Silenzioso come la morte, percorsi il corridoio color crema, nascondendomi dietro la porta del soggiorno per origliare cosa stavano dicendo.
- Dobbiamo chiamare la polizia, caro! - disse preoccupata una donna.
- Certo, ovviamente, ma chi potrebbe esser mai stato?! - una voce grave e profonda le rispose.
"Cazzo, dovevo tagliare i fili del telefono! Ma hanno i cellulari... bhe... allora devo sbrigarmi o è finita per me..." pensai giustamente, avanzando un passo per coglierli di sorpresa.
Ma una terza voce mi paralizzó completamente.
- Chiunque sia stato, non era un ladro... - camminó per la stanza con lentezza, come se stesse studiando qualcosa.
- Altrimenti molte cose non ci sarebbero. E neanche un piromane perché altrimenti casa nostra starebbe bruciando... - faceva ipotesi, o meglio, affermazioni, correte e sensate.
Quel modo di parlare da intellettuale, la sicurezza nella sua voce... mi era tutto così dannatamente familiare. Com'era possibile che non ricordardassi?
Feci un respiro profondo, sfilando dalla tasca il grande coltello e risistemandomi lo scaldacollo.
"... it's showtime." mi dissi, spalancando la porta con sicurezza e quasi arroganza, di petto e senza paura.
Mi guardarono con terrore, senza proferir parola.
- Ultime parole prima di morire? - domandai retorico, avvicinandomi minaccioso con la lama che guardava terra.
Rimasero immobili, lanciandosi occhiate spaventate ma di intesa.
Mi appoggiai alla porta d'ingresso, così che non potessero uscire.
- Allora? - avevo già perso razionalità e mi stavo comportando come il Clown, ahimè.
Il ragazzo, che doveva avere la mia stessa età, si buttò con le gambe piegate a terra, coprendosi il collo e guardandomi con poca paura negli occhi.
- Mi chiamo Francesco Peluso, ho 18 anni e sono figlio unico. I miei genitori si chiamano Simona e Alfredo e mi vogliono un mondo di bene. Ho molti amici, tra cui due in particolare: Chiara e Rosario. - parlava così velocemente che non capii nulla di quel che disse dopo. Ma avevo capito cosa stava facendo: stava raccontando la sua vita per bloccarmi e farmi riflettere su ciò che stavo per fare... una cosa che ti può salvare la vita quando un killer sta per ucciderti. È una difesa psicologica.
Nel mentre, anche i genitori avevano seguito l'esempio del figlio.
Ma io ero particolarmente colpito da Francesco... che stava riuscendo nel suo intento di salvar sé stesso e la sua famiglia.
- ... e ho una cotta per una persona che non vedo da parecchi anni... di cui non ho più notizie e di cui mi sono rimasti soltanto i ricordi... - abbassò lo sguardo rattristato, arrossendo e finendo di parlare.
Rimasi interdetto. Non fiatai. Tenni l'arma bassa, perdendo ogni forma di minaccia e assumendo più un aspetto indifeso.
Il ragazzo aveva un espressione che andava via via a prender speranza.
I nostri sguardi si incrociarono di nuovo e stavolta qualcosa scattò: i suoi occhi si inumidirono e la pelle gli si coloró di rosso. Aveva un sorriso rotto, confuso.
Si alzò lentamente da terra, con i genitori che tremavano di paura per lui e gli sussuravano di non muoversi.
Ci ritrovammo a un metro di distanza, sempre guardandoci negli occhi.
Mentre io rimasi nel mio silenzio straziante, lui aprì bocca.
- ... Dante? Sei tu? -.
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Lo Schiavo Del Clown
Mystery / ThrillerMi chiamo Dante e sono sempre stato un amante del giallo: mi interessavo ai casi polizieschi più svariati, facevo ricerche su vari personaggi del crimine e della giustizia e conducevo degli studi per diventare un grande investigatore. Ma tempo fa, v...