22 (Bree: Remembering lightning)

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- Bree svegliati. - 

Apro gli occhi è mi volto verso la provenienza della voce. Vedo l'infermiera Anna che è venuta a svegliarmi.

- Come stai oggi? -

- Penso bene. - Farfuglio mentre stiracchio le braccia e sbadiglio. 

- Ti ho portato la colazione. Yogurt e frutta. Mi sono permessa di prenderti anche il caffè. -

- Grazie. - Le sorrido. Mi ricorda sempre più mia madre.

- Sbrigati. Tra poco verranno a prenderti. - 

- Ci sarebbero problemi se oggi non volessi uscire? -

Anna mi guarda quasi incredula. - Perché non dovresti voler uscire? -

Che dirle adesso? Non ho nessuna ragione per restarmene chiusa qui a raggomitolarmi nel dolore, un'altra volta. Sarebbe fare tutto il contrario di quello che mi ha aiutato la prima volta. 

- Per nessun motivo. - Mi sforzo per far uscire un sorriso che sembri naturale. - La prendevo in giro! -

Ride, l'infermiera Anna. Ride di cuore, con gli occhi pieni di dolcezza. 

- Le posso fare una domanda strana? -

- Dimmi pure. -

- Avrei bisogno di sapere come contattare una sua collega. -

- Mia collega? -

- Sì. Sabina si chiama. Ha circa la mia età. - 

- Capelli biondi? -

- Sì. -

- Posso darti il suo indirizzo. Oggi dovrebbe essere a casa. -

- Mi farebbe un grosso favore. -

Scrive l'indirizzo sul retro di un foglio stracciato che doveva appartenere ad una prescrizione sbagliata utilizzando la penna dorata che ha sempre con se affacciata dal taschino. - Come mai cerchi Sabina? -

- Niente di particolare. Mi piacerebbe rivederla. Tutto qui. - 

E' venuta a prendermi Gigì. Le ho subito chiesto di portarmi da Sabina, ma adesso che sono dietro all'alto portone di questa casa grigia non so se è la cosa migliore da fare. L'ultima volta che ci siamo viste era come se non la conoscessi, come se non fosse stata lei, da sconosciuta, ad avermi aiutato in uno dei momenti più difficili della mia vita. Suono ancora tentennante il campanello.

Viene ad aprirmi una bambina, i capelli biondi raccolti in due trecce un po' spelacchiate e due enormi occhi verdi. 

- Ciao piccola. -

La bimba non dice una parola. Resta a guardarmi con la bocca serrata in un'espressione quasi spaventata.

- C'è qualcun altro in casa? -

Forse non avrei dovuto chiederlo, le sarò sembrata una di quei cattivi delle fiabe che vanno in cerca di bambini. Scappa dentro e sbatte forte la porta alle sue spalle. 

- Ci sai fare con i ragazzini, eh! - Gigì è accanto a me. E sfotte, naturalmente. 

Risuono il campanello. Stavolta alla porta arriva Sabina. Anche lei ha i capelli biondi raccolti in due trecce e solo adesso mi accorgo di quanto quella bambina le somigliasse. Sembra quasi una scena di quei film in cui i protagonisti bambini crescono improvvisamente grazie a un desiderio. 

- Bree, che ci fai qui? - Dice ancor prima che io possa aprire bocca. - Ti hanno fatto uscire? - Un enorme sorriso le illumina il viso.

- Quasi. -

Bree: Remembering lightningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora