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Canzone del capitolo:
America- Imagine Dragons

"JOIII!" balzai dalla sedia per lo spavento quasi sputando l'acqua che stavo bevendo, perché stava urlando?

"Che succede?" mi chiese Aaron.

"Non lo so" risposi preparandomi mentalmente.

Come sospettavo la porta fu spalancata aggressivamente facendola sbattere al muro, lo guardai mentre furioso si avvicinava a passi pesanti incutendomi paura e facendomi avvicinare ad Aaron.

"Tutti fuori di qui" minacciò indicando Aaron, Rose e Nate.

"Cosa? Ma.."

"Tutti. Fuori." Scandì con tono più basso e rauco facendo alzare tutti dai posti e andare via.

Mi alzai dal posto per andarmene e scappare dalla sua furia unendomi ai ragazzi ma posò una mano sulla mia spalla bloccando la mia tentata fuga.

"No, tu resti qui"

"Che cosa ho fatto ora?" sbottai facendo cadere le braccia lungo i fianchi.

"Credevi davvero di potermelo nascondere? Sei andata ad un furto con Christian?" mi allontanai ancora un po' andando in ansia, non c'era giorno in cui non litigavamo e potevo stare tranquilla.

"Alla radio stavano parlando del furto al museo e hanno detto che lui era con una ragazza, tu non eri a casa e così ho collegato le cose"

Dannata radio.

"Oh" arretrai ancor di più ritrovandomi contro l'isola della cucina mentre lui si avvicinava sempre di più.

"Cameron dovevo farlo, potrebbe ferire le persone a cui voglio bene se non faccio ciò che vuole"

"Quindi se ti dicesse di andare con lui lo faresti?" alzai lo sguardo sul suo volto sorpresa, non ci avevo mai pensato.

"Non lo so" strinse gli occhi e tese la mascella con forza.

"Ti ho sempre detto di non essere troppo buona con le persone"

"Ed io ti ho sempre detto che mi dispiace ma io mi preoccuperò sempre"

"Smettila, tu non avrai più niente a che fare con lui!"

"Vuoi capire che ha minacciato di far del male a mio nipote? A pochi mesi appena! Non posso mettere in pericolo le persone a cui tengo solo perché tu non vuoi!" stavamo urlando e quando sentii il respiro veloce, capii che dovevo calmarmi oppure le cose sarebbero degenerate.

Il cellulare vibrò e guardai lo schermo leggendo un altro dei suoi messaggi.

-"Domani verrò a prenderti, usciamo, voglio farmi perdonare"

"È ancora lui?" annuii debolmente mentre lui sporse la mano in modo che potessi dargli il cellulare.

"Non ti darò il mio telefono"

"Dammelo"

"Sei uno sbruffone" gli posi il cellulare e lesse il contenuto del messaggio.

Osservai le sue dita pigiare sulla tastiera e in pochi minuti andai in ansia.

"No! Cameron, non rispondere!" sfruttò a suo vantaggio l'altezza smisurata alzando le braccia e continuando a scrivere mentre cercavo di saltare e di arrampicarmi per raggiungere il cellulare.

Quando inviò, abbassò le braccia e mi porse il telefono con uno stupido sorriso, lo presi velocemente e lessi la sua risposta.

-"Va al diavolo ladro di merda, non uscirò mai con qualcuno che puzza ancora di latte, moccioso" mi picchiai la fronte ancora incredula.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora