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Canzone del capitolo:
Monster- Imagine Dragons

Intorno a me era tutto buio, tentai di camminare portando le mani davanti per toccare e riconoscere gli oggetti intorno a me.

L'ansia iniziò a prendere il sopravvento, solo una cosa era in grado di farmi sentire al sicuro.

"Cameron" chiamai il suo nome nel tentativo che venisse in quella stanza ad aiutarmi.

"Cameron" continuai.

Il rumore di una porta riempì la stanza silenziosa, il cigolio accompagnò il piccolo filtro di luce che penetrò nella stanza non appena la porta fu aperta.

"Mi hai chiamato?"

"Oddio, si" gli corsi incontro e lo abbracciai nonostante non riuscissi a vedere nulla, cominciò ad accarezzarmi i capelli e lo strinsi più a me, un senso di sollievo crebbe in me facendomi sospirare a fior di labbra.

"Sicura che sia io?" chiese mentre il tono di voce gli cambiò.

Alzai lo sguardo trovando degli occhi neri guardarmi, quegli stessi occhi che mi hanno distrutta.

Mi staccai dall'abbraccio e iniziai ad arretrare battendo contro la parete, non avevo vie di fuga e la piccola luce che arrivava dalla finestra non era in grado di mostrarmi vie di fuga impedendomi così di scappare.

"Non puoi scappare dal passato" disse al mio orecchio con la solita voce rauca e pesante, gridai così forte da squarciarmi le corde vocali e quando sentii le sue mani prendermi le spalle quasi non svenni.


"Merda, svegliati!" aprii gli occhi pieni di lacrime trovando Cameron preoccupato mentre mi teneva le spalle, la gola mi bruciava e le lacrime rigavano le mie guance calde e rosse.

"Era solo un incubo" continuò corrugando ancor di più le sopracciglia.

Mi buttai tra le sue braccia e lo abbracciai, fu così istintivo che non me ne resi conto finché il suo forte profumo non mi colpì diretto alla testa.

"Non voglio più vederlo, non voglio" dissi continuando a piangere bagnandogli così la maglia, rimase immobile irrigidito per alcuni minuti ma non appena finii di parlare si rilassò accarezzandomi poi i capelli.

"Andrà tutto bene" era così strano ascoltare la sua voce roca rassicurarmi ma mi sentii così bene da smettere di piangere credendo davvero che sarebbero andate così le cose.

"Perché sei venuto?"

"Stavi gridando il mio nome" mi bloccai ricordando che nel sogno lo chiamavo alla ricerca di protezione.

"Mi stavi sognando?"

"Forse"

"Cosa stavi sognando che ti ha ridotta così?" chiese asciugandomi una lacrima dalla guancia.

"Nulla d'importante"

"Sei una pessima bugiarda"

"Cameron, non è niente"

"Ha a che fare col tuo segreto?"

"Forse"

"Sempre con questo forse" alzò gli occhi al cielo.

"Forse" risposi ridacchiando asciugandomi le ultime lacrime con la manica della maglia.

La porta della cucina si aprì facendomi balzare e allontanare da lui.

"Andiamo di là ma sappi che ne riparleremo, sto cercando di risolvere il tuo indovinello ma è dannatamente difficile" disse chiudendo la porta dietro di sé.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora