65 (Bree: Remembering lightning)

5.1K 15 0
                                    

- Perché stai andando verso casa mia Gigì? -

- Perché devi cambiarti. -

- Cosa? Per quale motivo? -

- Ti spiego subito. - Ultima curva e lascia la macchina quasi in mezzo alla strada di fronte casa mia. Scende continuando a parlare. La seguo mentre butto un occhio verso la festa che sembra continuare a pieno ritmo. - Abbiamo la sensazione che c'è qualcosa che non va, giusto? -

- Che centra questo? - Apro la porta.

- Eccome se centra! Se devi mollarlo devi essere stupenda per farglielo rimpiangere. -

Mi fermo sulla porta e la guardo mentre va spedita verso la mia stanza. Si accorge che non la sto seguendo e si volta a guardarmi a sua volta. - Che hai da stare lì impalata? -

- Sto cercando di interpretare quello che hai detto. -

- Non volevo dire che non sei stupenda anche così, ovviamente. -

- Non mi riferivo a quello. Perché dovrei mollarlo? -

Silenzio per pochi attimi, poi gira i tacchi e si infila in camera mia. - La mia era solo un'ipotesi. - Mi urla da dentro. Mi muovo per raggiungerla, mentre aggiunge. - Se non è nulla e risolvete tutto, tanto meglio. Ti sei fatta bella per una serata col tuo uomo. Magari questa è la volta buona che riuscite a combinare. -

Sono sulla porta a guardarla frugare il mio armadio. Continuo a non ritenere necessario cambiarmi, ma so che se si è fissata così nulla potrà farle cambiare idea e insistere servirebbe solo a perdere tempo. Ed io non ho tempo da perdere. Voglio e devo chiarire questa storia che mi puzza di bruciato. Anzi, di marcio.

Gigì tira fuori dall'armadio il mio vestito rosso, l'unico vestito rosso che possiedo, l'unico che è riuscita a farmi acquistare. Un semplice vestito estito, con una piccola manica a coprire la spalla e una scollatura morbida. Sagomato fino in vita, scende poi morbido sulle gambe coprendole fino a poco prima del ginocchio. Mi tolgo in fretta tutto e lo infilo velocemente, mentre Gigì continua a frugare finchè non trova i miei sandaletti. Infilo anche quelli. Mi guardo allo specchio, passando le mani tra i ricci sistemandoli un po'.

- Adesso possiamo andare? - Mi volto verso di lei.

Mi fissa a bocca aperta. - Amore se quello stasera non ti scopa, ti scopo io! -

Sgrano gli occhi. - Che cazzo sei scema? -

- Sei così... così... sexy e bella e naturale. Sei perfetta. -

Riprendo a fissarla seria. - Possiamo andare? -

- Eccoci arrivate. - Gigì si accosta senza spegnere il motore.

Fisso fuori dal finestrino. Guardo quell'immensa casa, ma non ho il coraggio di scendere. Il mio ginocchio trema, trema da impazzire da quando siamo uscite da casa mia. Qualcosa succederà stasera e ho paura che non sia niente di positivo. Gigì poggia le sue mani sulle mie. - Stai bene? -

- Sì. - Risposta troppo immediata, troppo secca e accompagnata da un sorriso troppo finto per essere vera.

- Non dire cazzate. Ti sta pulsando il ginocchio. Lo vedo da qui. -

Ha ragione. Pulsa così forte che le contrazioni si notano ad occhio nudo. - Sono solo un po' nervosa. -

- Bree, dimmi la verità. Di cosa hai paura? -

Bree: Remembering lightningDove le storie prendono vita. Scoprilo ora