Capitolo dieci.

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Mi svegliai da quella dormita con delle braccia che mi circondavano in vita. Capii che non erano braccia femminili, ma non sapevo chi poteva essere quel lui che mi abbracciava da dietro.

Restai sveglia cinque minuti, nel caso stesse dormendo, non volevo svegliarlo, ma che ci faceva un ragazzo in camera mia? E soprattutto, dove sono quelle squilibrate?

«Vuoi che continua ad abbracciarti finché non ti svegli del tutto?» mi chiese improvvisamente.

Riconobbi quella voce, era la mia preferita, era quella che volevo sentire da un bel po'. Mi girai dalla sua parte e lo guardai.

«Lorenzo.» dissi. «Dove sono le ragazze?» chiesi rimanendo abbracciata a lui.

«Mi hanno fatto entrare e poi se ne sono andate fuori insieme ad Ylenia e Francesco credo.»

«E tu che ci fai qui?» chiesi.

«Bah, passavo da queste parti.» disse sorridendo.

«Adoro questa parte di te.» dissi sorridendogli.

«Mi fa piacere.» finì.

Ci alzammo dal letto e scoppiai a ridere.

«Ma che te ridi?» mi chiese ridendo.

«Hai dei capelli incantevoli.» dissi prendendolo per il polso e portandolo in bagno, dove c'era lo specchio.

«Sono sexy comunque.» disse facendo delle smorfie.

«No, anzi, fai schifo.» dissi ridendo.

Scappai sul letto, dove lui mi raggiunse e mi abbracciò.

«Piccola.» mi chiamò.

"Piccola", mi ripetei nella mente.

«Ora vado.» disse alzandosi e andandosene vicino alla porta.

«Lore.» lo chiamai.

«Dimmi.»

«Promettimi che quando ci rivedremo, non sarai diverso.»

Non mi rispose, se ne andò lasciandomi dubbiosa.

Guardai l'orario ed erano le quattro meno cinque.

Ho paura che tra qualche ora, o minuto, insomma, quando lo rivedrò non sarà più dolce come prima. Comunque sia, credo sia stato il momento più bello da quando ero li.

Sentii la porta aprirsi, era ritornata Alex, che mi salutò appena entrata.

«Tutto ok?» chiesi sorridendole.

«Si.»

«Perché hai fatto entrare Lorenzo?» chiesi.

«Lasciamo stare.» mi disse sedendosi sul letto.

«Sei offesa?»

«No.»

«E allora?»

«Lascia perdere.» mi disse ancora.

«Dai dimmelo, ti prego, mi sento un peso.»

«Il fatto è che Lorenzo vuole te, e non me.»

«Che cazzata, sono qui da meno di una settimana.»

«E perché è stato con te allora?»

«Perché era finito il suo momento da psicopatico, ma dubito che non ricomincia.»

«Vabbè.»

«Mah.» finì la conversazione.

Mentre lei si faceva una doccia, mi arrivò un messaggio su whatsapp da Riccardo.

"Rita! Ho scoperto una cosa che potrebbe interessarti!" scrisse.

"Di che si tratta?" chiesi.

"Non te lo dico."

"Dai!"

"Di Lorenzo."

"Dimmelo!"

"Non in chat, vieni di sotto, vicino alla nostra classe, adesso."

"Sto correndo." finì la conversazione. Uscii dalla stanza e mi diressi di sotto, precisamente, davanti alla mia classe.

«Riccardo.» lo chiamai una volta arrivata, lui mi spuntò da dietro.

«Hey!» mi disse con un caldo sorriso.

«Allora? Che devi dirmi?» chiesi.

«Incredibile, hai corso davvero? Hai il fiatone.»

«Credevi che scherzassi?» chiesi ridendo. «Dai, sputa il rospo.» dissi.

«Ma non ho un rospo in bocca.»

«Riccà mi metti ansia dai, dimmelo!» dissi spazientita.

«Ok.» disse.

«Ma ok cosa? Mi prendi in giro?» chiesi.

«Forse.» disse.

Sospirai, mi girai e me stavo andando, finché all'improvviso non decise di riprendere vita.

«Lorenzo sembra freddo in due casi: o quando una persona non gli piace, oppure quando sente che potrebbe piacergli.»

«Oh.» dissi. «Di quali casi faccio parte?» chiesi.

«Io credo il secondo.»

«Mi stai dicendo che potrei piacergli?»

«Si. Perché se fosse stato il primo caso, non stava con te, o non ti scriveva.»

«Non so che dire.»

«Eh lo so, sei sorpresa?»

«Credo di si.»

«Okay, ho finito.» disse.

Si voltò e se ne andò su per le scale, lasciandomi così. Questi ragazzi sono parecchio misteriosi.

Non seppi che fare, così salì anch'io, su per le scale, finché, salita un piano, non vidi l'ascensore aprirsi: indovinate chi esce.

«Che combinate?» chiesi ridendo.

«Non possiamo parlare, è una gara!» mi disse Leiner spingendo Francesco più distante da lui.

«Attenti, o ucciderete la professoressa.» dissi, sempre ridendo.

Li lasciai nel loro mondo, così salii ed entrai nella mia stanza senza pensarci. Non credetti ai miei occhi alla scena che stavo assistendo, mi cadde il cellulare per terra e il suo rumore, attirò la loro attenzione.   


Dear Jack- Ossessione.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora