Ricordi

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Capitolo 45

Ricordi

Nell'Impero Alvarez, nel frattempo, la giovane Dragillion leggeva distrattamente un libro, mentre camminava tra i corridoi del palazzo di Zeref, nonché la sua base operativa e il luogo dove risiedevano quasi tutti i più forti maghi del mago oscuro. "Mmm... è stato più facile del previsto entrare..." pensò distrattamente e non prestando più tanta attenzione al tomo che aveva in mano. In seguito ritornò a leggere cn interesse il suo libro, quando, non badando a dove stava andando, andò a sbattere contro a un muro, fortunatamente, spoglio. -Aih!- urlò cadendo sul parquet attraversato da un tappeto rosso con dei decori dorati.

-Buahah che caduta!- un tipo dalla strana risata le si avvicinò. Era chiaro che si stesse facendo beffe di lei.

Lo guardò male e si alzò. -Mi fa male...- mormorò passantosi una mano sul fondoschiena. Cercò con lo sguardo il suo libro e vide che lo teneva l'azzurro. Allungò una mano verso il ragazzo, ma esso si limitò a guardare prima lei e poi il volume, infine lo alzò in alto per non permetterle di prenderlo. Ne rimase sorpresa. -Ma che fai...? E' mio!- esclamò avvicinandosi a lui e cercando di afferarlo. Era inutile che saltasse... il nuovo arrivato era più alto di lei di quasi trenta centimetri.

In confronto a lui, era una nana...

-Buahah- rise nel suo strano modo. I suoi occhi marroni luccicavano di divertimento, mentre la sua bocca esibiva un ghigno poco rassicurante. -Sei davvero bassa...- le disse e il suo sorrisetto si accentuò. -Sembri una piccola scimmietta- continuò quando lei provo ad arrampicarsi, finendo di nuovo con il sedere per terra.

-Eh?!- aggrottò le sopracciglia non capendo che cavolo stava dicendo.

Lei... una scimmia?

Ma ci vedeva bene?

"Questo ragazzo è tutto pazzo..." non era abituata a qualcuno che si prendesse gioco di lei... In genere, era sempre stata rispettata da tutti.

Si abbassò per guardarla meglio, fingendo di analizzarla e trovare molti punti in comune con le scimmie. Lei ne approfittò e gli saltò addosso cincendo il punto vita di lui con le proprie gambe. Colto di sprovvista, non tenne in alto il braccio e lei recuperò il suo libro. -Cosa caspit...?! Sei davvero una scimmia!- esclamò lui.

Lei ridacchiò, soddisfatta dell'essere riuscita a fargliela.

Un'aria fredda si espanse nell'aria, mentre un tipo dall'aria rigida e composta faceva la sua uscita da una delle stanza lì vicino. -Che state facendo?- chiese aggiustandosi gli occhiali sul naso.

Entrambi i ragazzi si ricomposero. Era impossibile non riconoscere Invel, uno degli Spriggan 12, nonchè braccio destro di Zeref. "Cavoli... siamo finiti nei guai..." pensarono entrambi.

Per fortuna Zeref uscì dalla stessa stanza da cui era fuoriuscito precedentemente l'albino e lo richiamò. -Invel, convoca gli Spriggan fra un'ora - gli ordinò per poi guardare i due ragazzi ancora rigidi poco più in là. -Vieni anche tu- disse guardando la mora che si limito ad annuire.

Eh? Era appena stata convocata a una riunione degli Spriggan?!

Il piano stava andando bene, allora...

***

Llover alla fine, quando Nash l'aveva lasciata sola, si era addormentata. Non dormiva bene da anni... o forse non aveva mai davvero dormito bene.

E chi riusciva veramente a riposare temendo di morire in qualunque momento?

Credeva di essersi abituata a qualche oretta di sonno a notte, ma da quando era arrivata in quell'epoca aveva scoperto che il dormire senza temere un attacco era veramente rilassante e le stava facendo recuperare le forze usate solo il mese prima e che l'avevano quasi prosciugata.

Tragedie passate e futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora