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Canzone del capitolo:
Kiss It Better- Rihanna

Aprii lentamente gli occhi trovandomi in un luogo completamente sconosciuto, mi guardai attorno non trovando nulla di familiare e socchiusi gli occhi quando uno spiraglio di luce proveniente dalla finestra me li bruciò non essendo abituata.

Tentai di muovermi ma inutilmente, la corda intorno al mio corpo mi teneva ben salda alla sedia di legno procurandomi solo dolore a ogni movimento e futuri segni.

Sentii dei movimenti provenire al didietro della porta in metallo arrugginito facendomi preoccupare più di quello che già ero ma tirai un sospiro di sollievo quando riconobbi la figura avvicinarsi nel buio con una pistola tra le mani.

"Nate, grazie al cielo sei qui, mi hanno rapita mentre ti cercavo. Per favore, sciogli queste corde così possiamo andare via"

"Hai visto in faccia chi è stato?"

"No"

"Sono stato io" spalancai gli occhi e aggrottai le sopracciglia non credendoci ma il ghigno formatosi sul suo viso confermò che fosse vero, con velocità alzò la pistola e la puntò alla mia tempia.

"Perché l'hai fatto?"

"Perché era arrabbiato e me l'ha chiesto"

"Christian" borbottai comprendendo meglio le cose, per questo conosceva ogni mio movimento.

"Già" la porta si aprì nuovamente mostrando Christian che si avvicinava teatralmente e con viso cupo, aveva delle scure occhiaie e i capelli scompigliati mentre mi guardava con espressione apatica.

"Quindi eri tu la spia!" urlai a Nate che fece spallucce, Christian fece cenno di spostarsi e come ordinato allontanò la pistola e si poggiò al muro.

"Mi hai fatto davvero arrabbiare la sera della cena..." scosse la testa chiudendo poi gli occhi scuri per poi riaprirli dei secondi dopo.

"Ma ciò che mi ha fatto davvero arrabbiare è stato sapere che eri con me per interessi secondari" posò entrambe le mani sui braccioli della sedia su cui erano legate le mie mani avvicinandosi e fermandosi a poca distanza dal mio volto.

"Non me lo aspettavo tesoro"

Cameron's Pov

Mi martoriavo le radici dei capelli da non so quanto, cos'era successo? Perché non era ancora tornata?

Ero anche uscito per cercarla ma non l'avevo trovata, né lei né Nate.

Quel rompiballe doveva interromperci proprio mentre, arrivato ormai al limite, le stavo dicendo che ero innamorato.

Dio se era difficile, ma non sopportavo più di restare così, di non saperla mia.

La volevo mia, mia e di nessun altro.

M'irritava guardarla da lontano e vederla con altri ragazzi, era irritante, ma più di tutto odiavo quell'irritante voglia di baciarla quando volevo e non poterlo fare.

Basta, glielo avrei detto, anche se la risposta poteva essere negativa dovevo togliermi questo peso.

Ripromettendomi che appena l'avrei vista le avrei raccontato tutto sentii borbottare Victoria che girava nella stanza da alcuni minuti.

"Mi dici che problemi hai?" sbuffai posando all'indietro il gomito sul ripiano.

"Nate non risponde al cellulare, mi sto arrabbiando sul serio" buttò il telefono sul divano per poi scostare i capelli dal viso.

"Prima Aaron aveva detto che era giù e che doveva parlare con Joi ma non sono più tornati" spiegai facendole aggrottare le sopracciglia.

"Davvero? Quando?"

"Una bella mezzoretta fa"

"Hai già provato a chiamarla?"

34 volte, come se non lo avessi fatto già dopo tre minuti non vedendola tornare.

"Sì, una o due volte" mentii con nonchalance facendo spallucce.

"Però è davvero strano" disse mordendosi l'interno guancia.

"Già, ora riprovo a chiamarla" presi il cellulare e quando trovai il suo nome pigiai su chiama, 35 volte.

Joi's Pov

Era inquietante guardarli parlare come due vecchi amici, forse lo erano anche, e il pensiero che tutto questo tempo mi aveva tenuta sott'occhio riferendogli ogni cosa era ancor più inquietante.

Christian riferì qualcosa a Nate che annuendo lasciò la stanza lasciandoci soli.

Man mano si avvicinò facendo risuonare nella stanza vuota i suoi passi, mi accarezzò la guancia in modo così tenero che sembrava incredibile che quella stessa persona avesse architettato una cosa del genere.

"Ora Nate sta tornando a casa, spero per lui che abbia una scusa plausibile per non farsi scoprire"

"Mi fai schifo" risposi girandomi dall'altra parte facendo si che la sua mano rimanesse sospesa.

"E cosa dovrei dire io? Mi hai tradito, tu eri con me solo per riferire tutto ai tuoi stupidi amichetti!"

"Beh, mi pare che tu abbia fatto fare lo stesso a Nate o sbaglio?" inspirando profondamente mi guardò come per bruciarmi con gli occhi, si scostò in uno scatto camminando pesantemente fino alla porta.

"Se questo è il modo in cui credi di comportarti con me ti sbagli di grosso. Ti insegnerò io le buone maniere a costo di farti vivere l'ultimo giorno della tua vita qui, ricordalo bene" disse infine prima di sbattere con forza la porta.

Cameron's Pov

Lasciai per dei secondi il labbro inferiore sentendo i fori causati dai denti e pochi secondi dopo Nate entrò dalla porta come se niente fosse.

"Dove diavolo eri? No, anzi non m'interessa nulla di te, dov'è lei?" sputai in un nanosecondo sentendo la mano iniziare a prudermi, sarebbe stato meglio per lui rispondere bene.

"Joi? Non lo so, perché?" aggrottò le sopracciglia guardandosi attorno.

"Non mentirmi molliccio, dovevi parlare e lei è scesa da te"

"Io non dovevo parlarle, non è vero" sorrise forzatamente.

"Non mentire Nate, l'hai chiesto a me, ricordi?" s'intromise Aaron accigliandosi.

"Merda" bisbigliò.

"Dove diavolo è?!" urlai prendendolo per il colletto della maglia.

"Io non so nulla!" stanco lo alzai dal pavimento mentre agitato cercava di farmi mollare la presa, avevo avuto a che fare con uomini quattro volte più grandi e credeva di potermi battere?

"Nate, ti do un'ultima possibilità, o mi dici dov'è oppure ti stacco i gioielli e te li faccio mangiare" ringhiai impaziente di rendere un ammasso di sangue il suo viso, stizzito scosse la testa ma stringendo la presa si arrese.

"Ok, te lo dirò ma lasciami" lo mollai facendolo respirare a fatica, alzai le sopracciglia e con un gesto di mano lo incitai a parlare.

"Lei è nella vecchia fabbrica, quella dove c'incontravamo"

"È stato Christian a fartelo fare?"

"Sì" bisbigliò a bassa voce ma mi servi solo quello a farmi arrivare il sangue al cervello.

"Sappi solo che ti sei segnato la tua condanna a morte, stupido. Conta i minuti in cui non ci sarò perché saranno gli ultimi" gli sussurrai all'orecchio prendendo poi la giacca di pelle e andando a salvare la mia ragazza.

Come To MeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora