Ci trasferimmo in una casetta vicina a delle pale eoliche.
L'ambiente era incantevole e sembrava tutto pacifico e salutare. Molti alberi erano belli verdi, altri anche con dei fiori bianchi o rosa.
C'erano chiazze di fiori ovunque si posasse lo sguardo e verso l'orizzonte si potevano notare dei campi dorati.
L'auto fu parcheggiata sul ciglio della strada vicino la casa.
Entrammo nell'abitazione abbandonata ma abbastanza vivibile per nostra fortuna.
Posai tutti i nostri averi in cucina, spossato perché ero stato seduto per tutto quel tempo. Il Clown, notando la mia stanchezza, mi passò una merendina che stava per mangiare lei.
- Così ti riprendi un po'. - mi disse, mettendosi a frugare in una borsa di tessuto che non avevo mai visto.
- Che stai cercando? - mi azzardai a domandarle, sgranocchiando nel mentre la barretta di cereali.
- Cose. - riapose seccamente.
La sua espressione si illuminó e tirò fuori dalla borsa una lunga fune marrone.
Indietreggiai subito di un paio di passi.
- Nah, non la userò su di te... per ora. - ridacchió malefica, poggiando la corda sul tavolo in legno.
Il cielo prese ad incupirsi nuovamente anche se aveva da poco smesso di piovere.
La donna sorrise da orecchio a orecchio, guardando dalla finestra della cucina, mettendosi una mano sulla bocca mentre tossiva.
- Sarebbe perfetto andare a guardare nei dintorni tra poco... - si girò per guardarmi.
- Ma tu dovrai restar qui. - affermò, girandosi del tutto verso di me e camminandomi incontro.
- Aspetterai qui buono e tranquillo. Legato. Così, quando tornerò... potrò continuare a divertirmi. - rise malvagiamente, prendendo la corda e passandosela fra le dita.
Le mie mani tremavano man mano che si avvicinava e che io mi attaccavo con le spalle al muro.
- Gha! - sobbalzai quando mi ritrovai appoggiato al muro e con la psicopatica a pochi centimetri da me.
Fece camminare le sue dita dal mio ventre fin sotto il collo.
- Sei davvero adorabile quando tremi. - commentò a bassa voce.
Inghiottii per il timore di quella nostra vicinanza pericolosa.
Il cielo ora era cupo e la luce di quella casa era pari a quella d'una grotta.
Mi prese le mani e mi strattonó in avanti, facendo un bel nodo per legarmele. Mi spinse fuori dalla cucina, tirandomi poi per i polsi legati alla ricerca d'un posto in cui scaricarmi.
Aprì la porta di un ex stanzino e mi ci buttò dentro.
Caddi di sedere, facendomi male.
- Qui dovresti star bene. Aspetta e... non andare da nessuna parte! - si mise a ridere, correndo via per poi tornare con delle altre funi... ma più elaborate: erano già legate tra di loro come se le dovessi "indossare".
Anche se mi dimenavo e le gridavo di lasciarmi andare, alla fine riuscì a legarmi come un pacco regalo.
Ero costretto a stare inginocchiato e con le gambe un po' aperte, con le braccia piegate dietro la testa. Era molto scomodo.
- Tornerò tra non molto, schiavetto... - la luce d'un fulmine le illuminó perfettamente mezzo viso, facendola apparire ancor più spaventosa di quanto non lo fosse già.
- Tu aspettami... che dopo avremo molto da fare. - con un sogghigno, chiuse la porta.
Rimasi al buio... con le lacrime che avevano iniziato a scendere copiose.
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Lo Schiavo Del Clown
Mystery / ThrillerMi chiamo Dante e sono sempre stato un amante del giallo: mi interessavo ai casi polizieschi più svariati, facevo ricerche su vari personaggi del crimine e della giustizia e conducevo degli studi per diventare un grande investigatore. Ma tempo fa, v...