Onee-chan

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Capitolo 43

Onee-chan

Le gocce di pioggia cadevano e si andavano a scontrare contro il suolo, come sempre. Tante piccole goccioline e un cielo grigio.

Che tristezza...

Llover passò una mano sul vetro della stanza che condivideva con Gajevy, osservando l'acqua che picchiettava contro lo strato trasparente e ne seguiva il percorso fino ad arrivare verso il fondo della superficie.

Era abituata alle giornate così: quasi in tutti i giorni della sua vita il cielo piangeva. Tant'è che le venne in mente la canzoncina che suo fratello ripeteva fin troppo spesso e a cui doveva il suo nome.

Shin shin to...

"Devo andare..." pensò riafferrando la giacca viola scuro che indossava quel giorno e che aveva lanciato per terra, senza rendersene conto, solo qualche attimo prima.

Doveva andare a sud con Storm. Il motivo? Strawberry aveva lasciato un messaggio cifrato fra varie lettere, inutili, che aveva mandato a loro. In esso diceva che, quando era venuta a Magnolia l'ultima volta, qualcuno l'aveva seguita per tutto il tempo. Non aveva capito chi fosse il suo inseguitore, ma sapeva bene che non l'aveva abbandonata fino a poco prima che arrivasse nel piccolo villaggio in cui soggiornava con il resto della gilda di Crime Sorciere.

Dovevano andare da lei per prendere delle informazioni che era riuscita a raccogliere dalle gilde oscure che aveva sconfitto insieme alla sua nuova gilda.

Perciò Llover aveva deciso con il Devil Slayer del fulmine che sarebbero andati dalla loro amica.

La porta sbatté contro il muro in modo piuttosto rude e per nulla delicato.

Ma quella era davvero figlia di sua madre?

Ceh, praticamente era la copia sputata di suo padre. -Se distruggi le porte poi dovremo pagare i danni- le fece notare la corvina, per nulla sorpresa dal comportamento incivile dell'amica.

-Andiamo io e Storm a sud- chiarì, su due piedi, facendole aggrottare la fronte.

-Non hai nulla da fare?- domandò, lanciandole un'occhiata. Non poté non notare che indossava uno dei suoi vestiti. Uno vecchio e turchese che non ricordava neanche di aver ancora in fondo ai suoi bagagli. Corto, stretto, e con un solo spallino. -Perché indossi un vestito mio di quando avevo dodici anni?- le chiese, sinceramente confusa dal fatto che le andasse pure bene. In effetti, a lei non andava più soprattutto perché era più slanciata e aveva un seno molto più prosperoso.

L'altra posò le mani sui fianchi e la guardò male. -Shaolin ha pensato bene di voler diventare un'asciugatrice vivente e ha bruciato quasi tutti i miei vestiti e quei pochi che sono ancora non carbonizzati li devo lavare o si devono ancora asciugare. Così mi sono arrangiata con questo- spiegò, piuttosto irritata.

-E questo cosa c'entra col fatto che vuoi andare con Storm?- domandò la mora notando in seguito che la sua amica era rimasta sorpresa da quella domanda più che logica.

-Tuo fratello é venuto qui e ci ha mollato Ur- incrociò le braccia sotto il piccolo seno. -É qualcosa come la tua sorellastra, no? Allora te la tieni tu perché io non farò certamente la babysitter a una mocciosa di sei anni- mise in chiaro.

"Sorellastra? Se così la vuole definire... E poi... Rain teneva Ur? Non mi ha detto nulla a riguardo..." pensò Llover ignorando il resto delle parole dell'amica. -Va bene- si limitò a dire.

Proprio qualche attimo dopo, una piccola bambina dai capelli bianchi fece il suo ingresso nella stanza. -Onee-chan!- urlò correndo ad abbracciare la corvina che restò ferma, come un ghiacciolo, al suo posto.

Tragedie passate e futureDove le storie prendono vita. Scoprilo ora