26 (Bree: Remembering lightning)

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Esco dal buio. Ho le guance infuocate e la fronte bagnata. Apro gli occhi. Samir mi sorregge la testa tamponandomi in viso un fazzoletto bagnato. 

- Oddio Bree! Ti sei svegliata. -

- Avrei dovuto dirti che poteva capitare. Sai, i ricordi fanno male, spesso. -

- A te nel senso letterale del termine a quanto pare. - Sorride. Vuole scongiurare la paura che gli si legge ancora negli occhi. Sorrido anche io, ma non aggiungo altro. - Sono tornato e ti ho trovata svenuta sul letto. Mi ha preso il panico. -

- Scusa. - Sono quasi imbarazzata e non solo perchè gli ho fatto prendere uno spavento. Ora ho ricordato il motivo per cui conoscevo già la sua stanza e anche perché non ci vedevamo da un secolo, a quanto pare. Non ho ancora ricordato il resto, ma è molto probabile che ci siamo evitati quanto più possibile. 

- Adesso stai bene? -

- Sì, sì. Un po' di mal di testa, ma è normale dopo un fulmine. -

- Fulmine? - 

- Sì, lo chiamiamo così. E' quando rivivo uno dei miei ricordi. Solo che mi bruciano le guance. Questo non è normale. - Me ne massaggio una.

- Quella è colpa mia, scusa. -

- Hai approfittato del fatto che ero svenuta per picchiarmi? - Dico ridendo.

- No, no. - Ride con me. - Cercavo di farti rinvenire. -

Sorridiamo fissandoci negli occhi. Come la prima e forse unica volta che sono stata qui. Come il pomeriggio che ha preceduto quella schifosamente stupenda notte. 

- Posso avere un po' di quell'acqua ora? - Dovevo assolutamente spezzare questo silenzio. 

- Certo, è tutta tua. - 

Me ne versa un bicchiere e io lo bevo con avarizia. Ho la gola secca. - Per quanto tempo sono stata svenuta? -

- Circa un quarto d'ora. Minuto più, minuto meno. -

- Penso sia l'ora di tornare in ospedale. -

- Vorrei accompagnarti. - Silenzio da entrambe le parti. Gelo. - Se non ti disturba. -

Sorrido in modo teso, quasi nervoso. Abbiamo detto di cancellare tutto, no? Di comportarci come se non fosse successo, non è così? Se non l'ho fatto prima inizierò da adesso. Quindi sì! - Certo Samir. - Allargo il mio sorriso e lo addolcisco. - Devo lasciare la macchina a casa. Ci vediamo lì? -

- Dovrei ricordarmi la strada. -

Mia madre era un po' sconvolta del fatto che all'ospedale mi riaccompagnava Samir. Devo averle raccontato cosa è successo tra noi. Certo, magari evitando qualche particolare. 

Adesso siamo nella sua auto sulla strada per l'ospedale. Un silenzio imbarazzante domina l'atmosfera, la tensione potrebbe tagliarsi con coltello da quanto è palpabile. 

- Mi odi ancora? - Forse ho scelto l'argomento sbagliato per iniziare una conversazione, ma devo sapere.

Samir sembra capire al volo a cosa mi riferisco. - Non ti ho mai odiato. Non ti dirò che è stata la cosa più piacevole che mi sia successa, ma ti ho subito detto cosa ne pensavo. Ed era la verità. -

- Samir, tu... tu sei stato fantastico. Io non so... non so proprio come sia potuto succedere. Ero cosciente che eri tu. Lo sapevo ed era tutt'altro che sgradevole pensarci. -

- Bree non devi giustificarti. -

- Non mi sto giustificando. Tu mi hai detto la verità e devo dirtela anche io. -

Bree: Remembering lightningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora