Perdono

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Capitolo 41

Perdono

Erano le sette di sera e Lluvia stava per tornare all'appartamento di Gray. Però, nel momento in cui controllava se questo se fisse già andato via o meno, vide Llover seduta a un tavolo da sola. Tentennò un attimo, prima di afferrare il suo bicchiere, con della buona limonata all'interno, e avvicinarsi alla mora. -Ciao. Sei Llover-san, vero?- chiese sorridendo impacciatamente.

Che stava combinando?

Perché era curiosa di sapere il motivo che aveva suscitato in quella giovane l'odio verso di lei?
In fondo, non aveva idea di chi fosse.

Llover alzò lo sguardo sulla turchina e quest'ultima si sentì ghiacciata all'istante da quegli occhi color pece. -Sì, sono io- tagliò corto.

-Io sono Lluvia- si presentò sedendosi davanti a lei.
La mora la ignorò e Lluvia aspettò per oltre mezzo minuto un commento che probabilmente non sarebbe mai arrivato. -Perché Lover-san é qui tutta sola?- domandò, cercando di aprire una conversazione.

-Hmh, sto aspettando la mia coinquilina- la Locbur posò una mano sotto il mento, infastidita.

-La ragazza dai capelli colorati?- chiese la Lockser per non far morire quella conversazione sul nascere.

-Sì, lei- accennò un gesto di consenso con la testa. -Come mai mi stai parlando?- domandò, diretta. La fissò negli occhi, seria.

La maga della pioggia rabbrividì appena. -Hem... Lluvia vorrebbe conoscere Llover-san...- rispose. Non era esattamente una bugia. Era vero. Voleva sapere di più su quella fredda ragazza. Anche lei guardò la mora, seria, cercando di trovare tutta la forza che in quel momento si sentiva mancare. -Lluvia crede che Llover-san la odi e vorrebbe sapere il perché- aggiunse, posando le mani sotto il grembo e non lasciando lo sguardo della ragazza davanti a lei.

La Locbur non ebbe nessuna reazione particolare, semplicemente raddrizzò la schiena e non mollò lo sguardo dell'Ameonna. -Sono una maga degli spiriti. Non é insolito che quando usi i loro poteri, o sia in contatto con loro, finisca con l'avere espressioni tristi, arrabbiate e via dicendo- spiegò semplicemente.

Lluvia non poteva ribattere su ciò. Sua madre, una donna vitale e sempre felice, quando contattava alcuni spiriti sembrava depressa o, a volte, furiosa senza una ragione. Benché le parole di Llover erano logiche, a Lluvia sembrò che non gliela raccontasse giusta. -Lluvia capisce- mormorò sorseggiando la sua bevanda.

Calò un silenzio in cui entrambe erano immerse nei propri pensieri. All'improvviso, però, la nuova arrivata si alzò. -Ora torno a casa- dichiarò prendendo la sua giacca, che, chissà quando, era finita sul pavimento..
Non aveva idea di dove fosse Gajevy e non l'avrebbe aspettata oltre.

-Dove abita Llover-san?- domandò Lluvia alzandosi anche lei. -Anche Lluvia adesso torna a casa. Llover-san e Lluvia potrebbero tornare insieme- propose scrutando i lineamenti della giovane. Notò che essa stava stringendo con forza la sua giacca.

No, quello sguardo di odio non era dovuto a qualche fantasma, Llover la odiava veramente.

Ma perché?

Non la conosceva neppure!

-Abito a dieci minuti da qui, andando verso destra, appena usciti dalla gilda- rivelò la mora.

-Lluvia deve andare nella stessa direzione, anche se dove sta é lontano il doppio- disse Lluvia affiancando la maga degli spiriti. -A Llover-san va bene tornare insieme?- domandò fissandola negli occhi color pece, purtroppo, però, la mora si limitò a un gesto fugace con la testa.

Tragedie passate e futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora