La penna nera continuava a farsi guidare dalla mia mano che scriveva parole complicate e i loro significati.
Il vento soffiava dalla finestra che tenevo aperta, visto che faceva stranamente caldo. Purtroppo, entravano anche dei moscerini che mi infastidivano di tanto in tanto.
Era pomeriggio tardo, dovevano esser le 17 o le 18 passate.
- Finito! - esclamai soddisfatto, prendendo il foglio con entrambe le mani e alzandolo sopra di me. Stavo sorridendo come uno scemo, fiero del mio lavoro.
Finalmente potevo scendere a farmi una passeggiata o un giro in moto per il quartiere. Era anche la giornata perfetta: Sole alto e luminoso nel cielo, nuvole bianche come spruzzi di panna e venticello che rendeva il tutto semplicemente bello. Una bella giornata d'ottobre, insomma.
Ma qualcosa frenó la mia felicità: un rumore. Qualcosa picchiettava sul vetro della finestra a pause ritmate.
Mi voltai, aspettandomi mia zia che provava a chiamarmi, anche se la finestra era aperta, o magari un moscone "leggermente" stupido che batteva il corpo contro il vetro.
Mi sbagliavo.
Quanto mi sbagliavo.
Fuori la finestra una maschera da clown dell'orrore mi sorrideva malsano, salutandomi con una mano coperta da un guanto marrone sporco di quello che sembrava essere sangue. Nell'altra mano reggeva un martello da muratore, anch'esso sporco e gocciolante di quella stessa sostanza liquida.
Mi alzai di scatto, afferrando il coltello da difesa che mi aveva dato mia madre, il mio preferito della collezione che stavo provando a fare, poggiato vicino alle mie penne. Sentivo il cuore pulsarmi in gola, e le mani tremavano per la paura e l'adrenalina che pian piano mi inebriava i sensi, quasi disiorentandomi.
Solo un attimo dopo realizzai chi fosse quella bella personcina dagli istinti per nulla omicida: il Clown, così chiamato dai giornalisti per la sua maschera.
Erano ormai mesi che i telegiornali parlavano di quel serial killer: mieteva vittime senza pietà, andava di regione in regione, di città in città, senza fermarsi mai. Ogni settimana si parlava di un nuovo omicidio, uno più crudo e grottesco dell'altro, e ogni volta... non si capiva mai come l'assassino scappasse via senza lasciar traccia.
Ma l'unica cosa che si sapeva era che indossava sempre una maschera da pagliaccio, secondo tutte le testimonianze, anche se pochissime, di coloro che lo vedevano scappare via in un attimo.
Entrò in camera mia, socchiudendo la finestra scorrevole dietro di sé.
Ma... C'era un corpo dietro di lui. Mia zia era riversa a terra, esanime. Stava stendendo i panni sul balcone e quel pazzo assassino l'aveva uccisa!
Mi sentii ribollire il sangue nelle vene, non ci vidi più dalla rabbia. Stringevo la mia unica arma fino a imbiancare le nocche.
- M-maledetto! - ringhiai, fiondandomi su di lui senza pensarci due volte, iniziando un combattimento corpo a corpo.
In un angolino della mia mente, notai che il Clown aveva un corpo, nascosto sotto il lungo camice blu, era piuttosto fine per essere quello d'un uomo. Era forte, però, quanto un opltita spartano.
Ci tenavamo testa a vicenda.
Con un colpo di martello fece volare via il mio coltello. E adesso sì che ero nella merda.
Ma la collera divenne la mia arma di riserva.
- PERCHÉ? PERCHÉ L'HAI FATTO?! - gli gridai contro e lo spinsi contro il muro per strangolarlo.
Addio alla mia reputazione da orsetto di peluche. Ero più infuriato di qualsiasi altra bestia sulla faccia della Terra, non mi ero mai sentito così ed era palese: la testa mi girava e non mi sentivo più il corpo.
Il Clown sghignazzó, dandomi un colpo con il manico del martello dietro la nuca.
Ci vidi doppio: il mondo vorticava e stavo per perdere l'equilibrio.
Il mio aggressore non si fece scappare l'occasione per darmi un calcio all'addome, facendomi crollare come una torre.
Me ne diede un altro e un altro ancora e mi raggomitolai su me stesso, mugugnando parolacce e lamentandomi.
Bellissimo sentirsi come un sacco da boxe stracciato e fatto a pezzi.
Il Clown si mise a cavalconi su di me, mi bloccò il collo e, con un colpo secco alla testa, mi mise fuori gioco.Perché non mi uccise quel pomeriggio?
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Lo Schiavo Del Clown
Mystery / ThrillerMi chiamo Dante e sono sempre stato un amante del giallo: mi interessavo ai casi polizieschi più svariati, facevo ricerche su vari personaggi del crimine e della giustizia e conducevo degli studi per diventare un grande investigatore. Ma tempo fa, v...