Missione

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Capitolo 49


Missione

-Reed...- quello di Llover fu solo un flebile suono, mentre, con la memoria, tornò al giorno in cui credette davvero che sua madre l'avrebbe uccisa.

Ricordava bene quel giorno, seppur cercasse sempre di dimenticarlo. Era con Nash, Reed e Hail e stavano andando in un piccolo villaggio dalle parti di Magnolia.

Le persone che, nella loro epoca, richiedevano ancora missioni, erano molto rare, ma alcune volte si riuscivano a trovare. Seppur, ormai, le gilde erano state sciolte ufficialmente, c'erano maghi che riuscivano a trovarne e compierle di nascosto.

Era stato Nash a trovare quel lavoro, quella volta, e aveva chiesto loro di andare con lui. Al contrario della sorella minore, lui era meno una testa calda e più accondiscendente, un po' come sua madre.

Gli altri tre avevano accettato, più che altro, per allenarsi. Era da un po' che non trovavano un incarico.

Reed era silenzioso come sempre. Andava a circa tre passi di distanza da Llover. Essa poteva solo guardarlo da dietro e notare quanto fosse in allerta. Aveva perfino la mano sull'impugnatura della spada, in modo da potersi difendere da un possibile attacco. Da quando Gerard era morto e il rosso aveva iniziato ad usare la spada, era così... Serio, rigido. Non che prima fosse davvero tanto diverso... Ma era chiaro che qualcosa in lui fosse cambiato, benché la Fullbuster non avesse ancora capito cosa, precisamente, fosse tanto diverso.

Al contrario, Hail e Nash erano dietro di loro, distanti almeno due metri e qualcosa. Il primo chiacchierava appena con il biondo, lanciando occhiate, per nulla rassicuranti, al Fernandez. Era parecchio infastidito dal fatto che Llover andasse appresso a quello, invece che a lui. Infatti, come suo padre, Lyon Vastia, anche lui aveva preso una sbandata per una Lockser. Benché il cognome della ragazza fosse diverso, restava pur sempre la figlia di Lluvia.

-Nash, sicuro che siamo quasi arrivati?- domandò la ragazza, rallentando. Era il Dragneel ad essere già stato lì prima di allora, però, la cartina l'aveva il Fernandez, quella volta.

Il biondino si guardò intorno. -Hem... Non ne ho idea- rispose, leggermente a disagio.

Llover sospirò. -Non sei per nulla d'aiuto.-

-Mancano circa quindici minuti e siamo arrivati- le rispose, invece, il ragazzo dai capelli rossi.

-Come fai a dirlo?- Hail sembrava voler far vedere alla mora che l'altro non era per nulla affidabile. Non che, poi, lui avesse idea di dove si trovassero o quanto mancasse per arrivare alla meta...

-Mh?- lei si girò e lo guardò male. Ciò lo sorprese. -Reed é un esperto. Ha già portato a termine un sacco di missioni, molte delle quali lontane da casa.-

Nash, affianco al ragazzo dai capelli rosa pallido, ridacchiò. -Ci hai provato- si fecce beffe di lui.

Il Vastia era imbarazzato, arrabbiato e, soprattutto, geloso. Perché lo difendeva così apertamente?

-Reed, come va a casa?- Nash, dopo aver ricevuto uno sguardo da Hail, che diceva chiaramente "Smamma o ti uccido", aumentò l'andatura fino a raggiungere gli altri due avanti a loro. -Strawberry é riuscita ad apprendere la magia del Requip di zia Erza?-

Se fosse stato possibile, il rosso divenne più rigido. Dal volto di lui, che vedeva di profilo siccome lo aveva raggiunto, la ragazza capì che non era affatto una domanda piacevole. "Idiota! Sai bene che Reed odia la magia! Ovvio che non gli faccia piacere che sua sorella la impari!" pensò, furente. Lo voleva seriamente usare come una sacca da boxe, ma si trattenne. Chissà, poi, perché... -Secondo mia madre, sta andando bene- quella del Fernandez fu una fredda e schietta risposta.

Tragedie passate e futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora