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Mi svegliai che ero legato come un salame ed ero seduto sulle mie ginocchia.
Mi girava la testa e le gambe, i polsi e le caviglie bruciavano di dolore.
La mia vista era piuttosto offuscata e perciò non vedevo nulla, ma potevo sentire che c'era qualcuno lì con me.
- Bene bene beeeene... benvenuto nel mondo dei vivi, ragazzone! - una voce femminile mi svegliò del tutto dal mio trance.
Una donna era accovacciata davanti a me e mi guardava sorridendo, tenendomi alto il capo tirandomi per i capelli.
- Sai, ho visto che sei mooooolto forte... perciò vorrei tanto che tu diventassi il mio nuovo schiavetto. Eh, che ne dici? - mi diede un pizzico sulla fronte, sghignazzando.
Avevo recuperato completamente la vista: vedevo che ero in un qualche vecchio capanno, nascosto dalla vegetazione che entrava dalle finestrelle in alto.
Osservai per qualche secondo la donna e riconobbi i suoi vestiti... era il Clown!
Portava una maglia rossa e nera e sopra un camice di jeans, simile a quello dei medici, aveva dei pantaloni marroni larghi e portava una cinta. Notai anche che i suoi capelli corti erano di color rosso con due ciocche bionde e lunghe che cadevano ai lati del viso pallido. I suoi occhi spiccavano perché erano celesti e spiritati, quasi innaturali. Aveva una cicatrice sulla guancia sinistra.
- Perché non parli? Sei muto o sordo? - continuava a picchiettarmi la fronte con le dita, sbuffando.
- Cosa cazzo ti fa credere che io voglia lavorare per te? - ringhiai arrabbiato, guardandola in cagnesco.
- Mhm... tante cose. A partir dal tenerti legato qui, senza cibo né acqua. E solo quando ti deciderai a farmi da schiavetto, allora potrai mangiare. - mi minacciò, rialzandosi in piedi e sferrandomi un potente calcio allo stomaco.
Mi piegai in due, gemendo di dolore.
- Bhe, io vado a riposarmi. Bye byeeee~ - mi salutò con la mano, sorridendo ancor più di prima e voltandosi per andarsene.
Vedendola andar via, potei capire meglio che non mi trovavo in una piccola capanna, ma più probabilmente in un qualche scantinato.
Non ero certo che nella mia città ci fossero case con una cantina, ma neanche credevo che ci fossimo allontanati così tanto.
Però era anche vero che ero svenuto e perciò potevo anche aver dormito per un giorno intero.
- Merda... come farò ad uscire da qui...?! - mi lamentai, dimenandomi leggermente e cercando di alleviare il dolore.
Il posto era scuro, ma si vedeva senza troppi problemi. L'aria era viziata.
Mi appoggiai al muro e, con un immenso sforzo fisico, mi alzai in piedi.
- Bene... - mormorai, facendo girare avanti le braccia e portandole davanti a me. Inutile dire che gemetti come una femminuccia per il dolore delle ossa e dei muscoli girarsi fin quasi a spezzarsi e strapparsi.
- Mhm... gh... dovrò morderle... - mi dissi schifato, avvicinando alla bocca le corde che mi legavano i polsi.
Iniziai a morderle e a tirarle, stracciandole poco a poco. Con felicità, vedevo che ce la stavo per fare.
- Cosa credi di fare, schiavetto? -.

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