Capitolo trenta.

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Francesco si avvicinò alla commessa che aveva appena finito di servire quelle due ragazze.

«Hey.» disse lui facendola voltare.

«Buonasera. Le serve una mano?» chiese con delicatezza.

«Anche due...» disse lui con voce profonda.

«Ehm...che le servono? Cerca dei pantaloni? Delle magliette? Oh, abbiamo anche delle scarpe la a sinistra e poi...-» la interruppe.

«Ehm...» di guardò in torno provando a farsi venire qualcosa in mente.

«Si. Ehm, mi servirebbero dei pantaloni.» disse infine.

«Oh, sono accanto a lui alla sua destra!» disse lei indicandoli.

«Ehm, grazie...» disse lui vedendo Dalila allontanarsi. Noi ridemmo sotto i baffi, provando a non farci vedere da Francesco che ammirava falsamente i pantaloni.

«E mo che si inventerà?» chiese Riccardo ridacchiando.

«Probabilmente che non sa qual è la sua taglia.» disse ridendo Alessandro mentre Francesco prendeva dei pantaloni color rosso fuoco in mano.

«E' impazzito? Fanno schifo quei cosi!» dissi con una faccia schifata.

«Mi auguro che non spenderà 40 euro per quelli.» disse Lorenzo.

«Tu come lo sai che costano così tanto?» chiese Leiner.

«Sono i "nuovi arrivi", come minimo costerà 40, ma potrebbe essere anche 100.» disse Lorenzo col fare l'intellettuale.

«Mentre Francesco è all'opera, possiamo guardare anche noi la roba, invece di fissare le sue mosse?» chiese Emma.

«E' meglio dai.» dissi camminando un po' più in la.

Eravamo sparsi per il negozio.

«Emma, guarda! Questo vestito ti starebbe un incanto!» la chiamai e le indicai il vestito.

«Dici!? E' davvero bello!» disse Emma meravigliata.

«Cosa!?» chiese improvvisamente Lorenzo mettendosi fra noi due.

«Che vuoi? Sei una femmina? Vai via.» lo spinse Emma ridendo.

Mentre quei due "giocavano", io guardavo Riccardo che prnedeva in mano una maglietta e glie la faceva vedere all'amico, Alessandro, che gli dava una pacca sulla spalla.

Riccardo ti faceva sentire a tuo agio. Era una di quelle persone che ti faceva battere il cuore ma ti faceva sentire bene allo stesso tempo, era la mia casa.

«Che guardi?» chiese Lorenzo distraendomi dai miei pensieri.

«Niente.» dissi «Ma tu ti senti femmina o...cioè, perché sei nel reparto femminile?» risi.

«Mi piacciono le cose qua.» disse rispondendo all'insulto.

«Guarda la: è un vestitino nero sexy. Potrebbe starti bene.» dissi ridendo.

«A me non dona il nero.» disse quasi gridando. «Senza offesa, Leiner.» disse facendosi notare da lui, e quest'ultimo rispose col fare il dito medio.

«Era una battutaccia.» dissi provando a non ridere, non potevo dargliela vinta.

«Già.» disse Emma. «Andiamo in un altro negozio?» chiese.

Improvvisamente si avvicinò Francesco con tanta roba in mano.

«Si, andate pure. Io vi raggiungerò fra poco, credo.» disse.

«Hai tutti quei vestiti da provare!?» disse Lorenzo «Me fai schiattà Fra!» continuò uscendo dal negozio.

«Va bene, a dopo amico.» disse Alessandro.

«Pago i calzini e arrivo.» disse Riccardo.

«A tra poco, spero, Fra!» disse Emma salutando Dalila e uscendo.

«Ci vediamo domani!» disse Leiner lasciando sulla montagna di abbigliamento a Francesco, un foulard.

«Ti stavi dimenticando di questo!» disse ridnedo e correndo all'uscita.

«Coglione...» sussurrò Francesco andando nei camerini.

Una volta usciti tutti tranne Francesco, entrammo in un altro negozio di abbigliamento: ne uscimmo con una busta ciascuno in mano.

«Hey, è Fra che ci sta raggiungendo quello!» disse Riccardo ridendo.

«Hey amico, tutto bene?» chiese Leiner.

«Certo...» disse lui «Oggi mi sono fatto solo ammirare, ma poi la invito ad uscire.» disse Francesco.

«Ma non hai comprato proprio niente?» chiese Alessandro.

«No, nulla.» disse Francesco facendoci ridere tutti.

«Ora che si fa?» chiese Emma guardando l'orologio.

«Che ore sono?» chiese Lorenzo.

«Quasi le sette meno venti.» disse Emma.

«E se ci comprassimo un gelato?» proposi.

«Vada per il gelato!» confermò Leiner battendo le mani.

Dopo dieci minuti ci sedemmo ad un tavolo mangiando il gelato.

«Buono eh!» disse Alessandro gustandoselo.

«Alessandro è un vero intenditore!» disse Leiner ridacchiando.

«Leiner ti sei fatto tutto bianco!» gridò Francesco.

«Ora Leiner, non è più di colore, ci dispiace.» disse Riccardo.

«Mangiate il gelato che si scioglie!» disse Emma.

Ridemmo finché Lorenzo non fece una domanda.

«Tutti noi abbiamo una Guerra Personale. Qual è la vostra?»




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