Capitolo sei.

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«Rita, Rita, svegliati, dai dai, sbrigati.»

«Cosa c'è?» chiesi dormendo.

«E' mezzanotte e trenta, svegliati.»

«Mezzanotte e mezza? Oddio, siete pazze, lasciatemi dormire.» continuai.

«Dai vieni, scappiamo fuori.» continuò una ragazza, forse era Emma.

«Scappare? Dove? E perché? E con chi?» chiesi spalancando gli occhi.

«Ma quante domande fai? Dai, mettiti dei vestiti accettabili, non vorrai uscire con il pigiama.» continuò a parlare lei.

Mi alzai controvoglia, presi felpa e pantaloni a caso, andai in bagno e mi cambiai.

Quando uscii, ebbi il tempo di prendere solo il cellulare. Non potei prendere il giubbotto e fuori faceva freddo, quelle erano pazze e se prendevo la febbre le incolpavo.

Andammo piano piano in una stanza, era la 222, mi era familiare. Quando aprirono la porta mi ebbe tutto chiaro: era la stanza dove alloggiavano Lorenzo, Riccardo e Alessandro. La dentro c'erano pure Ylenia, Leiner e Francesco, una bella banda!

«Che dobbiamo fare?» chiesi guardandoli.

«Ogni lunedì lo facciamo: scappiamo per tutta la notte e rientriamo alle sei e mezza.» mi spiegò Ylenia.

«E dove andiamo?» chiesi ancora.

«Vedrai.» disse Riccardo. «Ora saltiamo da li.» disse indicando il balcone della loro stanza.

«Ma se siamo in alto!» dissi guardando la distanza fra finestra e terra.

«Ti arrampichi su quell'albero.» mi disse Alessandro.

«Non mi va di fare la scimmia nel cuore della notte.» dissi fissandoli.

«Vorrà dire che rimarrai qui, nella nostra stanza, da sola con la preoccupazione che possiamo entrare in qualsiasi momento e spaventarti.» mi disse Lorenzo, finalmente ha parlato il Cantarini!

Ci pensai un po' su, sembrava una cosa folle e stupida, ma dall'altro canto, sembrava anche entusiasmante e figo.

«Okay, ma voi mi dovete aiutare.» dissi.

«E' così che si fa!» mi disse Leiner.

Ci avvicinammo al balcone, salirono sul muro che faceva da "ringhiera" e incominciò Francesco ad aggrapparsi al ramo dell'albero. Insomma, lo fecero tutti tranne me e Lorenzo, che mi stava dietro.

«Tocca a te.» mi fece notare.

«Lo so.» risposi. Dai, se ce l'hanno fatta loro, ce la posso fare anch'io, no?

«Dai Rita, sbrigati!» mi incoraggiò Ylenia.

«Forza Rì!» continuò Lorenzo. Ma perché mi parla?

«Dai Rita, ce la puoi fare!» disse Francesco.

Alla fine scesi, pian piano, ma scesi.

«Dopo non voglio sapere come si sale.» dissi mentre Emma ed Alex mi abbracciavano scherzosamente.

«Tocca a te Lorenzo, però muoviti.» gli disse Ylenia.

Lui non rispose, scese tranquillamente e incominciai a seguire quel gruppo tanto strano quanto tanto unito. Stavo facendo una pazzia, poteva succedermi qualsiasi cosa, ma gli sbagli si fanno ora, giusto?

Accanto a me si trovava Lorenzo, che guardava avanti e ridacchiava insieme ai suoi amici, sembrava che per lui non esistessi.

«Lorenzo.»

Dear Jack- Ossessione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora