capitolo 33

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《ecco..vedi..il fatto è che..》《CAMERON NON TIRARLA PER LE LUNGHE, VAI AL PUNTO》《scusa scusa..dicevo. Ho ricevuto una telefonata da mia zia Margareth..lei è una nobile..ha detto che dalla morte di mia madre non aveva avuto il coraggio di contattarmi, ma ora che anche la nonna è morta vuole che io vada a vivere da lei.》《non ci posso credere》《anch'io. Quell'arpia. Non si fa sentire per anni e ora mi contatta.》《NO CAMERON! IO NON POSSO CREDERE COME TU ABBIA POTUTO PORTARMI QUI!》《che?》《io non c'entro niente con questa storia..è una cosa di famiglia..io sono fuori. Dove siamo?》
Chiuse gli occhi due secondi e si fermò al semaforo.
《Apri la macchina.》mi guardò confuso e poi ripartì.
《CAMERON FAMMI SCENDERE.》《cazzo Melany ti vuoi calmare? Risolverò questa cosa più avanti. Non ci pensare.》《non ci pensare? NON. CI. PENSARE? MA SEI SERIO? STO PER TRASFERIRMI IN UNA CASA DI UNA NOBILE, CHE TRA L'ALTRO È TUA ZIA, E TU MI DICI "NON CI PENSARE"? ODDIO CAMERON》Sprofondai nel sedile e, poco dopo, mi addormentai.
Mi risvegliai grazie ad una voce.
《Piccola svegliati》mi alzai e davanti a me vidi una villa..direi che dire "enorme villa" era poco..cazzo era gigantesca.
《wow》fu l'unica cosa che riuscii a dire.
Ci avvicinammo al cancello dove un signore con una camicia bianca, la cravatta nera un giaccone rosso e i pantaloni neri ci accolse dentro casa.
《Tu sapevi di tutto questo?》《sapevo di avere parenti..ma non si erano mai interessati a me..figurati se potevo sapere che erano dei nobili.》annuii e finalmente arrivammo all'entrata.
Il salone era enorme.
Aveva una TV a schermo piatto sopra il caminetto, un divano enorme di fronte ad essa era delle poltrone ai lati, poi c'erano delle porte di vetro che davano sul giardino..

 Aveva una TV a schermo piatto sopra il caminetto, un divano enorme di fronte ad essa era delle poltrone ai lati, poi c'erano delle porte di vetro che davano sul giardino

