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Capitolo 16

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Lluvia si portò una mano davanti alla bocca e sbadigliò. Erano solo le otto di sera, ma si sentiva già senza forze. Doveva essersi stancata molto passando il pomeriggio con Sherry, parlando, andando a mangiare qualcosa insieme e per lo più passeggiando. Era davvero una brava ragazza e l'aveva fatta riflettere parecchio.

-Llu, vuoi qualcosa in particolare per cena?- domandò Elettra entrando in salotto con in mano un bicchiere di saké. Al contrario della figlia, lei reggeva bene gli alcolici.

La maga dell"acqua sbiancò credendo che la madre avrebbe messo mano in cucina, rischiando così di avvelenarli, nel migliore dei casi. -Cucina papà, vero?- domandò in un sussurro. Sua mamma, ai tempi un cui Lluvia viveva ancora con i genitori, non aveva mai cucinato e il fatto che fosse un disastro ai fornelli, per la maga, era sempre stato, più che altro, una leggenda.

-Uh? Certo, lascio a papà il compito di mettere mano in cucina, come da sempre. Perché?- domandò, perplessa.

Non erano state molte le volte in cui avevano cenato insieme... era piuttosto normale che Lluvia non si ricordasse certi particolari. -Hum... nulla...- mormorò pensierosa.

-Ah... Mi ero dimenticata!- esclamò pimpante la donna, attirando così l'attenzione della figlia. -Ha telefonato tuo zio mentre eri via. Appena ha saputo che stai da noi, mi ha riempita di domande su di te. Penso che qualche giorno di questi potresti andarlo a trovare. Quando eri bambina, andando da lui ti sentivi subito meglio. Lo adoravi-

L'azzurra spalancò gli occhi sorpresa. -Lluvia non sente oji-sama da... tre anni, circa- cercò di ricordare, era passato davvero tanto tempo...

-Per tuo zio Rain sono passati dieci anni- le fece notare l'altra.

-Vero... A Lluvia piacerebbe molto andare a trovare oji-sama (NA: zio)- dichiarò, sorridendo.

Suo zio era un portatore di pioggia proprio come lei e nella sua infanzia, alcune volte, era andata a trovarlo, per qualche festività, o semplicemente perché si sentiva sola. Lui viveva in una piccola casetta sulle rive di un lago da decenni, ormai, per via della sua pioggia. Odiava rovinare le giornate di sole e di conseguenza anche quelle delle persone, perciò si era rifugiato in un luogo dove non avrebbe mai infastidito nessuno.

-Ne sarà sicuramente felicissimo, sei la sua adorata nipotina!- parlava la donna, contenta. Sapeva bene quanto il cognato amasse la sua unica nipote. Lluvia era una delle poche persone che non lo aveva mai giudicato per via del suo potere e, anzi, gli aveva voluto bene.

-Lluvia é l'unica nipote di oji-sama...- sussurrò l'azzurra. "La mamma parla come se Lluvia fosse la preferita fra tante di oji-sama" pensava.

-Qualcuno ha suonato il campanello, non andate ad aprire?- suo padre fece capolino nella stanza e si avviò verso la porta d'entrata annessa al corridoio adiacente. -Vi perdete troppo nei vostri sogni, voi due- commentò, burbero, nascondendo, però, un certo divertimento.

-Oh... Scusa papà- mormorò Lluvia alzandosi e seguendolo per vedere chi era venuto a trovarli.

-Gajeel-kun! Levy-san!- si sorprese di ritrovarsi di fronte al suo migliore amico e alla sua compagna di gilda. -Come mai qui?-

-Buonasera Lluvia-chan!- salutò Levy. -Salve signori Lockser. Io sono Levy Mcgarden- si presentò ai due coniugi.

-Io sono Elettra, chiamami così, per favore. Non ho ancora neanche cinquant'anni, non sono abbastanza vecchia per essere una signora- parlò vivacemente la madre di Lluvia.

Tragedie passate e futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora