Capitolo venticinque.

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«Buongiorno dormigliona!» mi chiamò provando a svegliarmi lei.

«Bun-ci-ono.» dissi provando a dire qualcosa di sensato con la voce impastata nel sonno.

«Dai Rì sono le otto e quaranta, oggi dobbiamo visitare la città! Dai dai!» mi tirò un cuscino in faccia e mi alzai scocciata e controvoglia.

Andai in bagno a cambiarmi, una maglietta semplice grigia e pantaloni strappati a fiori, nulla di che insomma. Poi misi le scarpe azzurre e le allacciai. Una volta pronta, notai che Emma non era in casa ma fuori. Parlava con qualcuno. All'inizio ebbi paura che fosse uno di loro, ma poi capì che era un'altra persona qualunque. Uscii di casa, chiusi a chiave la porta e mi avvicinai a lei una volta sola.

«Chi era?» chiesi.

«Oh, nessuno, un tizio a cui erano cadute le chiavi e glie l'ho raccolte.» disse con un sorrisetto.

«Va bene, okay. Allora, che si fa?» chiesi guardandola.

«Io direi di andare a fare colazione. Andiamo a cercare un bar o un McDonald's.» mi disse Emma andando nella direzione della casa di Lorenzo.

Quando passammo davanti casa loro, Emma non fece altro che commentare e fermarsi davanti all'abitazione.

«Che bella casa ha Lorenzo!» commentò con entusiasmo.

Non potevo biasimarla, era davvero molto carina. Un giardino abbastanza grande e un cane che dorme. Ah, Artù.

«Beh, ci muoviamo? Non vorrei sembrare una stalker.» dissi guardandomi intorno.

«Ma no...-» Emma fu bloccata dalla porta che si apriva e un ragazzo dai capelli ricci che correva al cancello, quindi verso di noi.

«Oh ma che carine! Delle Jackers davanti casa!» disse euforico.

Io ed Emma riuscimmo solo a dire allo stesso tempo "Pierozzi!?".

«Certo che sono io! Dovreste saperlo!» disse ridendo.

«Allora, gli autografi dove li faccio? chiese ancora lui.

«Ma sei serio?» chiesi ridendo.

«Non ci hai dattero riconosciute!?» chiese facendo la finta offesa Emma.

«Scusate, ma non ricordo di avervi viste agli instore...»

«Frena frena frena. Instore hai detto?» chiesi con una smorfia.

«Firmacopie? Dove i cantanti firmano le copie dei loro dischi...hai presente?» mi chiese Francesco col fare ovvio.

«A questo ci ero arrivata..ma..tu...-» sussurrai confusa al massimo.

«ODDIO SEI DIVENTATO UN CANTANTE!» esclamò Emma ridendo.

«Ma che dici!?» chiese ridendo «Il cantante qua è un altro.» disse ridendo.

«Non ci sto capendo nulla. Sei in una band?» chiesi sgranando gli occhi.

«Certo! Sono il chitarrista dei Dear Jack!» disse fiero.

"DEAR JACK!?" chiedemmo io e lei all'unisono.

«L'ho sentita nominare, oh mio Dio...-» s'interruppe Emma.

«Ora tocca a voi. Chi siete?» chiese Francesco squadrandoci.

«Io sono Rita e lei Emma, quelle del collegio, tre anni fa...ti sei già scordato?» chiesi ridendo.

«Oh mio Dio ma siete proprio voi!» disse scioccato ma felice.

«Eh già, dove te lo faccio l'autografo?» chiesi prendendolo in giro.

Dear Jack- Ossessione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora