La mia felpa azzurra si sporcó anche del sangue di quella maledetta bastarda.
Affondai il coltello nel suo fianco, stringendola a me per non farla scappare. La buttai per terra, più precisamente addosso ad uno dei cadaveri. Il suo martello volò via, chissà dove.
Si copriva la ferita con la mano, sbiancando e tremando. Un rivolo di sangue iniziò già a colarle dal un lato della bocca.
Mi sentivo finalmente potente.
Capace di fare tutto ciò che volevo.
La calcai malamente, facendola stendere nel sangue.
- C-com'è esser trattata come spazzatura, eh? COM'È, PUTTANA?! - continuai a calciarla, facendole sputare altro sangue.
- S-smetti- GHA! - le stavo facendo molto male.
- Cosa...? "Smettila"? - scoppiai in un'altra risata folle, dandole un calcio che la fece rotolare contro il muro.
- M-mi stai supplicando? Ow, c-che cosa PATETICA. - dissi iracondo.
La presi per il collo, bloccandola al muro. Si divincolava e cercava di calciarmi via, ma il dolore era troppo per farla agire.
- S-sai... sei molto più bella q-quando ti comporti da vittima...- le mormorai.
Mi setivo tutt'altra persona... ero cattivo, spietato e beffardo.
Le stringevo il collo con tutta la rabbia che avevo in corpo, sorridendo soddisfatto.
- Dai... p-piangi. PIANGI. VOGLIO VEDERTI PIANGERE, S-SUPPLICARMI. - le feci sbattere la testa contro il muro. Lo feci almeno tre o quattro volte.
Ridevo. Ero divertito dalla sua sofferenza.
- S-schiavetto, lasciami... o-ora...! - mi ordinò. Era ancora ostinata ad avere il potere. Mi guardava ancora con superiorità, come se sapesse che quel che stavo facendo sarebbe stato punito severamente.
Smisi di ridere di colpo.
Avvicinai il mio viso al suo, tanto che i nostri nasi si toccavano.
- T-tu non mi comandi. Non più. - le sussurrai con disprezzo.
Ella sussultó.
- Ora IO comanderó TE, c-chiaro? - le dissi con tutto il male del mondo, rivelandole il mio sorriso più cattivo.
Il Clown aveva smesso di dimenarsi, sentendosi debole.
- E ora... piangi. - le ordinai infine.
Per la prima volta, vidi i suoi occhi azzurri divenire lucidi.
L'odore di sangue stava diventando insopportabile per i miei gusti. Pertanto, afferrai la mia ex aguzzina per il collo della maglia e del camice e la tracinai via, facendola rimanere a terra.
La buttai in soggiorno, dove poco prima ero io il suo schiavo.
Mi misi a cavalcioni su di lei, pronto a darle dei pugni in faccia pur di farla piangere come una bambina.
- Ora b-basta... se continui, f-farai una brutta fine... - mi intimó ancora una volta.
- No no, stronza. S-sarai tu a fare una brutta fine se non mi ascolterai. - le tirai un destro, facendole sputarare un altro poco del suo sangue.
Ma poi ricordai di avere ancora il coltello nell'altra mano. Mi venne in mente un'idea degna della stessa Clown.
Con la mano libera la tenevo saldamente per il collo, facendola colorare sempre più di viola.
Appoggiai il manico del coltello, più largo della lama, sulla grande ferita.
Una scarica di rabbia e follia mi risvegliò ogni singola cellulula rimasta apatica.
Feci scivolare giù per il taglio il manico, molto lentamente.
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Lo Schiavo Del Clown
Mystery / ThrillerMi chiamo Dante e sono sempre stato un amante del giallo: mi interessavo ai casi polizieschi più svariati, facevo ricerche su vari personaggi del crimine e della giustizia e conducevo degli studi per diventare un grande investigatore. Ma tempo fa, v...