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ok, era ufficialmente la mia stanza preferita.
X: grazie Beltram, ora li accolgo io. Rispose sbucando dal nulla una signora piuttosto giovane..capelli raccolti in una crocchia, una maglia ben stretta sul busto e una gonna beige.
X: ciao Cameron sono..sono Margareth.
C: lo so. Rispose con disprezzo.
La signora sembra essersi rattrista..d'altronde mi faceva tenerezza.
Io: scusi signora, posso parlare un attimo con Cameron..se non è un problema per voi.
M: oh no, figurati..chiamami pure Margareth o zia.
C: veramente..
Io: va bene...Margareth. Dissi interrompendo Cam.
Margareth ci lasciò da soli e tirai uno schiaffo sul petto a Cameron.
C: perché? Chiese sorridendo.
Io: non vedi che sta cercando di instaurare un rapporto con te?
C: dopo anni che non si è fatto vedere nessuno? Preferisco dormire sotto un ponte.
Io: Cameron..hai ragione, ma prova a fare uno sforzo..d'altronde anche tu sapevi di avere una zia e non hai mai provato a contattarla.
C: stai dicendo che è colpa mia?
Io: no, dico solo che, dopotutto, neanche tu hai mai provato a cercarla..quindi uno sforzo non ti costa nulla. Dissi incrociando le braccia.
C: non se ne parla.
Io: fa come vuoi, lo facevo per te. Dissi arrabbiata e uscendo per andare da Margareth.
Io: scusa Margareth..posso?
M: certo tesoro. Disse sorridendomi.
Ora che noto bene, ha quasi gli stessi lineamenti di Cameron..stessi occhi, stesso mento..dev'essere la sorella di sua mamma.
Io: posso farle delle domande..se non è un problema?
Lei annuì e ci sedemmo.
Mi preparò una tazza di cioccolata e ci sedemmo al tavolo..volevo almeno un po' di risposte per mettere ordine nella mia testa.
Io: volevo chiederle come mai non ha mai cercato Cameron durante questi anni.
M: beh..quando mia sorella è morta Cameron era ancora molto piccolo..ha dovuto vivere col padre..che non voleva far sapere a Cameron della mia esistenza..non mi ha mai accettata e ancora oggi non ne capisco il motivo..il padre di Cam era malato..ma solo io ero a conoscenza di questo segreto..ha vissuto i suoi ultimi momenti..quando Cameron è tornato a casa ha trovato il padre morto, e piuttosto che lasciare l'affidamento di Cameron a me, l'ha affidato al preside..ma Cameron non lo sa..Cameron non sa molte cose..voglio dirgli tutto..ma penso che farò un passo alla volta.
Annuii e iniziai a capire.
Ecco perché sapeva qualcosa ma niente di specifico...il preside non ha mai rivelato nulla a Cameron. Che razza di idiota.
Io: vedrò che posso fare per riuscire a convincere Cameron a comportarsi il meglio possibile..ah, mi scuso anche per il comportamento di prima.
M: non ti preoccupare. Ora ti lascio-disse alzandosi-devo andare ah sbrigare alcune cose della tenuta..ci vediamo dopo..
Io: Melany.
M: bene. A dopo Melany. Disse sorridendo.
Mi faceva troppa tenerezza..
Andai a cercare Cameron quando lo vidi in giardino che fumava una sigaretta.
Io: ei..
C: ciao. Era freddo..distaccato.
Io: ci hai pensato?
C: si, non mi sforzerò di essere carino con lei.
Io: Cameron cazzo..
C: non ti intromettere. Mi interruppe.
Io: oh si che mi intrometto. Mi hai trascinata di qui e ora sono io a parlare. Non interrompermi-dissi vedendo che stava per parlare-come puoi sembrare così indifferente? Come? Spiegamelo. Lei non ti ha fatto nulla di male..è vero, non ti ha cercato, ma ha avuto i suoi motivi per non averlo fatto e, dicendola tutta, non è solo colpa sua. Perché avresti potuto cercarla anche tu invece che fare lo stronzo e portarti a letto ogni singola ragazza..sai che ti dico? Fai come vuoi, ma poi non venire da me se vuoi qualche consiglio chiaro? E visto che devo restarne fuori, fammene restare fuori. Domattina chiederò un Taxi e mi farò accompagnare in città..ciao Cameron.
Andai in casa e chiesi a Beltram di mostrarmi la mia stanza.
Io: Beltram, potresti prendere da una Jeep un bagaglio rosso?
B: certo signorina.
Io: portalo qui. Grazie.
B: non si preoccupi signorina.
Se ne andò e io entrai in quella che sarà la mia camera per una sola notte.
C'era un letto a baldacchino sulla parete di destra e una scrivania sulla parete di sinistra.
Le pareti erano color panna e il pavimento era di moquette.
Sentii bussare alla porta e urlai un "avanti".
B: signorina, vuole che le sistemi i panni nell'armadio?
Io: si..se non è un problema.
B: si figuri signorina.
Beltram era un uomo che teneva la faccia seria, ubbidiva agli ordini e aveva una voce profonda.
Mi dispiaceva fargli fare quel lavoro, sapendo benissimo che ne aveva altri più importanti..ma ero davvero molto stanca e scossa dagli avvenimenti di oggi.
Beltram finì e chiesi di dire che non sarei scesa per cena perché ero molto stanca.
B: arrivederci signorina.
Io: salve Beltram, scusa il disturbo.
B: si figuri signorina.

****

Era notte..mi ero addormentata alle due e, verso le quattro mi ero svegliata..ma era un rumore proveniente dalla porta.
Io: c-chi è..Cam..sei tu?
Nessuna risposta.
Iniziavo seriamente a preoccuparmi..

#spazioautrice
Come avevo detto, un'altro capitoloo..moolto più lungo.
Spero vi piaccia.
Se volete un'altro capitolo oggi, scrivetelo nei commenti.
Ciaao gentee.
Un besoo.

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