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Canzone del capitolo:  
You're Nobody 'Til Somebody Loves You- James Arthur

Restare a guardare il soffitto non faceva altro che farmi perdere nei miei più fitti dilemmi, avrei dovuto smetterla e seguire Victoria in cucina un ora fa ma sembrava che io stessa mi volessi fare del male restando sola.

"Su Joi, non puoi stare chiusa qui dentro per sempre" ripetei a me stessa alzandomi dal letto.

"Ah, eccola qui!" Kara si voltò verso di me facendo fare lo stesso a Victoria la quale compresi stesse parlando, scrutai la stanza trovando Cameron sulla poltrona mentre senza degnarmi di uno sguardo continuava a guardare la tv.

"È successo qualcosa?" chiesi avvicinandomi alle due.

"Stavamo parlando del fatto che dovresti vestirti un po' meglio, non offenderti tesoro ma i vestiti di due taglie più grandi si portavano venti anni fa" abbassai lo sguardo sul mio jeans e la mia felpa grigia abbastanza grande, Kara guardava il mio outfit quasi disgustata mentre Victoria guardava alle mie spalle, o per meglio dire le reazioni di Cameron.

"Io credo che se si trova comoda non ci sia niente di male" disse Victoria voltandosi per dei secondi verso Kara per poi riportare lo sguardo sul riccio.

"Andiamo starebbe una meraviglia con un vestitino e una gonna" in sottofondo Cameron borbottò qualcosa che non compresi mentre Victoria si tratteneva dal ridere.

"Sto bene così, mi sento più al mio agio" risposi guardando un po' inorridita la sua super mini gonna.

Nella realtà dei fatti le avrei dovuto dire io di cambiare stile e magari farle conoscere i pantaloni.

"Va bene, ma se un giorno vorrai cambiare un po', parlane con me e ti farò diventare stupenda"

Kara mi prese per mano e mi trascinò vicino lei, era parecchio emozionata mentre mi guardava negli occhi.

"Allora, ti piace mio fratello?"

Sentii un rumore alle mie spalle e nello stesso tempo Victoria sembrò strozzarsi con l'acqua, quando mi volta trovai Cameron in piedi che raccolse velocemente il telecomando caduto.

"È un buon amico" risposi guardando Victoria che era senza parole.

Sapevo gli piacesse Aaron e che la cosa fosse ricambiata difatti mi trattenni dal ridere mentre la guardavo sconvolta ancora immobile.

"Peccato, sareste una bella coppia" Kara mi fece l'occhiolino lasciandomi le mani.

"Verrai anche tu stasera?"

"Certo" rispose sorridendo ampiamente e uscendo dalla stanza.

Victoria borbottò qualcosa, sicuramente di non carino, mentre Kara continuava a parlarmi senza darmi l'opportunità di allontanarmi da lei.

Spiegai a Victoria che il giorno precedente dopo il funerale io e Cameron saremo dovuti andare in questura per raccontare agli agenti nei dettagli dell'evento, in risposta mi disse che sperava chiudessero del tutto quell'ospedale.

"Andiamo?" Aaron poggiò una mano sulla spalla di Cameron che annuì in risposta, noi tre prendemmo le giacche mentre i due ragazzi parlavano dello sfidante.

"La prossima volta usciamo insieme e ti renderò favolosa!" esultò sorridendomi ampiamente Kara, ancora una volta.

"Ok" risposi fingendo un sorriso mentre lei raggiungeva il fratello.

"Non uscirai davvero con lei, giusto?" chiese incredula Victoria.

"Certo che no" risposi ed entrambe scoppiammo a ridere.

___________

"Facciamo entrare Cameron Stone" Walther allungò la mano alla sua sinistra facendo entrare Cameron, si avvicinò squadrando la folla per poi soffermarsi sullo sfidante davanti a sé.

La campana suonò e Cameron non diede nemmeno il tempo a Jack, così chiamato da Walther nella presentazione, che subito si scaraventò su di lui.

Avevo notato che dall'inizio della giornata era parecchio nervoso ma non mi aspettavo fino a quel punto, probabilmente si stava sfogando per la morte di Rose.

Era furioso mentre colpiva con forza e velocità il ragazzo sotto di lui, i lineamenti completamente tesi, le sopracciglia creavano un enorme solco tra di esse mentre le vene sulle braccia sembravano sul punto di scoppiare.

Ringhiò con forza a denti stretti quando colpì nuovamente l'avversario, vedevo i suoi muscoli irrigidirsi al massimo quando caricava il pugno e il cambiamento dei suoi lineamenti tesi e rabbiosi, faceva paura.

"Non ho mai visto Cameron in quello stato" dissi a Victoria al mio fianco.

"Diventa così quand'è veramente arrabbiato" mi rivoltai verso quel magnifico ragazzo che serbava così tanto odio, i ricci si muovevano coprendogli a volte il volto, l'espressione tetra e la sua voce roca era sommessa da ringhi ad ogni pugno.

Avevo i brividi, odiavo vederlo così ed era anche la prima volta, speravo di non doverlo fare mai più.

Arrabbiato, furioso, pieno di odio.

Walther lo prese per le braccia portandolo all'indietro e staccandolo dall'avversario che giaceva incosciente sul ring dichiarandolo vincitore.

"Andiamo ragazze, è l'ora di recuperare la vincita" seguimmo Aaron fino al banco delle scommesse dove gli venne dato un mazzetto di banconote, appena finito ci avviammo verso il corridoio e un senso di ansia mi colpì d'improvviso.

Aprì lentamente la porta mostrando Cameron di spalle vicino al muro.

Aveva la testa china, così i capelli scuri gli cadevano coprendogli ben parte del volto, un braccio era contro la parete e l'altro lungo i fianchi che chiudeva un pugno mentre il profondo respiro faceva alzare e abbassare la sua figura.

"Andate via, devo parlare solo con lei" tutti annuirono regalandomi una piccola occhiata prima di uscire.

Mi avvicinai mettendomi al suo fianco mentre non sembrava voler cambiare l'attuale posizione.

"Cosa c'è?"

"Domani c'è il funerale di Rose"

"Oh" abbassai lo sguardo sul suo petto non riuscendo a reggere i suoi occhi.

"Joi, io.." fece una pausa sospirando e quando riportai lo sguardo sul suo volto lo trovai ad occhi chiusi.

"Si?" lo incitai a continuare mentre si staccò dal muro voltandosi verso di me, scacciò una mia ciocca di capelli portandola dietro l'orecchio con delicatezza, sembrava irreale che quelle mani così delicate poco fa stavano per ammazzare una persona.

"Non sono andato a letto con Kara"

"Perché me lo stai dicendo?" osservai il viso totalmente perfetto mentre si voltava verso la porta, sembrava non aver difetti in nessun angolo.

Tese la mascella rendendola più pronunciata e passandosi velocemente la lingua sulle labbra si scostò i ricci umidi alle punte dovuti al sudore per poi rispondere.

"Perché mi sembrava giusto che lo sapessi".

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora