Sembrava essersi calmata, ma in realtà era furibonda.
Mi tirò uno schiaffo con tutta la sua forza, prima col palmo e poi col dorso, facendomi un gran male.
Mi sentii pizzicare gli occhi e le labbra tremare. Riaprii gli occhi, lucidi e spaventati.
- Io ti dovrei soltanto picchiare... anzi... ti dovrei bastonare! - gridò il Clown, afferrando un giocattolo che era caduto a terra: era di legno e assomigliava ad un mattarello.
Lo alzò in aria e me lo diede sul petto, battendolo su di me come se fossi del metallo da lavorare.
Le lacrime scendevano come il sangue dalle mie labbra perché me le mordevo pur di non gridare.
Le gocce d'acqua che bagnavano i capelli della donna mi cadevano sul viso e i nostri corpi erano umidi ed irritati a causa dei vestiti impregnati di pioggia.
Mi colpì per almeno cinque volte per poi fermarsi ed alzarsi.
Si chinó sbuffando irritata sul corpo della madre del bimbo, frugando quancosa nei suoi pantaloni.
Io ansimavo e tossivo sangue, contorcendomi sul pavimento di marmo freddo per le fitte al petto.
- Torno subito, schiavetto. - mi informò per poi andarsene in un'altra stanza della casa, lasciandomi in compagnia dei due defunti.
Un conato di vomito mi fece sentir ancor più male. Mi sbrigai ad alzarmi e feci giust'in tempo prima che iniziassi a rivurgitare.
Stavo molto male.
Il dolore era lancinante... il contraersi innaturale dell'addome e del torace, il sentirsi ogni singola costola bucarti gli organi... era disumano.
Per mia fortuna, finii in breve. Non mi pulii la bocca per non sporcarmi i vestiti di vomito.
Barcollando, uscii dalla camera alla ricerca d'un bagno. Lo trovai che era accanto alla cucina dove c'era l'assassina intenta a mangiare, cercando qualcosa che non capivo.
Entrai nel bagno dalle mattonelle grigie e bianche: era piccolino e comprendeva solo il lavandino, il bidet, il gabinetto e la doccia. C'era anche uno specchio appeso sopra il lavandino e ai suoi lati delle mensolette con farmaci, spazzolini per i denti e cose varie.
Mi lavai il viso più e più volte, sciacquandomi anche la bocca e il collo. Scossi la testa, facendo schizzare l'acqua sul muro e sullo specchio.
Mi guardai nello specchio che rifletteva quello che dovevo esser io, anche se a stento mi riconoscevo: il mio viso era pallido e scarno mentre prima era pieno e olivastro, i miei occhi erano spenti e non più vivaci, e avevo ben tre ferite aperte,due ai lati della bocca e uno sotto l'occhio destro.
Mi persi nell'osservarmi nello specchio, finché un'idea più che sensata mi fece distogliere lo sguardo carico di angoscia.
Iniziai a cercare delle bende o qualsiasi altra cosa che mi potesse aiutare.
Solo dopo notai che sotto il lavandino c'era un mobiletto bianco: lo aprii e lì trovai l'occorrente per curarmi.
Non capendo il perché, trovai anche del filo e un ago.
- Farà molto male... - commentai mentre legavo il filo all'ago. Mi avvicinai di più allo specchio e feci un profondo respiro.
Contai in mente fino a 3 e poi mi trapassai la pelle con l'ago, trattenendo una bestemmia.
Con le lacrime che mi appannavano la vista, presi a cucirmi il profondo taglio sulla guancia sinistra.
STAI LEGGENDO
Lo Schiavo Del Clown
Mystery / ThrillerMi chiamo Dante e sono sempre stato un amante del giallo: mi interessavo ai casi polizieschi più svariati, facevo ricerche su vari personaggi del crimine e della giustizia e conducevo degli studi per diventare un grande investigatore. Ma tempo fa, v...