33 (Bree: Remembering lightning)

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Il momento è sempre più vicino. I ragazzi sono già sul palco e tra meno di dieci minuti toccherà a me. Sono già pronta di tutto punto, dal capello al trucco al vestito. Dovrei vestirmi così più spesso. Mi sento forte, è come se mi infondesse coraggio e autostima. Sposto un po' il cappellino di lato e scendo dal retropalco. Mi metto di lato ad osservarli, a restare incantata dai movimenti di Elèna e a gustarmi lo splendido lavoro di Mario.

- Ciao stronza. - Qualcuno urla così forte da sovrastare la musica. - Ehi stronza, nemmeno ti giri? -

Possibile che stia parlando con me? Mi volto piano, come se non volessi controllare chi è che parla. Appena la vedo, però, mi scappa automatico un sorriso e il cuore mi si gonfia.

- Ciao Gigì. Che ci fai qui? -

- Sei una stronza e su questo non torno indietro. Però era l'unico modo per salvare l'appuntamento. -

- Sei qui con Joshua quindi. -

- E con Steve. -

- Co-cosa? -

- Sì, c'è pure lui, quindi adesso sali su quel palco e inizi a muovere quel bellissimo culo come sai fare solo tu. Non farmi pentire di averli portati qui. - Si volta e inizia ad andare verso la zona del locale dove sono sistemati i tavoli.

- Gigì! - La richiamo. - Ci sarebbe una cosa da fare prima di salire sul palco. Ricordi? -

- Rituale? -

- Già. Io ho portato tutto per sicurezza. Ci speravo di vederti arrivare. - La prendo per mano e la bacio.

La porto dove ho lasciato i miei vestiti. Prendo l'uniposca blu dalla borsa e lo porgo a lei. Mi volto e sento la punta leggermente fredda del pennarello scorrermi lungo la schiena.

- Ecco fatto! -

- Fammi vedere. - Mi avvicino allo specchio che abbiamo appoggiato al muro indietreggiando come un gambero. - 'Sei una stronza ma ti amo. Falli sbavare!' Ti amo anch'io! -

Mario arriva sudato e con un bel po' di fiatone. - Bree ci siamo. -

- Arrivo. - Un ultimo bacio sulla guancia di Gigì e scappo sul palco.

Le emozioni che esplodono nel momento esatto in cui si accendono le luci puntate su di te e senti il beat iniziare a scivolare non possono essere descritte. Tutto sparisce, il pubblico diventa un ammasso di forme indefinite, sempre più nebulose. La musica prende il posto di ogni pensiero, pompa nei muscoli caricandoli di energia nuova ad ogni istante, fa battere il cuore a tempo. Ci sono energia e passione. Ci sono cuore e polmoni. Ci sono amore e rabbia. C'è vita. E quando il tuo tempo finisce, quando la musica arriva al suo termine, tutto torna al suo posto. Il pubblico riprende forma e tu riacquisti il te stesso che avevi perso tra le note.

Sono da sola nel retro palco. I ragazzi si stanno esibendo. Mario ed io ci siamo già preparati per il caraibico. Lui adesso è fuori a discutere non so cosa con non so chi. Io, nel mio vestito rosso, continuo a fissarmi allo specchio pensando che al termine della serata dovrò appendere di nuovo le scarpette al chiodo. Un rumore mi fa tornare alla realtà.

- Mario dobbiamo andare? -

Mi volto. Non è Mario. Davanti a me, in silenzio, c'è Evan.

- Chi ti ha fatto arrivare fin qui? -

- Non saluti più? - Nei suoi occhi non c'è il dispiacere di due giorni fa. Sembrano esserci di nuovo le fiamme di rabbia di quel giorno sulla scogliera.

Bree: Remembering lightningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora