girai in pancia in su con gli occhi socchiusi.
«Okay.» dissi «buongiorno a te» continuai.
«Sono comodo?»
«Tantissimo.» dissi sedendomi sul letto e sbadigliando.
«Che fai oggi?» chiesi alzandomi in piedi e provando a non cadere.
«Oggi ritorniamo a Montefiascone. A che ora partite voi?» mi chiese.
«Il prima possibile, anche se visitare la mia bella Roma non sarebbe una cattiva idea. Dipende da lei.» dissi andando davanti allo specchio della camera.
«Capito.» disse.
«Ah, una domanda...»
«Dimmi!»
«Ma Dalila stanotte ha dormito con Francesco?»
«Si, è andata nella tua stessa trappola.» sghignazzò.

Sospirai. Provai a sistemarmi i capelli in modo decente.

«Andiamo sotto dagli altri? Non li ho visti proprio dopo quel favoloso concerto.»
«A proposito, ti è piaciuto?» chiese infilandosi i pantaloni.
«Tantissimo! Siete stati grandiosi. Mo che andiamo da loro glie lo dirò.» continuai.
Misi i pantaloni.
«Mi lavo i denti e sono pronto.» disse andando in bagno e lasciando la porta aperta.

Aprii la finestra e c'era un'aria fresca. Presi il cellulare e scrissi il buongiorno a Dalila che ancora non era venuta online quella mattina. Ultimo accesso alle 03:57.

Poco dopo meno di cinque minuti, lui uscii dal bagno.

«Andiamo?» mi domandò.
«Si!» dissi mangiandomi una gomma da masticare.

Andammo in ascensore. Durante quel piccolo tragitto ci sorridevamo.
Lui sorrideva.
Io sorridevo.

Uscimmo dall'ascensore e andai insieme a lui nella sala dove si faceva colazione, si pranzava ed eccetera.

«Buongiorno alla band più figa del secolo!» urlai non appena li vidi.

Francesco mi abbracciò forte fino a farmi mancare il respiro, poi fu il turno degli altri.

«Allora vi è piaciuto? Sicure?» chiese Alessandro sedendosi ad un tavolo con un cornetto alla nutella davanti.
«Certamente!» dissi.
«È stato così elettrico il concerto.» commentò Dalila salutandomi.
«Ne siamo felici!» disse Riccardo con soddisfazione.
«Scusatemi, vi rubo Dalila.» dissi prendendola per il braccio.

Ci allontanammo e vedemmo i ragazzi avvicinarsi fra loro e parlare.

«Allora?» chiesi entrando in bagno. «Racconta ogni piccolo particolare!» dissi emozionata.
«Beh, che ti posso dire? Non appena ero entrata in stanza mi son ritrovata Francesco in mutande sul letto che mi guardava e diceva che mi pensava tantissimo. Poi ha spento le luci e ci siamo coccolati.» raccontò tutto d'un fiato.
«Coccolati come?» domandai con un sorrisetto.
«Carezze e baci, niente di più. » sorrise.
«Vi siete fidanzati?»
«No! Ma vorrei tanto si creasse quel tipo di legame...» sognò.
«Eh, lo so...»
«E voi? Avete fatto il bordello?»
«No!» dissi poi proseguendo a raccontargli tutto.
«Oh mio Dio!» rise «Sono pazzi da legare questi ragazzi.»
«Eccome! E ora usciamo prima che pensino cose perverse.» dissi uscendo e ridendo.

Li raggiungemmo di nuovo e parlammo con avente ognuno, un sorriso a trentadue denti.

Io e Lorenzo ci tenevamo la mano. Era una bella sensazione, lo dovevo ammettere.

«A che ora partite?» chiese Dalila.
«Tra non molto, poi ci vediamo a casa.» disse Francesco.
«Casa di chi? Ne abbiamo una nostra e non lo sapevo?» chiese ironicamente Dalila.
«Dai, era per dire!» si giustificò Francesco ridendo.

Discutemmo ancora e ancora, poi se ne andarono e noi partimmo dieci minuti dopo.

«Lo ami?» mi chiese Dalila.
«Si.» dissi.
«Perchè l'affermazione sembrava triste?»
«Fa paura essere innamorati.»
«Lo so.» mi disse mentre con la macchina raggiungevamo Montefiascone.

Dear Jack- Ossessione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora